Oggi, domenica 19 marzo, è la festa del papà che si festeggia con la ricorrenza del santo San Giuseppe. In questo giorno la nostra cara Italia offre diversi dolci tipici, esemplare è di certo il dolce napoletano: la famosa zeppola di San Giuseppe con crema pasticcera ed un tocco di amarena. Dopo questa piccola digressione culinaria ritorniamo a parlare di videogiochi, anzi, dei padri all’interno delle opere interattive che ci hanno regalato emozioni, che ci hanno saputo intrattenere e, magari, ci hanno insegnato anche qualcosa in più. Perché, spesso e volentieri, i videogiochi raggiungono alti livelli narrativi che, uniti alla loro natura interattiva, ci rendono partecipi in prima persona e ci fanno vivere emozioni che il cinema o il piccolo schermo non riescono a trasmettere. Tuffatevi in questo viaggio nel mondo dei padri nei videogiochi e, chissà, magari anche loro vorrebbero sgranocchiare una o due zeppole napoletane.
Don’t be sorry, father. Be better!
Conosciamo tutti Kratos, il “Fantasma di Sparta“, titolo affibbiatogli dopo aver ucciso moglie e figlia in seguito alla violazione del tempio di Atena. Un uomo che, nonostante sia diventato un Dio, è tutto tranne che perfetto. La sua storia iniziò in Grecia e lo vide alle prese con gli Dei dell’Olimpo in un circolo vizioso di vendetta, che era anche la sua unica ragione di vita. Dopo la conclusione della trilogia di videogiochi ambientata in Grecia, Santa Monica Studio nel 2018 pubblica il nuovo God of War su PS4, presentandoci lo spartano diverso e cambiato, o almeno è quello che ci hanno fatto pensare. Stabilendosi a Midgard riesce a creare una nuova famiglia e decide di riporre per sempre le sue Lame del Caos. Al suo fianco c’è ora il giovane figlio Atreus, con il quale dovrà affrontare un lungo viaggio al fine di onorare l’ultimo desiderio di Faye, madre del bambino e moglie dello spartano. Gli scambi di battute tra Kratos e Atreus mentre esploriamo le ambientazioni della mitologia norrena non sono mai banali ma aiutano il giocatore ad immedesimarsi ancora di più nei personaggi, con il giovane “ragazzo” che cerca di scalfire l’armatura del padre burbero e severo, con quest’ultimo che insegna al giovane la dura disciplina Spartana, come sopravvivere nel mondo ma soprattutto vuole insegnare al figlio di essere migliore di lui e degli altri dei, dopo aver ammesso le proprie colpe. I due, nel corso dell’avventura, creeranno un solido rapporto padre-figlio, non solo durante le battaglie che affronteremo ma soprattutto nei modi di fare dei due protagonisti, dove il giocatore riesce a cogliere la vera essenza di questo viaggio mitologico tra padre e figlio.
If I Ever Were To Lose You, I’d Surely Lose Myself
In The Last of Us il rapporto tra Joel ed Ellie è sicuramente il punto cardine dell’esperienza narrativa del titolo. La crescita emotiva di Joel nei confronti di Ellie durante il corso della storia è sicuramente uno degli espedienti narrativi ed emotivi più riusciti, ed al tempo stesso unico, che sia mai stato creato all’interno del mondo dei videogiochi. La storia non lascia il giocatore indifferente ed infatti tutto è calibrato alla perfezione perché il giocatore possa immedesimarsi al meglio, ogni singolo dialogo è studiato perché il rapporto tra i due personaggi sia vero. Per Joel il viaggio lungo l’America è anche una sorta di redenzione verso se stesso. Non riusciva a perdonarsi dopo aver visto sua figlia Sara esalare il suo ultimo respiro tra le sue braccia durante la prima notte dello scoppio dell’epidemia Cordyceps. Non era capace di farsene una ragione e lasciarsi il passato alle spalle. Naughty Dog è stata capace di presentarci una personalità turbata ed introversa, dalle poche parole e chiusa come un riccio per poi, con il passare delle ore, dei giorni e dei mesi in compagnia di Ellie, la sua “bambina adottiva”, è riuscito ad aprirsi ed instaurare un legame padre-figlia che di certo ha emozionato più di un giocatore nel mondo. Anche la serie TV HBO di The Last of Us è riuscita a ricreare a meraviglia le emozioni che Joel ed Ellie ci hanno regalato durante il viaggio interattivo.
Those Months At Kaer Morhen — They Passed So Quickly
In The Witcher 3 Wild Hunt, terzo ed ultimo capitolo della serie di videogiochi realizzata dal team polacco, viviamo il viaggio dello strigo Geralt di Rivia alla ricerca dell’amata Ciri. La ragazza non è solo la figlia adottiva ma anche il destino del Witcher, la sua bambina inaspettata. Il prologo è ambientato proprio a Kaer Morhen dove, per la prima volta, il giocatore conosce una Ciri bambina che si allena per diventare a sua volta una Witcher. Nel corso dell’avventura impersonificheremo Cirilla più di una volta e, grazie all’abile narrazione creata da CD Projekt Red che ci rende partecipe di entrambi i punti di vista dei personaggi, il videogiocatore riesce ad entrare in confidenza con il personaggio, affezionarsi e capire la natura del rapporto che c’è tra i due. Il tutto culmina con l’emozionante ritrovamento di Cirilla, grazie anche ad una colonna sonora eccezionale ed una cut-scene abilmente sceneggiata, è riuscita a trasmettere l’emozione che Geralt ha provato subito dopo aver trovato il corpo della ragazza, apparentemente senza vita. La disperazione nel volto del padre subito dopo si trasforma in felicità, nell’emozionante abbraccio tra i due. Un incontro avvenuto dopo varie peripezie che ci hanno portato ad affrontare innumerevoli nemici e mostri in diversi luoghi del mondo come No Man’s Land, Novigrad e le Isole Skellige.
Every man has a right to change, a chance of forgiveness
Passiamo adesso ad un altro personaggio molto amato dal pubblico dei videogiochi, John Marston dalla serie Red Dead Redemption. All’inizio non è stato un padre esemplare, sia perché apparteneva alla banda di Dutch e sia perché abbandonò l’amante Abigail che l’appena nato Jack, poiché dubitava in primis che fosse realmente suo figlio ed in secundis non voleva iniziare una vita familiare. Nonostante faticasse nell’essere un padre presente durante il suo periodo nella gang, John ha lottato per vivere e crearsi una vita retta. Tutto cambiò quando decise di lasciarsi alle spalle la vita da cowboy e di dedicare più tempo alla famiglia e soprattutto al piccolo Jack, ormai un adolescente. Se il ragazzo era più interessato alla letteratura e alla lettura rispetto alle armi e la vita da gunslinger che fece il padre, i due riuscirono a creare un forte legame, con John che ha fatto tutto il possibile per dare a Jack una vita normale. Purtroppo, però, non si può sempre scappare dal passato. Dopo un breve periodo di spensieratezza nella loro piccola fattoria a Beecher’s Hope, nonostante avesse compiuto tutto ciò che Edgar Ross e l’FBI gli chiesero di fare, John sapeva cosa lo attendeva e si sacrificò per difendere la sua famiglia dai federali, donando tempo prezioso a Jack ed Abigail in modo che scappassero. Qui si conclude il viaggio del nostro “eroe”, un padre che ha cercato di fare tutto il possibile per rendere la vita del figlio perfetta, compiendo infine la sua redenzione finale, sacrificandosi per l’amore che provava per la sua famiglia e soprattutto per il figlio Jack.
She’s cute as a button, with the heart of an angel
Facciamo un tuffo nel mondo creato da Square Enix con Barret Wallace e la sua adorata piccola Marlene. Nel remake di Final Fantasy VII il rapporto tra i due è stato approfondito e caratterizzato meglio. Come si piò notare la bambina è stata adottata da Barret e possiamo definirlo un gigante dal cuore tenero, nonostante i suoi modi di fare molto rozzi. Gestisce il bar Seventh Heaven grazie anche all’aiuto di Tifa ed è la base segreta del gruppo Avalanche, un’organizzazione terroristica che lotta contro la supremazia della Shinra, una società che sfrutta la linfa vitale del pianeta con i reattori Mako che “assorbono” l’energia della Terra. Barret si è unito all’Avalanche per lottare contro la Shinra, costruire un futuro migliore e salvare il pianeta dalla distruzione, tutto ciò per donare alla sua piccola bambina un futuro migliore. Nel remake vediamo il gruppo di Cloud Strife scomparire dalla realtà in cui hanno vissuto finora, per avventurarsi in una dimensione alternativa, in modo da trovare e sconfiggere Sephiroth. Prima di scomparire ed affrontare il fato stesso del pianeta Barret si volta verso Midgar con il pensiero alla figlia, mentre Marlene guarda fuori dalla finestra pensando a lui, e l’unica promessa che un padre può fare in un momento del genere, sia a se stesso che verso Marlene, è quella che tornerà ancora una volta da lei, per riabbracciarla e sorridere insieme nuovamente.
I should’ve been teaching you not to make the same mistakes I did
Se parliamo di videogiochi e papà è difficile non menzionare Persona 5, uno dei migliori J-RPG usciti negli ultimi anni caratterizzato da una storia emozionante e profonda. Il protagonista che impersonificheremo, soprannominato Joker, si ritroverà ad un certo punto della sua vita a vivere con Sojiro Sakura, il proprietario del Café Leblanc e padre dell’adottata Futaba Sakura. Una volta riusciti a conquistare la sua fiducia, aprirà a noi il suo cuore e ci parlerà del suo passato. Scopriamo che era un ex ufficiale governativo ed amante di Wakaba Isshiki, una ricercatrice cognitiva. Dopo il decesso a causa di un incidente stradale (presumibilmente un suicidio), il buon Sojiro preoccupato per la sicurezza della bambina, dopo che ha trascorso del tempo con lo zio abusivo, ha accolto in casa sua la bambina. Ha cresciuto Futaba come meglio ha potuto nonostante fosse un padre singolo e tenendola lontana da eventuali nemici della madre. In un certo senso non è solo il papà della ragazza ma fa da padre e mentore anche al protagonista, offrendogli un tetto dove alloggiare ma anche consigli ed insegnamenti preziosi come, ad esempio, il suo mestiere sull’ottenere un ottimo caffè da presentare ai clienti.
Cheryl is my daughter. I will save her. No matter what
Dato che il remake di Silent Hill 2 sta per arrivare, dopo che Konami ha annunciato la quasi conclusione dello sviluppo, torniamo indietro negli anni e parliamo del primo Silent Hill. Come non menzionare nella lista dei papà dei videogiochi Harry Mason, un padre che pur di salvare la sua figlia adottiva Cheryl si addentra negli oscuri meandri della nebbiosa cittadina, piena di pericoli, trappole e temibili mostri. Harry ha infatti dimostrato di essere un padre competente, devoto, responsabile e amorevole nei confronti della figlia adottiva, rischiando la sua stessa vita per salvare la bambina quando scomparve a Silent Hill. Avendo perso sua moglie Jodie all’inizio del loro matrimonio, la figlia è la cosa più importante che ha nella vita. Interessante è proprio la raffigurazione di questo personaggio, un normale papà che fa lo scrittore e descritto come goffo e maldestro, ma ciò che gli manca nell’allenamento fisico riesce a compensarlo con il suo coraggio.