Il PlayStation Showcase 2023 si è abbattuto sui gamer come un ciclone, scatenando alti e bassi che hanno stordito e ammaliato tutti coloro che hanno seguito in diretta l’evento. Tra le sorprese del caso figura un reveal trailer che ha disseppellito un brand Capcom che sembrava ormai fossilizzato da tempo, ma le cui estetiche sono immediatamente risultate familiari a molti dei giocatori più attempati. Senza troppe anticipazioni, la casa nipponica ha infatti annunciato Dragon’s Dogma 2.
Dragon’s Dogma 2 riesuma un titolo ormai messo da parte
Non tutti sono familiari con la saga di Dragon’s Dogma, ancor più perché definirla “saga” è forse fin troppo generoso: si è fermata al suo primo capitolo, se si escludono un gioco online mai arrivato in occidente e una serie animata di Netflix. Nel 2012, all’epoca del lancio, Capcom non aveva d’altronde spinto troppo la sua nuova e inedita proprietà intellettuale, gran parte delle persone ne erano venute in contatto solamente perché in allegato al titolo era anche presente una demo dell’allora attesissimo Resident Evil 6. Coloro che hanno compiuto un simile investimento pur di ottenere una sneak peak del gioco di zombi si sono però trovati inconsapevolmente per le mani un piccolo tesoro singleplayer, un’esperienza high fantasy atipica e unica.
Capcom aveva creato un qualcosa che potrebbe essere sintetizzato grosso modo come l’anello di congiunzione tra il game design di Dark Souls e le possibilità di movimento di Shadow of the colossus. Il mondo era severamente ostile, tuttavia le classi a disposizione – guerriero, mago e arciere – aveva la possibilità di evolvere progressivamente fino ad abbracciare le più estreme power fantasy videoludiche. Non solo, le molte creature mitologiche che abitavano il mondo di gioco erano spesso e volentieri arrampicabili. I combattenti potevano insomma assalire fisicamente chimere e dragoni e pugnalarli mentre questi spiccavano in volo.
Ad arricchire il tutto c’era dunque la meccanica dei “pedoni”, uno stratagemma curioso che permetteva ai giocatori di crearsi un gruppo di tre bot seguaci parzialmente programmabili, seppur rozzamente. Uno di questi personaggi non giocanti veniva sviluppato direttamente in partita, mentre gli altri due erano presi a prestito dagli omologhi ideati dagli altri giocatori, con il risultato che era possibile intavolare una forma di cooperazione multiplayer senza mai veramente estendersi oltre i confini del giocatore singolo. Con un minimo di esperienza era possibile dare vita a un plotone di esecuzione utile a sopperire tutte le mancanze proprie della classe scelta dal singolo giocatore.
Un sequel inatteso, ma desiderato
«La convinzione è la volontà umana giunta alla sua massima potenza». Questa frase di Honoré de Balzac apre il video di presentazione di Dragon’s Dogma 2, mentre il volo di un grifone accompagna lo sguardo del pubblico in direzione di un paesaggio noto. In distanza si intravede la Bluemoon Tower, quindi il logo di un drago coronato oscura per intero lo schermo, lasciando a intendere che il legame tra stirpe draconica e sovrani umani non sia (ancora) stato scisso. Che si tratti di un prequel? Difficile a dirsi. Il fatto che più avanti il video mostri la statua di un cavaliere intento a decapitare un drago lascia a intendere che i giocatori si troveranno per le mani un vero e proprio sequel, ma l’indizio non è sufficiente a offrirci alcuna prova. Ciò che è certo è comunque che il mondo risulta abitato anche da umanoidi felini, una specie assente nel primo episodio della saga. Le immagini evidenziano a loro volta il ritorno delle ormai celebri tre classi di combattimento e lo fanno illustrando scene di lotta che dimostrano fino a che livello sia possibile far progredire la giocabilità pur rimanendo fedeli agli standard passati. Tra i graditi ritorni figura inoltre la possibilità di inerpicarsi sui propri avversari, una cifra stilistica che certamente non poteva mancare, ma che è in ogni caso è tato gradita quanto attesa. Tutto sembra estremamente familiare, ma viene elevato a un traguardo tecnico-scenografico tanto alto da meritarsi a pieno titolo il debutto sul Mercato videoludico contemporaneo.
Dopo un’assenza tanto prolungata, Dragon’s Dogma 2 si prepara insomma a rivisitare con gusto moderno quanto già battuto dal capitolo precedente, tuttavia alcune scelte registiche sembrano allo stesso tempo aggiungere elementi nuovi alle alchimie passate. In particolar modo, il trailer ha stupito per la varietà del design dimostrato sia dai personaggi non giocanti che dai nemici da sconfiggere. Se il primo episodio ci aveva abituato alle classiche creature mostruose che si sarebbero potute trovare anche in un Monster Hunter, il sequel sembra lasciare spazio a esseri più ambigui e sfaccettati quali sfingi e meduse.
Piattaforme: Playstation 5, Xbox Series X/S, PC
Sviluppatore: Capcom
Publisher: Capcom
Data d’uscita: TBA
Capcom ci fa tornare indietro di dieci anni annunciando Dragon’s Dogma 2. Oltre al trailer di presentazione e a quelle poche informazioni pubblicate dall’azienda non sappiamo ancora praticamente nulla, ma la tacita promessa degli sviluppatori è quella di preservare e portare avanti tutte le peculiarità che hanno reso atipica e memorabile l’esperienza originale. Torna la struttura in tre classi, tornano i “pedoni”, tornano i draghi divoratori di cuori, ma questa volta tutto viene mossa dalla RE ENGINE. Non vediamo l’ora di saperne di più.