Thor Love and Thunder Recensione: una classica avventura alla Thor

Thor Love and Thunder 02 cover

Thor Love and Thunder è l’ultima uscita in ordine temporale di una serie cinematografica che ormai è diventata un vero appuntamento fisso, e la cui qualità cresce di tassello in tassello. Stiamo parlando dell’ormai leggendario media franchise  Marvel Cinematic Universe, trovata geniale di Marvel Studios, che rilascia al cinema, e non solo, una quantità industriale di nuove produzioni di alto livello anche a cadenza ravvicinata tra loro. L’eroico eroe vichingo Thor è stato protagonista già di tre appassionanti pellicole all’interno delle produzioni MCU, una per ogni fase, ed eccolo, finalmente, tornare sul grande schermo con un film davvero eccezionale.

Marvel Cinematic Universe: quindici anni di successi al cinema

Thor Love and Thunder è il ventinovesimo film della saga espansa Marvel Cinematic Universe, iniziata nel lontano 2008 con l’indimenticabile Iron Man, diretto da Jon Favreu, ed in particolare anche il sesto film della cosiddetta Fase Quattro, di cui fa parte anche Spider-Man: No Way Home, che abbiamo recensito in questa pagina. La trovata di mettersi in proprio per occuparsi di ogni singolo aspetto della produzione delle opere audiovisive targate Marvel Studios è stata una idee più di successo dell’intero settore dell’intrattenimento cinematografico, e ha permesso anche di avere una direzione artistica unica e, soprattutto, fattore fondamentale, un controllo della qualità veramente alto. Ogni film MCU è un passo avanti in un universo coerente, ben progettato e davvero curato in ogni particolare. Decisamente il compianto Stan Lee, creatore di moltissimi personaggi classici di Marvel, tra cui Thor, sarebbe decisamente fiero di opere così ben realizzate. Le pellicole col maggior seguito sono ovviamente quelle corali, come I Guardiani della Galassia o la serie The Avengers, che ha debuttato in ambito MCU nel 2012 con il film scritto e diretto da Joss Whedon, regista e fumettista leggendario, creatore, oltre che di serie oggi di culto come Buffy L’ammazzavampiri ed Angel, anche di piccole perle meno note, come la serie fanta-western Firefly, scritta insieme a Tim Minear, che è uno degli autori di American Horror Story. Un appassionato di supereroi, il nostro Joss, come del resto lo sono tutti gli sceneggiatori e i registi scelti per realizzare le opere MCU. Questo il piccolo, grande segreto della saga.

Senza nulla voler togliere alle produzioni di altre grandi case cinematografiche, sicuramente di alta qualità, cosa c’è di meglio di un film Marvel realizzato direttamente da uno studio specializzato con persone estremamente appassionate degli argomenti su cui stanno lavorando? Decisamente nulla, c’è poco da discuterne, Diamo a Cesare quel che è di Cesare, ed ai Nerd quel che appartiene loro di diritto. I film corali sono quelli che riescono ad esprimere al meglio il messaggio principale MCU, ovvero che la cooperazione porta alla vittoria del bene, ma allo stesso tempo i film monografici ci permettono di conoscere meglio i personaggi trattati, dandoci un quadro sempre più chiaro, pezzo dopo pezzo, dell’infinito ed affascinante puzzle marveliano. Thor, Figlio di Odino, nasce come divinità nella Mitologia Norrena, trasmessa oralmente secoli prima del cristianesimo, e conservata grazie ad opere scritte a partire dal 1200, come Edda di Snorri. Ispirandosi a questi miti Stan Lee crea, cinquanta anni fa, il personaggio dei fumetti, assieme a Jack Kirby, che si occupa delle illustrazioni, e Larry Lieber ai testi, debuttando su una rivista antologica nel 1962, con storie brevi, guadagnandosi una propria testata nel 1966. Negli anni Novanta il regista Sam Raimi propone a Marvel di realizzare un film su Thor, ma per vari motivi il progetto non va in porto. All’interno del media franchise Marvel Cinematic Universe, invece, Thor trova un grande spazio ed oltre ai film di gruppo, è protagonista di ben quattro pellicole, una per Fase, per l’esattezza. Il suo debutto MCU è datato 2011 con il film di Kenneth Branagh nella Fase Uno, a cui segue Thor: The Dark World, diretto da Alan Taylor nel 2013, nella Fase Due, a cui segue il recente Thor: Ragnarok nel 2017 del regista Taika Waititi, che ha diretto anche questo nuovo episodio, apparendo anche nel cast degli attori, nel ruolo del roccioso Korg. Waititi è celebre per il suo umorismo dissacrante, che potrebbe non piacere ai puristi del fumetto, ma che rende oggettivamente un film come Thor Love and Thunder veramente esplosivo.

Thor Love and Thunder: epicità, divertimento ed un pizzico d’amore

Il quarto MCU Movie dedicato all’eroe divino vichingo, diciamolo subito, soddisfa pienamente lo spettatore, regalandogli una storia incredibilmente coinvolgente, con una pellicola realizzata con cura, spettacolare, divertente, ricca di buoni sentimenti e con una colonna sonora eccezionale, che terrà letteralmente incollato il pubblico alle poltrone per le quasi due ore di durata dell’epico film. Difficile trovare dei reali difetti in un’opera che, senza esagerare, raggiunge livelli davvero elevati, anche per gli standard già alti imposti da Marvel Studios alle sue produzioni. Iniziamo subito con il cast, composto da grandi nomi ed attori davvero talentuosi. Prima di tutto Thor, interpretato dall’attore australiano Chris Hemsworth, che dopo aver recitato in diverse serie tv e soap opera locali, debutta al cinema nel 2009 con Star Trek – Il futuro ha Inizio, primo film della linea temporale alternativa della saga, diretto da J.J. Abrams, in cui interpreta il ruolo del padre di Kirk, al comando dell’astronave USS Kelvin, che da appunto il nome al Kelvinverse. Il maggior successo, però, arriva proprio dal ruolo di Thor, suo dal 2011 nei film MCU. Una piccola curiosità, per interpretare il personaggio l’attore ha dovuto mettere su una quindicina di chili di soli muscoli, con una attività fisica intensiva durata svariati mesi, ed uno dei suoi sogni segreti, incredibile ma vero, era poter apparire completamente nudo in una scena, per far vedere l’incredibile lavoro di palestra svolto. Dopo anni questo sogno è diventato realtà, e l’attore appare in una scena, di spalle, in versione adamitica, di fronte a Zeus, padre degli Dei.

Quest’ultimo personaggio è interpretato da Russel Crowe, in un cameo piccolo, ma decisamente incisivo. Accanto all’eroe debutta il personaggio di Potente Thor, al secolo la dottoressa Jane Foster, che come sappiamo è stata fidanzata con il Dio vichingo, ed ora, grazie al leggendario Martello di Thor, ha assunto questa nuova identità. Lady Thor, la chiamano alcuni personaggi del film, ma attenzione a non chiamarla mai così, pena la sua ira funesta! Il personaggio è interpretato da Natalie Portman, in una delle sue prove d’attrice migliori, sia nei momenti gioiosi che in quelli più drammatici del film. Del resto l’attrice ha iniziato la sua carriera a soli tredici anni nel film Leon di Luc Besson nel 1994, dimostrando subito la sua eccezionale bravura. Notevole anche la prova di Tessa Lynn Thompson, nel ruolo di Valkyria, che le appartiene a partire dal 2017, quando il regista Taika Waititi ha fortemente insistito per averla nel suo film Thor: Ragnarok dopo averla ammirata in diverse produzioni teatrali e soprattutto nel ruolo della Figlia di Satana nella serie horror cult 666 Park Avenue di David Wilcox. Un piacevole ritorno è poi quello del personaggio di Lady Sif, amica d’infanzia di Thor, già vista nei primi due film della serie a lui dedicata, interpretata da Jaimie Alexander, a cui viene purtroppo dedicato poco spazio nel film, e la cui apparizione è più fanservice che reale motivazione di trama. Nel titolo fanno una piccola comparsata anche i vari personaggi de I Guardiani della Galassia, ma la vera sorpresa di Thor Love and Thunder è però il villain mefistofelico del film, Gorr, Il Macellatore degli Dei, i cui sinistri panni sono vestiti dall’attore britannico Christian Bale, letteralmente irriconoscibile sotto l’ottimo trucco. Una interpretazione intensa, toccante, di un uomo disperato disilluso dalla fede negli Dei, che, per colpa di un manufatto malvagio, ovvero l’infernale Necrospada, diventa un mostro senza più umanità, corrotto giorno dopo giorno dal possedere questo oggetto maledetto. Una curiosità, nei fumetti il personaggio era visivamente simile a Voldemort, cattivo della serie Harry Potter, quindi il regista ha deciso di cambiarne decisamente i connotati per caratterizzarlo meglio. Il concetto della nascita del personaggio è molto simile a quello del Gollum de Il Signore Degli Anelli di tolkeniana memoria, che dopo essere venuto in possesso del “suo tesoro” ne viene corrotto in modo irreparabile. Un ruolo decisamente importante nel film lo ricoprono infatti, oltre ai personaggi, anche i loro oggetti iconici. Il Martello e l’Ascia di Thor rappresentano il bene e la giustizia, ma possono essere avvolti e tentati dal male, come sappiamo, mentre la Necrospada è capace di trasformare qualunque essere vivente in Necroforo, ovvero portatore di Morte, e migra di corpo in corpo da millenni. Il pianeta dove prende residenza perde simbolicamente i colori proprio perché l’aria della Morte ha preso il sopravvento. La corruzione che può portare gli esseri umani a scegliere la via del Male è uno dei tanti temi del film, non pare esistere il Male puro, ma solamente quello indotto, in cui chiunque, per scelte errate, può incorrere.

Chiunque impugnerà questo martello, se ne sarà degno, possiederà il potere di Thor

La caratterizzazione degli oggetti è strettamente legata a quella degli ambienti che li hanno generato, come dimostra bene il fulmine di Zeus, che proviene dalla residenza degli dei, e che riesce a concentrare tutta l’elettricità del cielo in un solo lampo. Peraltro il Fulmine si contrappone, e allo stesso tempo si completa, al Tuono generato dal Martello di Thor, perché come si sa quest’ultimo è il rumore che genera il fulmine quando viene scoccato. A tal proposito ricordiamo che gli effetti speciali del film sono eccezionale, e, verrebbe proprio da dirlo, è presente un comparto audiovisivo degno di un Dio! Parlando di Location di Thor Love and Thunder, non possiamo che fare un plauso alla realizzazione di queste ultime. La realizzazione della terra norrena di Ásgarðr, da noi chiamata Asgard, bucolica e credibile, anche nella sua versione terrena come semplice meta per turisti, ma soprattutto la residenza di Zeus, una versione particolare del Monte Olimpo, ricca di particolari, citazioni classiche, divinità stranissime, tutte insieme, ed un comparto visivo realizzato davvero allo stato dell’arte, sontuoso e che fa sgranare davvero gli occhi per quanto è sontuoso. Non sono da meno i campi di battaglia dove si svolgono gli scontri corali, con Thor ed i suoi alleati contro le forze del male evocate dal Necroforo. Anche le ambientazioni urbane sono ben realizzate, ed alcune scene della vita amorosa del passato tra Thor e la sua fidanzata, per cui viene scelta, come base musicale, Our Last Summer, una commovente canzone degli Abba, azzeccatissima. Piccola eccezione in una colonna sonora che pare invece votata alla celebrazione degli anni novanta, dove troviamo persino Only Time, un grande classico di Enya, ma soprattutto ai pezzi cult della musica metal di quell’epoca, tra cui spiccano i Guns ‘n Roses, citati anche in una location, e presenti con ben quattro brani cult Welcome to the jungle, Sweet Child O’ Mine, November Rain e Paradise City, oppure Ronnie James Dio, Ciara e Mary J. Blidge. Anche se i brani originali scritti per il film sono opera di Michael Giacchino, musicista molto celebre che collabora da parecchio tempo con le opere MCU e con la saga di Star Trek. Trovate le info sulla colonna sonora completa in questo LINK. Molto buono il lavoro del doppiaggio italiano, con dialoghi ben recitati e voci azzeccate rispetto ai personaggi. Dobbiamo purtroppo segnalare un piccolo errore grammaticale sopravvissuto, non sappiamo come, ai vari filtri di controllo del doppiaggio, ovvero la citazione “quel Zeus” pronunciato da Valkyria in un dialogo con Thor, mentre si parla di voler incontrare il padre degli Dei, per chiedergli aiuto nella missione. Abbiamo tenuto appositamente la trama per ultima perché non vogliamo rovinarvi nemmeno un particolare, di quest’ultima, scritta in maniera magistrale a quattro mani dal regista del film, Taika Waititi, in collaborazione con la sceneggiatrice Jennifer Kaytin Robinson. Il Thor di Waititi è decisamente sopra le righe, a volte folle e fuori di testa, in una perfetta dicotomia con i momenti drammatici. Un film che parla anche di amore, di seconde occasioni, e di fede disillusa, tutto unito in una grande storia. Vi basti sapere che un grande pericolo minaccia non solo Asgard ma tutti gli Dei dell’universo, per colpa del misterioso Necroforo, portatore della Necrospada, che ha deciso, per compiere una vendetta personale, di uccidere tutti gli Dei, autoproclamandosi Gorr, Il Macellatore degli Dei. Toccherà a Thor e i suoi amici salvare, ancora una volta, il mondo. E per farlo servono solo due elementi, ovvero l’Amore ed un Martello, un grosso grosso Martello.

Thor Love and Thunder è l’ultima fatica dei leggendari Marvel Studios, che, da quando si sono messi in proprio per gestire l’intera catena produttiva delle opere audiovisive a tema Marvel, non sbagliano letteralmente un colpo! Anche questo film ha una qualità produttiva elevata, con una trama scritta con bravura estrema ed un comparto audiovisivo spettacolare. Gustatevi l’eccezionale film fino alla fine, tra momenti drammatici, commoventi, eroici e comici, questi ultimi presentano battute parecchio divertenti e a tema, ma soprattutto, non lasciate la sala prima della fine dei titoli di coda, vi aspettano ben due cut-scene molto importanti. Il media frachise Marvel Cinematic Universe non smette di stupirci. Una classica avventura alla Thor, con un pizzico di follia ed un’altro d’amore, che resterà dentro il cuore degli spettatori per lungo tempo. 

VOTO: 8

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.