Naoki Yoshida, producer di Final Fantasy XVI, ha dichiarato che l’ambientazione del gioco nell’Europa medievale ha posto dei limiti sui personaggi che potevano essere “realisticamente” inclusi nell’JRPG.
Discutendo della “difficile questione” della diversità etnica dei personaggi in un’intervista con IGN, Yoshida ha riconosciuto che le sue parole potrebbero essere “deludenti” per alcuni lettori.
I trailer rilasciati finora per il gioco presentano per lo più personaggi bianchi, e a Yoshida è stato chiesto se i fan possono aspettarsi di vedere un cast più diversificato, che includa personaggi di colore di pelle diversi nel gioco finale. Ha risposto così:
“Il nostro concetto di design, fin dalle prime fasi di sviluppo, è sempre stato fortemente caratterizzato dall’Europa medievale, incorporando standard storici, culturali, politici e antropologici che erano prevalenti all’epoca“
Aggiungendo:
“Quando abbiamo deciso l’ambientazione più adatta alla storia che volevamo raccontare – la storia di una terra assediata dal Blight – abbiamo pensato che, piuttosto che creare qualcosa su scala globale, fosse necessario limitarne la portata a un singolo territorio, geograficamente e culturalmente isolato dal resto del mondo in un’epoca senza aerei, televisione o telefoni”.
A causa della natura isolata dell’ambientazione del gioco (Valisthea), Yoshida ha affermato che non poteva essere realisticamente diversificato come il mondo reale, o anche come altri giochi di Final Fantasy che si svolgono in una varietà di luoghi diversi.
“In definitiva, abbiamo ritenuto che, sebbene incorporare la diversità etnica in Valisthea fosse importante, un’eccessiva incorporazione in questo singolo angolo di un mondo molto più vasto avrebbe potuto causare una violazione di quei confini narrativi che ci eravamo originariamente prefissati. La storia che stiamo raccontando è sì di fantasia, ma è anche radicata nella realtà“.
Poiché il gioco consente ai giocatori di sperimentare i temi del conflitto, della lotta e dell’oppressione attraverso battaglie realistiche, Yoshida ha anche affermato che “può essere difficile assegnare etnie distintive all’antagonista o al protagonista senza scatenare i preconcetti del pubblico, invitare a speculazioni ingiustificate e, in ultima analisi, alimentare le polemiche”.
E ha aggiunto:
“Alla fine, vogliamo semplicemente che l’attenzione si concentri meno sull’aspetto esteriore dei nostri personaggi e più su chi sono come persone, persone complesse e diverse per natura, background, credenze, personalità e motivazioni. Persone con le cui storie possiamo entrare in sintonia. In Valisthea c’è diversità. Diversità che, pur non essendo totalizzante, è sinergica con l’ambientazione che abbiamo creato ed è fedele alle ispirazioni da cui stiamo attingendo”.
Ricordiamo che Final Fantasy XVI sarà disponibile dall’estate 2023 su PlayStation 5, e recentemente è stato pubblicato un nuovo story trailer.