Like a Dragon Gaiden The Man Who Eresed His Name Anteprima: non dire Drago se non ce l’hai nel… Summer Game Fest 2023

Like a Dragon Gaiden The Man Who Eresed His Name

L’annuncio di un nuovo capitolo della serie Like a Dragon (l’ormai ex Yakuza) già di per sé avrebbe avuto il potere di lasciarmi letteralmente senza fiato. Se a questo si aggiunge che Like a Dragon Gaiden The Man Who Eresed His Name avrà nuovamente come protagonista il buon Kazuma Kiryu, vi lascio immaginare il risultato. E, se l’annuncio in questione arriva dal Summer Games Fest 2023 che ha già saputo regalare la grande gioia della demo di Lies of P e la data d’uscita di Final Fantasy 7 Rebirth, il risultato finale è assimilabile al rumore di un vetro in frantumi all’interno di un monastero buddhista. Like a Dragon Gaiden (lo chiamerò così da ora in poi perché il titolo completo è veramente troppo lungo) è un po’ un predestinato. Il titolo fa da congiunzione agli eventi di Yakuza 6 The Song of Life e Yakuza: Like a Dragon (il settimo capitolo, per intenderci), coprendo quindi un buco narrativo importante, ma che può risultare fondamentale anche per il futuro del brand in generale. D’altronde, e non lo si può negare veramente, per quanto Ichiban Kasuga abbia dimostrato di essere degno del passaggio di consegne, il fascino di Kazuma Kiryu è troppo ancora fin troppo evidente. La sua presenza basta e avanza per rendere questo nuovo capitolo della serie attesissimo un po’ a scatola chiusa? Assolutamente sì, perché il lavoro del Ryu Ga Gotoku Studio ormai lo conosciamo bene e questo basta e avanza per farmi già iniziare a contare i giorni che ci mi e ci separano dal prossimo 9 novembre, giorno in cui il gioco arriverà sul mercato.

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Like a Dragon Gaiden The Man Who Eresed His Name: il canto del Drago

Sono passati ormai cinque anni dall’uscita occidentale di Yakuza 6: Song of Life e nella mia mente riecheggiano le tante lacrime versate, convinto come molti altri giocatori, immagino, di dover salutare in maniera definitiva una dei protagonisti più iconici della storia videoludica recente. E, in fin dei conti, per certi versi è stato così, perché Kazuma Kiryu è morto, almeno apparentemente. Per salvaguardare il futuro di tutte le persone a lui più vicino, tra cui Haruko, Haruto e gli altri bambini dell’orfanotrofio, l’ormai ex Drago di Dojima ha dovuto accettare di diventare un vero e proprio fantasma e di fingersi morto agli occhi di tutti. Non è stato facile per Kiryu, non lo sarebbe stato per nessuno, e il suo volto ne è una conferma a dir poco lampante. Sia chiaro, il protagonista della serie Yakuza (ora Like a Dragon) non è mai stato un simpaticone e le sue espressioni hanno raramente abbozzato sorrisi ed espressioni veramente felici, ma il Kiryu che ho intravisto nel trailer di presentazione del gioco è ancora più “spezzato” di quanto non lo sia mai stato fino a quel momento. Kazuma Kiryu, insomma, sembrerebbe essere ormai veramente morto, o almeno il suo passato. L’uomo sembrerebbe essersi definitivamente chiuso in sé stesso e aver rispolverato quella sua vena da lupo solitario messa un po’ – inevitabilmente – da parte nel corso degli ultimi anni, ma gli eventi che lo circondano sono destinati a fargli cambiare nuovamente prospettiva.

Del resto, Kazuma Kiryu è un guerriero, un lottatore, uno stratega della battaglia, e il suo auto confinarsi a persona invisibile non poteva avere lunga vita. Nel trailer, infatti, si vede Kiryu impegnato a meditare in un tempio, in cui probabilmente ha preso dimora sotto falsa identità per riprendere in qualche modo la sua vita, ma il momento viene bruscamente interrotto dall’arrivo di una figura con cui Kiryu sembra avere una discreta confidenza. L’uomo, dal suo canto, non sembra sorpreso più di tanto nel ritrovare l’ex Drago di Dojima in quel luogo e non esita a venire subito al sodo. Per Kiryu è infatti il momento di tornare in azione. Il misterioso figuro chiede a Kiryu di fare quello che sa fare meglio: proteggere qualcuno. Il nostro eroe, che viene chiamato con il nome in codice Joryu, il cui significato dei kanji è quello di Drago “Rinato” o qualcosa di simile, accetta senza troppe storie la nuova missione, anche perché, ammettiamolo, conoscendolo, è davvero complicato tenere a freno le mani e rimanere in disparte. Kiryu è queindi tornato, sembra un bodyguard a tutti gli effetti, e sta scortando una giovane e attraente donna, che sembra anche molto ricca e potente, prima di rimanere accerchiato in un vortice di avversari che vogliono chiaramente attentare alla vita delle giovane, anche se conosciamo ancora il motivo e, onestamente, non vediamo l’ora di scoprirlo.

Il ritorno del Drago

L’espediente narrativo è perfetto per rivedere e riammirare in azione quello che, senza molti dubbi, è uno dei guerrieri più forti e completi dell’universi narrativo di Like a Dragon. I ragazzi del Ryu Ga Gotoku Studio hanno deciso per questo nuovo capitolo della serie di fare un “passo indietro” e rispolverare il vecchio sistema di combattimento action, abbandonando, almeno per il momento la vena ruolistica che ha accompagnato l’esordio sulla scena (tra l’altro con ottimi risultati) di Ichiban Kasuga. In Like a Dragon Gaiden i giocatori vestiranno nuovamente i panni di Kazuma Kiryue e, anzi, il tempo sembrerebbe essersi arrestato, almeno osservando il feedback e lo stile dei combattimenti e dei movimenti dell’uomo. Nel trailer ho visto infatti un Kiryu molto carico, quasi ancor più inarrestabile, il che forse è anche dovuto dal fatto di essere più libero da vincoli e, di conseguenza, più propenso a sfoderare il suo straripante arsenale offensivo. Osservando gli scontri e basandomi sulle poche informazioni finora rilasciate, ho compreso che la natura del combat system sembra molto tradizionale ma con alcune novità che sembrano avere un grande potenziale ludico e strutturale. Kiryu può utilizzare due diversi stili di combattimento: Yakuza e Agente, entrambi con caratteristiche apparentemente molto diverse tra loro.

Se nel primo caso ci troviamo di fronte a un approccio più classico e se vogliamo tradizionale alle battaglie, è sicuramente il nuovo stile di combattimento a offrire le novità più succose. Grazie al suo nuovo ruolo, infatti, Kazuma Kiryu sembra potersi avvalere di nuovi strumenti, per compensare le continue battaglie in cui è costretto a combattere in forte inferiorità numerica, tra cui ho notato una sorta di frutta elettrificata che sembra possedere un range d’attacco importante, capace di garantire al protagonista una potenza offensiva anche dalla distanza notevole. Oltre a questo, ovviamente, non mancano le soluzioni più classiche. Kiryu sembra avere la classica aura azzurra che lo circonda, simbolo delle Heat Action che si ricaricano. Ho notato la solita voglia di Kiryu di infierire con colpi speciali per azzerare lo spirito offensivo degli avversari, così come la necessità di affidarsi agli oggetti di scena (bici, distributori automatici, ecc) per potersi in qualche modo agevolare la vita in situazioni, come detto anche prima, di continuo svantaggio numerico. Sotto il profilo ludico, insomma, Like a Dragon Gaiden sembra in tutto e per tutto l’apoteosi del ritorno alle origini della serie. Kiryu si muove in maniera tradizionale, sembra essere quello di sempre, ma la sua nuova vita potrebbe (e l’ha già fatto, in qualche modo) aprire nuove possibilità anche sul piano ludico, magari in modi che ancora non conosciamo. In attesa di nuove informazioni, però, posso ritenermi molto soddisfatto di quanto ho visto e non vedo l’ora di scoprire tutto il resto.

Bentornati a Kamurocho… anzi, no

Uno degli aspetti più interessanti di questo trailer è sicuramente quello legato alla location e alla natura della vita Kiryu nel mondo di gioco. Non conosciamo infatti la location in cui i ragazzi del Ryu Ga Gotoku Studio hanno deciso di ambientare la nuova avventura del Drago di Dojima, ma sono convinto che, in ogni caso, il feedback offerto dalla nuova location sarà molto tradizionale e ospitale. Del resto, la parte finale del trailer mostra proprio Kiryu impegnato con le classiche attività secondarie che sono da sempre presenti nei titoli della serie e che ritornano con grande prepotenza anche in questo nuovo episodio. Oltre a questi, nel gioco potrebbe fare ritorno anche quella sorta di arena di combattimento a livelli che abbiamo visto anche nell’avventura di Ichiban Kasuga. Il castello che si vede nella fase finale del trailer dovrebbe essere proprio il teatro delle attività extra più votate all’attacco e all’allenamento del nostro alter ego e non vedo l’ora di scoprire come e se sarà collegato alla crescita di Kiryu, magari in termini di crescita e sviluppo del personaggio. Pur non conoscendo l’identità della città, ho già comunque l’impressione che ancora una volta sembra essere veramente ricca di cose da fare, da scoprire e da vedere. Tra contratti, missioni secondarie e sfide varie, il gioco sembra essere in grado di offrire la solita esperienza di gioco longeva e appagante, ma per il momento non abbiamo ancora informazioni più specifiche in merito. Quello su cui posso, invece, mettere la mano sul fuoco è l’aspetto tecnico e grafico del gioco. Di primo acchito il gioco sembra infatti molto in linea con le recenti produzioni dello studio, e se si pensa che SEGA distribuirà il gioco anche su PS4 e Xbox One è chiaro che siamo ancora di fronte a una produzione di natura cross generazionale e, dunque, incapace di far fare salti qualitativi particolari alla serie.

Piattaforme: PC, PS5, Xbox Series X|S, PS4, Xbox One

Sviluppatore: Ryu Ga Gotoku Studio

Publisher: SEGA

Data D’uscita: 9 novembre 2023

Like a Dragon Gaiden The Man Who Eresed His Name sembra avere tutte le carte in regola per sugellare al meglio il ritorno sulla scena di uno dei personaggi più amati della storia videoludica. Kazuma Kiryu è diverso, ha sofferto e sta soffrendo, ma sembra prontissimo a riprendersi la scena, in quello che si preannuncia un capitolo della serie più tradizionale e al contempo ricco di spunti di interesse, da scoprire, chiaramente, nel corso dei prossimi mesi. 

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.