Twitter: il crash dei client di terze parti non è un imprevisto

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Sebbene Twitter debba ancora rilasciare una dichiarazione ufficiale sul motivo per cui la maggior parte dei principali client di terze parti si è interrotta la scorsa settimana, sembra sempre più che l’interruzione sia intenzionale. The Information ha riferito durante il fine settimana che l’interruzione non è stata un’imprevisto, il che significa che Twitter ha effettivamente appena messo in ginocchio diverse app progettate per aiutare le persone a utilizzare il suo servizio senza avere la decenza di farlo sapere ai propri sviluppatori. John Gruber lo dica meglio quando definisce questo comportamento “assurdamente irrispettoso”.

I primi problemi sono iniziati il 12 gennaio e continuano ad affliggere le piattaforme di terze parti che supportano il servizio. Sembra che a rompere questi servizi sia una serie di errori di autenticazione al social network. L’app più colpita è sicuramente Tweetbot, che permette la pianificazione di post, messaggi e altre pubblicazioni sul social, nonché la possibilità di scegliere tra più account diversi, e che per questo viene utilizzata da vari creatori di contenuti e persino da alcune aziende per le proprie campagne social.

Il progetto per Twitter è di aumentare notevolmente la quantità di denaro che guadagna attraverso gli abbonamenti, aprendo al contempo il sito a una maggiore “libertà di parola” che in alcuni casi sembra significare il ripristino di account precedentemente vietati, come quello dell’ex presidente Donald Trump.

Il progetto di Musk crea il rischio che Twitter possa violare le regole sulle app di Apple o Google in modo tale da rallentare l’azienda o addirittura far ritirare il suo software dagli app store. Le linee di battaglia sono state tracciate. La scorsa settimana, Musk si è lamentato in un tweet delle tariffe applicate dagli app store, che si aggirano tra il 15% e il 30% delle vendite digitali. Alcuni segnali indicano che Twitter ha già visto un aumento di contenuti dannosi da quando Musk ha preso il comando, mettendo a rischio le app dell’azienda.

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