Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge Recensione: Tartarughe sospese nel tempo

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredders Revenge

C’è stato un periodo d’oro, per i picchiaduro, che forse mai più tornerà: parliamo naturalmente degli anni ’90, in cui non solo spopolarono i primi, veri giochi di combattimento uno contro uno ma il genere dei picchiaduro a scorrimento ebbe la sua massima espansione, con Data East, Capcom e Konami che non si risparmiarono nel creare avventure spaccamascella che attentavano fortemente alla scorta di gettoni dei giocatori di turno. Il vero e proprio miracolo, inoltre, è che fu un genere che si rivelò assai adatto nel riprodurre le dinamiche fumettistiche di tanti franchise, che invece con altri generi e stili (i platform, ad esempio) faticavano a ingranare e a essere considerati bei giochi Capcom e Konami, invece, portarono su schermo alcuni veri e propri capolavori: e tra questi annoveriamo sicuramente i titoli Konami basati sul franchise delle Teenage Mutant Ninja Turtles. Tali fasti, come auspicavamo, sono stati raggiunti nuovamente con Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge, nuovo videogioco di Dotemu su licenza.

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge: Turtles (back) in time

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge, chiariamolo subito, non è un gioco Konami e non ha alcuna relazione ufficiale con Turtles in Time, Tournament Fighters e gli altri a cui ci riferiamo nel cappello introduttivo, ma ne è palesemente una sorta di sequel spirituale. Sotto licenza ufficiale dell’ip (attualmente in mano a Nickelodeon) Tribute Games realizza un nuovo gioco che appare palesemente indirizzato, in gran parte, al pubblico dei nostalgici più che ai nuovi giocatori, per quanto risulti assolutamente “entry level”.

Questo perché il character design dei personaggi e il mondo di gioco in generale si rifà palesemente alla serie animata storica degli anni ’80-’90, arrivata nel nostro paese col titolo Tartarughe Ninja alla riscossa invece che alle versioni più recenti dei personaggi. Le TMNT, difatti , periodicamente subiscono un reboot con relativo restyling per essere più accattivanti verso le nuove generazioni. Qui, invece, siamo al trionfo dello stile rimasto nell’immaginario comune. Addirittura, sono stati richiamati i doppiatori originali e si affrontano alcuni boss persi tra le pieghe dell’infanzia, villain di qualche oscura puntata oramai dimenticata da molti. La fedeltà quasi filologica al cartoon del 1987, da un lato, è quasi commovente: dall’altro, invero, quasi fastidiosa. Si tratta di un franchise decisamente storico, e sebbene comprendiamo la volontà di interfacciarsi e ricordare la versione più nota, dall’altro era possibile anche svecchiare alcune cose o prendersi la libertà di inserire in quel contesto elementi più recenti (un po’ come nei fumetti moderni DC Comics di Batman ’66, in cui sono presenti personaggi creati posteriormente ma riadattati allo stile della serie live action con Adam West).

Allo stesso modo, è comprensibilissimo voler rendere lo spirito sbarazzino e goliardico dei cartoon del sabato mattina inserendo gag slapstick e buffi travestimenti dei cattivi (come del resto accadeva anche nei giochi originali Konami) dall’altro potevano essere evitate certe infantilità e facilonerie poco adatte al pubblico di riferimento, che si attesta all’incirca nella fascia dei quarantenni e che all’ennesima leggerezza o atteggiamento infantile da parte delle Tartarughe potrebbe indispettirsi per l’eccessivo tono bambinesco dell’operazione.

Pizza time!

Quattro tartarughe da acquario mutate con geni umani vengono allevate, nelle fogne di New York, da un saggio maestro di arti marziali disonorato a tradimento. Cresciute, divengono giustiziere nell’ombra, spesso in lotta contro bizzarri nemici. Questa la trama base delle TMNT, riproposta anche in questo nuovo gioco. E se il riferimento grafico è quello televisivo, con tanto di intro che a modo suo rifà la opening del cartoon, gameplay e cifra stilistica del design ripercorrono quanto Konami e Capcom proponevano all’epoca d’oro dei beat’em up a scorrimento. Il gioco in sé si presenta come una evoluzione di Turtles in Time per Super Nintendo, con i personaggi che percorrono stage susseguenti piuttosto basici combattendo frotte di nemici del Clan del Piede.

Si tratta di ben sedici quadri, tutti piuttosto differenziati tra loro, perlopiù a scorrimento orizzontale e senza grosse interazioni platform o verticali: i salti da effettuare con precisione sono pochi ma in sezioni molto godibili, così come abbastanza ben realizzate sono le sezioni a scorrimento automatico, grande must di questo genere. Certi quadri, palesemente, sono ispirati non tanto al titolo Konami ma a classici Capcom come Captain Commando, con tanto di riferimenti visivi e tematici: e a far attenzione si notano chicche e citazioni di ogni sorta, anche cinematografiche.

Rispetto al nostro recente provato, abbiamo avuto modo di scorrazzare in lungo e in largo non solo per i primi due quadri ma per tutti e sedici i livelli e in entrambe le modalità di gioco. Eh già: il provato, in realtà, si focalizzava sull’avvincente modalità Arcade, ma è disponibile anche uno Story Mode che ricorda quello di Scott Pilgrim vs the World, soprattutto in virtù della mappa alla Super Mario Bros. 3 su cui muoversi con il personaggio preferito. In questa modalità i personaggi acquisiscono punti esperienza e abilità e le potenzialità crescono con la padronanza del pg. Il bilanciamento è tenuto su meglio, rispetto al titolo summenzionato, ma le possibilità sono piuttosto scarne, al di là dei collezionabili da scovare e riportare ai nostri alleati.
Il salvataggio automatico ci permette di continuare dove eravamo rimasti e di rigiocare ad libitum i nostri quadri preferiti: per semplice diletto, per grindare con la nostra Turtles preferita o per cercare di completare le numerose sfide proposte, che sbloccheranno i vari trofei (sia interni al gioco che i classici Achievement Xbox o PlayStation Trophies).

Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s RevengeSi sente un po’, tuttavia, la mancanza di modalità aggiuntive che potevano essere facilmente implementate, in primis un Versus Mode (vista la quantità di mosse a disposizione, sarebbe stato divertente) e un vero e proprio training per le combo e le abilità più complesse. In verità, non avrebbero guastato neanche le ormai classiche Time Attack, Survival e Boss Rush.

Abbiamo potuto testare tutti i personaggi presenti nel roster di lancio: oltre agli immancabili Michelangelo, Leonardo, Donatello e Raffaello anche il sensei Splinter ed April, ognuno caratterizzato non solo graficamente ma da rapporti di forza basati su velocità, potenza e allungo degli attacchi, portati con armi basilarmente diverse: nunchaku, katane, bastone bo e pugnali sai, oltre che bastone d’appoggio e… videocamera. Solo con la pratica comprenderete quali personaggi sono più o meno portati per specifici attacchi (dall’alto, dal basso, etc.) e determinati quadri.
E poi c’è la novità che tutti ci aspettavamo di trovare: il mitico Casey Jones, che come prevedibile è davvero uno schiacciasassi e vi consigliamo di sbloccarlo al più presto, dato che è selezionabile solo ad una (semplice) condizione.

I personaggi sono ben differenziati a livello di mosse e ci vorrà poco per scoprire il vostro preferito o quello più adatto al vostro stile di gioco. Le mosse possibili sono variegate ma semplici da realizzare, senza doversi ricordare lunghe stringhe di comandi ma, al contempo, non sentirete mai il sopravvenire della noia per ripetitività degli attacchi. Ancora più varie appaiono le ondate di nemici, ben pensate e piazzate, anche se non particolarmente ostiche da affrontare anche a livello Normal… ma tra le condizioni delle sfide, i vari modificatori e il livello Hard troverete pane per i vostri denti!

Piattaforme: PC, Switch, PlayStation 4, Xbox One

Sviluppatore: Tribute Games

Publisher: Dotemu

Data d’uscita: 16 giugno

Teenage Mutant Ninja Turtles Shredder’s Revenge è, a conti fatti, uno dei migliori picchiaduro a scorrimento di sempre: davvero divertente, rifinito, vario e tecnicamente ben realizzato, con ottime animazioni, un comparto audio che offre un ottimo accompagnamento (bellissimi i brani cantati) e un gran lavoro di bilanciamento generale tra i protagonisti a livello di mosse disponibili.
Si vede la mano esperta dietro alcune chicche presenti qua e là, ma a voler essere onesti si vede anche quando la creatività e la competenza che hanno creato moveset e animazioni eccezionali come quelle di Splinter si sono date un freno per assecondare una estetica davvero troppo bambinesca e un sistema di gioco che rimane ancorato ai primi anni ’90. I programmatori ci hanno mostrato faville e idee originali nella gestione di scenari e oggetti in Scott Pilgrim, così come la volontà di usare un classico come Streets of Rage per fare un salto di qualità a livello teorico ed evolutivo, mentre qui Tribute Games
si accontenta di pompare al massimo e di limare le spigolosità e le legnosità dei titoli a cui si ispira senza, però, apportare novità di peso o sperimentazioni: i livelli sono fin troppo lineari, con un’interazione ambientale molto scarna e poche cose che non sappiano di già visto. Rimane un po’ di amaro in bocca per questa (voluta, per motivi di marketing, presumiamo) relativa limitatezza, ma lamentarci per un titolo comunque così divertente e ben realizzato sarebbe comunque da ingrati.
Chiamate a raccolta cinque amici, recuperate tutti i pad che vi servono, ordinate una bella pizza ai 44 formaggi in stile TMNT e godetevi tutto quel che di bello questo gioco ha da offrire.

Voto: 8.3

Toumarello è il nickname che si porta appresso ormai da anni, ma non chiedetegli di spiegarvelo: è un tipo logorroico e blablabla. Per vivere (in ogni senso) scrive e descrive, in particolare di roba multimediale, crossmediale, transmediale... insomma, gli interessa il contenuto ma spesso resta affascinato dall'utilizzo del contenitore. Ama Tetris e le narrazioni interattive.

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