Fae Farm

Fae Farm Provato: dite addio al vostro tempo libero

Fae Farm è il secondo titolo della software house canadese Phoenix Labs, studio che aveva realizzato Dauntless nel 2019. Dire che aspettassi tale titolo con ansia sarebbe mentire: era di tutto al di fuori del mio radar. Eppure, i “cozy games”, etichetta affibbiata di recente ai titoli in stile Animal Crossing con un gameplay rilassato e (si spera) rilassante, sono il mio pane quotidiano. Fae Farm però era passato in sordina, complice forse una strategia marketing un po’ light, perciò mi sento responsabile nel parlarvene a dovere. Tenete a mente questa grande verità: è un gioco che dà assuefazione e mi ha tenuta incollata fin dai primi dieci minuti.

Fae Farm

Fae Farm: zappa e scettro magico

Fae Farm è ambientato nel modo di Azoria, una regione tranquilla abitata principalmente da mercanti e contadini. La trama delle prime ore del gioco non è particolarmente significativa e serve più che altro ad introdurci al titolo, presentandoci i vari personaggi ma non consentendoci all’inizio interazioni più profonde di due chiacchiere. La componente fantasy è presente fin dall’inizio, con maghi e strani rovi tentacoli che avviluppano la regione, come è oramai usuale in diversi titoli del genere, Stardew Valley in primis.

Appare da subito evidente come ci voglia un po’ di tempo per lo sviluppo della trama e si debba pazientare. Al contempo, il gameplay ingrana molto in fretta: pochi minuti di tutorial, sotto forma di mini-quest per imparare i fondamentali, e siamo liberi di fare ciò che vogliamo. È un grande pregio del gioco, che lo differenzia da altri dello stesso genere che richiedono ore ex ore (o persino giorni) per sentirsi liberi di scegliere il proprio stile di gameplay.

Il potere della creazione

In Fae Farm possiamo dedicarci a varie attività, in primis ovviamente la gestione della fattoria. I comandi di base richiamano quelli dei classici del genere, perciò possiamo facilmente piantare semi, annaffiare e raccogliere i prodotti, nonché accarezzare o nutrire gli animali. Si imparano subito a gestire tali elementi del gameplay, come anche la raccolta di risorse come legna o roccia. Gli strumenti di base, tra cui asce e picconi, non possono rompersi e funzionano all’infinito, ma vanno man mano potenziati per renderli più performanti.  Lo stesso vale per canne da pesca e retini, con i quali possiamo catturare svariati animaletti da collezionare, vendere o cucinare. Non c’è nulla di troppo sorprendente in questi frangenti, ma il tutto funziona bene e si impara a gestire in pochi minuti. Lo stesso discorso vale per la costruzione di oggetti, che in Fae Farm occupa un ruolo molto rilevante. Possiamo creare un po’ di tutto, da cibi e bevande a mobili ed accessori. Gli stessi banconi per creare oggetti vanno a loro tempo creati, così pure le strutture per raffinare pietre o creare lingotti e fasci di legna. È un sistema progressivo in cui raccogliamo risorse per costruire macchinari che ci consentano di migliorarle e creare in seguito oggetti o strumenti, utili o solamente decorativi. Lo trovo finora divertente e mai particolarmente frustrante.

Fae Farm

Facciamo amicizia nelle grotte?

Il resto del gameplay è dedicato al creare rapporti di amicizia o di amore con i nostri vicini e alla esplorazione di dungeon. Nelle prime ore di gioco nessuna delle due meccaniche mi è parsa particolarmente stimolante: i dialoghi con gli NPC sono ridotti all’osso e non sono disponibili quest particolari. È probabile che ciò cambierà progredendo con la storia, ma avrei gradito una maggiore caratterizzazione fin da principio, come avviene negli Story of Seasons. Il nostro personaggio, in compenso, è ampiamente personalizzabile: nei primi minuti possiamo scegliere corporatura, colore della pelle, acconciatura e tutti i dettagli del caso. Fae Farm offre ampia inclusività e consente, ad esempio, di indossare un velo o acconciature particolari. Richiede anche quali pronomi vogliamo che vengano usati per riferirci a noi. Un dettaglio sicuramente significativo.

L’esplorazione dei dungeon è per me ancora agli albori. La miniera, prima grotta a cui abbiamo accesso, è costituita da diversi piani popolati soli da rocce e nemici da sconfiggere. Per proseguire è necessario trovare l’interruttore del portone del piano, nascosto da qualche minerale o protetto da un nemico. Questa attività ripetitiva è resa meno gravosa dal poter posizionare dei sigilli metallici che ci consentono di aprire direttamente il portone e continuare l’esplorazione da lì. Le nostre barre della vita, del mana e della magia limitano le esplorazioni durature, ma è soprattutto la durata della giornata a metterci in difficoltà: a mezzanotte si va automaticamente a dormire. Il sistema finora mi ha ricordato i dungeon di Stardew Valley, ma sono necessarie più ore di gameplay per approfondire le meccaniche e valutare labirinti più complessi e variegati. Non ho ancora potuto provare nemmeno il multiplayer online, che si prospetta un valore aggiunto interessante.

Piattaforme: Nintendo Switch, PC

Sviluppatore: Phoenix Labs

Publisher: Nintendo

Visivamente, il titolo di Phoenix Labs è davvero carino: lo stile morbido e cartoonoso piacerà di sicuro agli amanti del genere (me inclusa). I personaggi sono adorabili, gli animaletti sono adorabili, le ambientazioni sono colorate e gradevoli. Nonostante qualche rallentamento ed occasionali cali di frame rate, mi pare che Nintendo Switch regga bene anche in modalità handheld, progetto di testarla connessa alla TV per godermi meglio i vari dettagli.  La mia anteprima di Fae Farm è perciò piuttosto entusiasta, mi sto divertendo e sono cautamente speranzosa riguardo ai pochi elementi che ad oggi non mi convincono a pieno. Tenetelo d’occhio e non mancate di leggere la recensione definitiva, soprattutto se il genere è nelle vostre corde.

 

 

Mangiatrice compulsiva di sushi e cibarie di ogni genere, ama alla follia tutto quello che è Nintendo, non disdegnando neppure il dorato mondo dei Pokémon. Videogioca sin da quando era bambina, ed ora che è grande forse lo fa addirittura più di prima. Anzi, sicuramente.