Il 2023 sarà pregno di uscite videoludiche degne di nota, le aspettative dei gamer di ogni età sono ad alti livelli di trepidazione, tuttavia simili speranze si accompagnano non di meno a una velata preoccupazione. Complice il panorama editoriale del periodo recente, vien fin troppo facile credere che i singoli titoli possano incappare in gravosi posticipi, in debutti pieni zeppi di bug o in formalizzazioni dai risultati deludenti; tali timori tendono a essere direttamente proporzionali all’amore e alle speranze che gli utenti ripongono in un determinato brand e nessun marchio sembra in questo momento capace di sviluppare un assortimento di sentimenti tanto variegato e complesso quanto quello che sta ammantando il lancio di Hogwarts Legacy.
Con una mossa tutt’altro che scontata e che dimostra una certa sicurezza, Warner Bros. Interactive Entertainment ha deciso di promuovere il titolo in questione invitando i giornalisti del settore a provarlo in anteprima a ridosso della sua pubblicazione (tranquilli, la recensione arriverà). In tal senso è stato intavolato un minuscolo assaggio di un gioco che promette di essere gigantesco, un elemento introduttivo di circa un’ora e mezza di cui abbiamo goduto anche noi e che ci ha decisamente lasciato un buon sapore in bocca, se non addirittura entusiasmato. Essendo una fase molto delicata del debutto di Hogwarts Legacy, Warner Bros ci ha fatto firmare col sangue – metaforicamente parlando – delle clausole di riservatezza che ci impediscono di affrontare alcuni argomenti specifici, pena la persecuzione via dissennatori, ma nonostante questo abbiamo comunque sviluppato a riguardo dell’ultima fatica dei talenti di Avalanche Software una miriade di considerazioni che non vediamo l’ora di condividere con voi.
Hogwarts Legacy ci rende cadetti di una certa età
Parte del fascino di Hogwarts Legacy consiste nel fatto che sia uno dei pochi titoli d’alto profilo legati al brand Harry Potter che permette di esplorare il mondo fantastico della saga senza imporre il requisito di vestire i panni del noto maghetto. Facendo leva su di una prodezza narrativa, il gioco non solo si immerge in un periodo antecedente alla serie canonica, ma mette nelle mani degli utenti un giovane “tardone”, un cadetto che è finito con il varcare i cancelli di Hogwarts svincolandosi dal tradizionale iter d’arruolamento istituzionale. Nei fatti, quest’eccezione più unica che rara non è altro che un colpo di genio registico, un escamotage attraverso cui i game designer sono riusciti a creare un avatar che possa avvicinarsi anche ai giocatori più attempati garantendo allo stesso tempo che l’esplorazione della scuola magica sia portata avanti attraverso un soggetto privo di esperienza pratica.
La creazione dello studente è d’altronde una parte calda del pacchetto videoludico. Pur non facendo affidamento su di una gamma di personalizzazioni fisionomiche particolarmente ampia, il character creator mette in campo tutto il necessario per dar vita a un personaggio che sia allo stesso tempo unico e coerente con l’ambiente che lo circonda, armonizzato con le estetiche del mondo che abita. Piuttosto che concedere libero sfogo alle note perversioni creative dei gamer, lo staff di Avalanche ha dunque preferito concentrarsi sul lato profondo dell’immedesimazione facendo leva su di una serie di piccoli accorgimenti che spaziano dal dover assegnare un cognome al proprio protagonista al poter scegliere se arruolarsi come mago o come strega, a prescindere dal proprio genere.
Vuoi che sia una risposta indiretta alle controverse posizioni dell’originale autrice dei libri, JK Rowling, vuoi che sia un’impegno promosso in totale genuinità, Hogwarts Legacy e i suoi autori puntano molto al concetto di rappresentanza. Il menù di creazione non fa quindi riferimento alla canonica distinzione binaria maschio-femmina, piuttosto opera sul taglio del viso, sul tono di voce, sullo stile della capigliatura e su altri dettagli al fine di incanalare i risultati finali verso molteplici forme ed etnie. Sulla questione prettamente caratteriale, i dettagli si fanno più fumosi. In pieno stile The Witcher 3, il campione di turno può attingere a linee di dialogo opzionali e a risposte che guidano invece la progressione dell’intreccio. Alcune uscite si biforcano dunque in base al tono, il quale può essere accomodante o aggressivo. Su due piedi non riusciamo a stabilire se queste derive possano portare a sviluppi alternativi dei contenuti, tuttavia pare che l’atteggiamento dell’avatar abbia uno spazio di manovra molto contenuto e che il suo destino sia legato più alla storia che alle scelte del giocatore.
Aperto, ma lineare
Sebbene spesso si senta parlare di Hogwarts Legacy al pari di un open world, l’esperienza sul campo ci ha fornito un riscontro divergente dall’idea che era trapelata prendendo visione dei soli trailer. Più che un vero e proprio mondo aperto si ha l’impressione di avere a che fare con un hub centrale molto vasto – la scuola di Hogwarts – a cui si affiancano missioni dalla struttura perlopiù lineare e pilotata. La demo a cui siamo stati sottoposti non ci ha permesso di mettere alla prova questa nostra illazione, tuttavia la morfologia delle mappe sembrerebbe sposare la teoria che la cartografia digitale sia sviluppata secondo due filosofie parallele: da una parte un’area studentesca in cui i gamer possono esplorare forsennatamente, dall’altra livelli che prediligono un approccio meno divagante in favore di un’impostazione registica marcata.
Una simile alternanza non rappresenta necessariamente un male. Uno dei timori più ingombranti che aleggiavano attorno al titolo era proprio quello che vedeva nella dimensione e nella profondità del mondo di gioco un potenziale tallone d’Achille. Avalanche sembra invece essere stata capace di concentrare le proprie risorse verso un progetto che sa essere cinematografico e coinvolgente senza però indulgere nella tracotanza o risultare soffocante. Nonostante la semplicità progettuale delle missioni da noi collaudate fosse evidente, molti degli elementi al loro interno finivano in un modo o nell’altro a regalare all’intera avventura ventate di vitalità e coinvolgimento. Certo, è possibile caricare frontalmente i propri nemici e annichilirli con magie ben ritmate, ma è altrettanto possibile infiltrarsi tra le loro fila per origliare i loro discorsi. Oppure si può rimandare lo scontro e dedicare tempo alla raccolta dei funghi o a far saltare i ciottoli sulle superfici di laghi infestati da dugbog tremendamente incattiviti. Se è vero che alcune mappe tendono a essere lineari, insomma, non necessariamente l’esperienza dell’utente dev’essere piatta o noiosa. Le varianti ci sono, ma si rivelano nei dettagli.
Tutt’altra cosa è Hogwarts stessa! In questo caso abbiamo avuto a che fare con una zona tanto ampia che non solo gli sviluppatori hanno messo in campo una scopa volante con cui velocizzare i movimenti, ma l’uso della stessa è quasi obbligatorio. Tra interni ed esterni, i pochi minuti a nostra disposizione sono stati a malapena sufficienti per vedere una minuscola frazione della totalità di ciò che l’accademia magica ha da offrire. Durante la nostra permanenza siamo incappati in minigiochi, missioni secondarie e, soprattutto, nelle fondamenta di quella che sembra essere una dedizione maniacale alla vena collectathon, ovvero al reperimento di oggetti collezionabili ben nascosti tra i corridoi accademici, una tendenza che peraltro ammicca non poco a un’era videoludicamente più innocente e naïve. Difficile stabilire a questo punto se il reperimento di oggetti numerati si traduca o meno in traguardi degni di nota, tuttavia vale la pena sottolineare che durante le nostre perlustrazioni siamo incappati molteplici volte in depositi segreti di denaro o in accessori con cui sostituire i capi d’abbigliamento dell’avatar, indizi che lanciano la nostra immaginazione verso un orizzonte fatto di positività.
Ben più dinamico e vario di quanto non ci si aspetterebbe
I trailer di combattimento di Hogwarts Legacy hanno solleticato l’immaginario degli internauti, ma anche la loro ansia. I duelli e gli scontri di magie apparivano interessanti su video, tuttavia non poche persone hanno messo in dubbio che i comandi potessero non essere adeguatamente reattivi, ancor più perché l’azione inscenata nelle clip non sempre illustrava quella gratificante dinamicità ricercata dai fan. Siamo lieti di sfatare questo nefasto preconcetto. Quasi del tutto. Quella intavolata da Avalanche Software è un’esperienza che, pur non raggiungendo le vette degli action più osannati, si dimostra tanto valida quanto solida. Non aspettatevi un livello qualitativo a la Marvel’s Spider-Man, per intenderci, bensì un qualcosa di più alla mano che ha però innegabilmente preso a modello i capolavori del genere action.
La gittata della bacchetta è notevole, la maneggevolezza del puntamento è estremamente intuitiva e le sfide sono impostate per forzare il protagonista in una situazione di costante movimento: le magie avversarie possono essere deflesse, parate o schivate, bisogna dunque stare attenti alle tecniche difensive dei propri oppositori per contrastarle adeguatamente, infine sono presenti comandi contestuali che permettono di lanciare oggetti e praticare fatali colpi di grazia contro i nemici. L’attacco alla base delle meccaniche di combattimento è un generico “fuoco rapido” di energia mistica, ma studenti e nemici possono attingere anche a un fitto repertorio di incantesimi specifici, alcuni utili in fase di esplorazione, altri letali sul campo di battaglia. Non è ancora dato sapere quale sia la quantità massima di sortilegi presenti in-game, tuttavia gli utenti hanno la possibilità di creare scorciatoie per un totale di sedici magie equipaggiabili contemporaneamente, un dettaglio che offre di conseguenza un’ampissima versatilità. Una volta presa la mano con il sistema di combattimento, i duelli non rappresenteranno altro che una tela su cui dipingere attacchi concatenati che siano spettacolari quanto scenografici. A volte persino brutali.
Con un retaggio tanto radicato nella sfera cinematografica, non stupisce che Hogwarts Legacy faccia affidamento a una colonna sonora immersiva e a un taglio registico profondamente scenografico. Per evitare spoiler non possiamo scendere troppo nei dettagli, ma vi accenniamo che, per com’è impostato, il prodotto si dimostra in grado di intrattenere lo sguardo dei giocatori anche nei momenti più statici dell’esposizione narrativa. Durante l’hands-on abbiamo altresì notato qualche calo del frame rate e una leggera distorsione del parlato del protagonista, piccoli inciampi che certamente vaglieremo meglio al lancio ufficiale, ma che comunque non sono che elementi minori di un pacchetto complessivamente più che valido. Detto questo, non possiamo che professarci ansiosi di vedere se, al suo debutto, il titolo verrà abbracciato dal mondo dei modders, universo che potrebbe aprire ai fan del genere un’infinità di possibilità, nonché un grado di personalizzazione delle impostazioni che potrebbe alimentare non poco la longevità dell’esperienza incantata.
PIATTAFORME: PS5, Windows, Xbox X|S
DATA USCITA: 10 febbraio 2023
SVILUPPATORE: Avalanche Software
PUBLISHER: Warner Bros. Interactive Entertainment
Hogwarts Legacy è uno dei titoli più attesi di questo 2023, nonché uno dei primi big che raggiungerà i negozi. Video e trailer hanno dato fino a oggi a intendere che lo staff di Avalanche Software si sia lanciato in una missione di programmazione estremamente audace e ambiziosa, che si sia imposto un traguardo tanto alto da essere quasi irraggiungibile. Ora che abbiamo avuto modo di provare con mano un breve stralcio del titolo, ci sentiamo ottimisti nel sostenere che gli sviluppatori non siano incappati nel peccato di superbia, ma che si siano effettivamente dimostrati in grado di dar vita a un titolo accattivante ed immersivo. Non vediamo l’ora di poter collaudare l’opera finita, così da poter esplorare più a fondo quel mondo fantastico dai toni retrò che abbiamo avuto solamente il modo di adocchiare fugacemente.