Arcadegeddon Recensione: lotta per la libertà videoludica

Arcadegeddon

Illfonic torna con un nuovo titolo che vuole essere il primo titolo realmente libero del gruppo. Con il suo Arcadegeddon, la software house ha deciso di proporre un modo originale di giocare ai classici looter shooter, mescolando elementi provenienti dalla propria esperienza di sviluppo e da altri grandi titoli del panorama attuale, senza dimenticare di inserire qualche frecciatina al mondo videoludico. Il tutto viene mescolato all’interno di un mondo variegato, tenuto insieme da un backgroud cyberpunk decisamente accattivante. Tanti elementi interessanti e affascinanti che non vediamo l’ora di raccontarvi in maniera approfondita nella nostra recensione di Arcadegeddon. Perché il mondo dei videogiochi liberi è in pericolo e ha bisogno del nostro aiuto!

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Arcadegeddon: contro ogni oppressione videoludica

Le sale giochi sono da sempre un luogo magico di divertimento e libertà, dove i giovani possono evadere dalla routine quotidiana, insieme, sfidandosi a battaglie interminabili o collaborando al raggiungimento di un obiettivo comune. Non è da meno la sala arcade di Gilly, nella futuristica città di Super City. Il nostro simpatico zione è da sempre un grande sviluppatore di videogiochi e la sua ultima creazione è davvero stupefacente. Oltre ad essere un enorme gioco a immersione, si presenta anche come l’ultimo baluardo contro il potere sempre più incontrastato della malefica FunFUNCo, conosciuta anche come “The Man”, un’azienda che vuole annientare tutti i videogiochi liberi. Al primo avvio del videogioco, però, Gilly si accorge che la società è già penetrata all’interno del suo mondo, con l’obiettivo di distruggerlo. C’è quindi un’unica soluzione: giocare e cacciare con la forza gli invasori, risolvendo i problemi che stanno sorgendo all’interno. In poche parole, zio Gilly ha bisogno di noi.

Il nostro compito è quello di giocare al suo videogioco, digitalizzandoci all’interno, distruggendo le guardie della FunFUNCo e riparando il codice danneggiato. Un’impresa non certo semplice per un ragazzo, per quanto straordinario, come il nostro protagonista. Per questo motivo abbiamo bisogno di aiuto, da cercare sia tra le diverse gang che gironzolano per la sala giochi che tra i nostri amici reali, per partecipare a grandi raid all’interno del mondo virtuale di Gilly e sconfiggere una volta per tutte The Man. Facile a dirsi. Perché i ragazzi della sala giochi non saranno sempre così entusiasti di proteggere il mondo del videogioco libero e prima di unirsi alla resistenza, avranno delle richieste. Missioni da compiere per dimostrare il nostro valore o semplicemente per dare loro qualcosa in cambio, così da convincerli ad aiutarci nella nostra missione.

La storia risulta da subito molto intrigante e dimostra il desiderio della Illfonic di distaccarsi da un certo modo di fare videogiochi, che forse considera oggi imperante. Sembra che l’obiettivo sia quello di riportare al centro dell’esperienza, il semplice e puro divertimento. D’altronde stiamo parlando del primo progetto completamente autoprodotto da questa software house che nel tempo ci ha regalato e ha collaborato a progetti di grande valore, affascinanti per dinamiche innovative e strutture originali, come Friday the 13th, Predator: Hunting Grounds o Crysis 3. A questo va aggiunto tutto ciò che questo affascinante gruppo di sviluppatori rivoluzionari hanno imparato dai propri errori, come nei poco riusciti Evolve o Dead Alliance. Con Arcadegeddon, la Illfonic vuole presentare al mondo la sua idea di videogioco, sia dal punto di vista strutturale che filosofico. Un’idea che fin da subito risulta essere molto coinvolgente.

Tante armi dentro un mondo dai mille volti

Arcadegeddon è uno sparatutto in terza persona che si struttura come un mondo dentro un mondo. All’interno della futuristica Super City, si trova infatti la sala giochi di Gilly, punto centrale per le nostre incursioni. Qui potremo acquisire nuove missioni dai vari membri delle diverse gang, acquisire attrezzatura extra e anche gadget ed elementi per la nostra personalizzazione. Abiti, acconciatura e volti sono tutti sbloccabili attraverso il completamento di missioni secondarie e ci permettono di dare l’aspetto che preferiamo al nostro protagonista. Una parte fondamentale è rappresentata anche dal potere precaricabile all’interno del nostro braccio bionico, da poter utilizzare poi all’interno del mondo virtuale di gioco, vero terreno di scontro per la conquista della libertà videoludica.

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È solo quando entriamo all’interno della cabina di trasferimento che il vero gioco ha inizio. All’interno di diversi mondi, molto differenti tra loro, dovremo distruggere gli avversari e completare specifiche missioni interne, come difendere una posizione, risolvere glitch mobili o depositare chip per liberare nodi nella rete. Per fare tutto questo, e salvaguardare la nostra presenza all’interno del gioco, avremo a disposizione molte armi differenti, dalle classiche da mischia come mazze e spade, passando per quelle da sparo come pistole, mitragliatori, fucili a pompa, fino ad arrivare a quelle più potenti ed elementari, che possono congelare, elettrificare o incendiare gli avversari. Vi sono poi tutta una serie di armi più particolari e originali, non ricaricabili, che si distruggeranno una volta terminate le cariche o le munizioni. Stiamo parlando di armi in grado di lanciare raggi a X che tagliano i nemici, seghe circolari, rampini per la cattura dei bersagli e molto altro ancora. Il tutto viene letto in chiave futuristica e cyberpunk, con uno stile e un’originalità che sono sicuramente tra i punti di forza del gioco. Durante gli scontri potremo portare con noi fino a tre armi differenti, da recuperare distruggendo casse e aprendo forzieri, oppure acquistandole in specifici check point.

Ogni volta che iniziamo una nuova partita all’interno del gioco creato dallo zio, ci troviamo in un mondo con un livello di sfida base che crescerà man mano che superiamo i diversi stage. Un livello di difficoltà che può essere incrementato, pagando, in specifici punti del gioco. La struttura, la disposizione degli oggetti e i nemici cambierà ogni volta che affronteremo una nuova partita, attenuando la sensazione di ripetitività. Ogni avventura, inoltre, può essere affrontata insieme a tre amici, utili durante le fasi più avanzate del gioco. Perché a ogni stage superato, la forza, il numero e la tipologia di avversari cambia, presentando sfide sempre più ardue. I primi contro cui dobbiamo scontrarci sono i soldati della FunFUNco, robot armati fino ai denti, a cui si aggiungono man mano creature sempre più avanzate e variegate, come robottoni a lampadina che si fanno esplodere al contatto o degli zombie inferociti e veloci. All’interno di ogni stage abbiamo inoltre la possibilità di combattere un boss random: il CEO della società, una dea millenaria o un dinosauro robot, ad esempio, che innalzano ulteriormente il livello di sfida, senza essere impossibili da sconfiggere.

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Arcadegeddon: alti e bassi di un gioco differente

Nonostante l’indubbio valore di Arcadegeddon, non mancano alcune piccole imperfezioni che non sfuggono e possono dare fastidio. Spesso, infatti, ci si trova a nascondersi dietro una sporgenza o un elemento del gioco, che però va a oscurarci completamente la vista. Anche se la filosofia del gioco è quella di distruggere e abbattere tutto ciò che si muove e non solo, qualche momento di pausa per ricaricare lo scudo che protegge la nostra salute, ogni tanto è necessaria. Il sistema del doppio salto ci permette di avere un buon sviluppo verticale, raggiungendo posizioni elevate per abbattere nemici o trovare forzieri, ma non potendo aggrapparsi, spesso si precipita per colpa di pochi centimetri. La possibilità di scivolare e sparare allo stesso tempo, però, rimane una grande innovazione molto apprezzata, specialmente durante gli scontri più concitati.

La varietà e la bellezza degli ambienti di gioco, come zone ipertecnologiche, isole immerse nella natura o territori post apocalittici, è un’altra delle colonne portanti del gioco. Sembra quasi che Arcadegeddon voglia ergersi a icona del mondo videoludico, condensando al proprio interno tutto ciò che rappresenta i videogiochi, senza però risultare arraffazzonato o scontato. Anche se alcune volte gli scontri e gli stage possono risultare lunghi, a fare da contorno a tutto c’è dell’ottima musica perfettamente calzante, composta da uno dei membri più autorevoli del Illfonic, Raphael Saadiq, musicista di professione, che ha lavorato per artisti internazionali come Stevie Wonder o Whitney Houston e ci ha regalato un tappeto sonoro variegato ma sempre adatto al clima generale del gioco.

PIATTAFORME: PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S

SVILUPPATORE: IllFonic

PUBLISHER: IllFonic

Arcadegeddon, presentato alla State of Play di Sony, rappresenta il primo passo indipendente della Illfonic. All’interno di un mondo futuristico, le sale giochi e i videogiochi liberi rischiano di scomparire a causa della malvagia FunFUNCo. Ultimo baluardo è la sala giochi di Gilly, dove potremo combattere per la libertà grazie alla sua ultima creazione: un videogioco che ci porterà dentro mondi variegati, fornendoci tante armi futuristiche, sia classiche che totalmente fuori di testa, per risolvere glitch e sciogliere nodi di codice. Sulla nostra strada troveremo robot della società e molti altri nemici, tra cui boss totalmente differenti tra loro. Il tutto sembra un mix di tutto ciò che rappresenta il mondo dei videogiochi, ma amalgamato perfettamente all’interno di questo sparatutto in terza persona, con livelli a difficoltà scalare, da giocare da soli o insieme ad altri 3 amici. Tra doppi salti, sparatorie in scivolata e tante, ma tante, ma tante armi, il divertimento è assicurato. Purtroppo Arcadegeddon non è esente da critiche, come qualche piccolo difetto nella struttura del gameplay, e alcuni stage forse troppo lunghi, che di conseguenza diventano ripetitivi, ma nel complesso è un gioco che vi farà trascorrere diverse ore in leggerezza, insieme agli amici, all’insegna del divertimento e della distruzione.

VOTO: 7.8

Andrea Mondati nasce con il gettone per la sala giochi in mano e si massacra le dita distruggendo macchine su Street Fighter. Pur di giocare a Super Mario, prende la scossa armeggiando con un trasformatore rotto. Nella vita di tutti i giorni fa il Videomaker e il Web Editor ed è innamorato delle storie, di tutte le tipologie e forme. Cinema, videogiochi, fumetti e libri sono colonne portanti della sua vita che condivide con coloro che hanno piacere di ascoltare e, naturalmente, raccontare.