I parigini di Amplitude Studios hanno attinto nuovamente da quel pozzo letteralmente senza fondo che è il loro macro-universo immaginifico noto come “Endless”. Da quest’ultima fatica, il team ha partorito Endless Dungeon, titolo della saga che, per l’ennesima volta, stravolge le dinamiche di game design trattate in passato dagli sviluppatori al fine di sondare direzioni inedite e audaci. L’opera, distribuita da SEGA, corona con la sua presenza il decimo anniversario del brand e rappresenta per molti versi una pietra miliare che potrebbe incidere non poco sulle mosse future del gruppo, il quale si dimostra più che mai pronto a compiere un salto di qualità: il titolo in procinto di raggiungere gli scaffali degli e-store rappresenta il sunto per eccellenza di tutte le esperienze e i talenti di questi creativi francesi. Nonostante i molti pregi, questi rappresenta però anche qualche sporadico vizio su cui sarebbe il caso di iniziare a lavorare seriamente.
Gli space-cowboy “dominano” il mondo di Endless Dungeon
La trama di Endless Dungeon può essere in buona parte riassunta nei pochi minuti del suo filmato introduttivo: una banda di prodi eroi spaziali si mette in moto per scoprire i segreti di un’area dello spazio famosa per aver annichilito innumerevoli scialuppe spaziali. Le cose prendono una brutta piega e anche la loro navicella finisce con lo scomparire dalle mappe. La ciurma finisce con lo schiantarsi su di una colossale base spaziale, morendo sul colpo nell’impatto. Quello di Endless Dungeon non è un mondo adatto agli eroi, i gamer non vi si interfacciano attraverso le gesta di un campione dai tratti trionfali, bensì adottando la prospettiva di un inserviente di bordo che è miracolosamente riuscito a sopravvivere all’incidente. Lo spazzino – propriamente “Swiper” – unisce presto le forze con un manipolo di sopravvissuti la cui speranza è quella di esplorare il colossale e misterioso complesso orbitale al fine di trovare auspicabilmente un modo per fuggire al loro isolamento forzato. Il contesto fa sì che toni d’avventura, il decadente abbandono dello spazioporto e l’intrinseca fantascienza del paesaggio si mescolino in una scenografia che potrebbe essere descritta come un western ambientato nello spazio che ricorda da vicinissimo il dissacrante humor della saga di Borderlands e l’atteggiamento noir dell’anime/manga Cowboy Bebop.
Sound design, colonna sonora e progettazione dei personaggi – giocanti e non – incarnano a loro volta una visione stilistica ben definita e degnamente concretizzata. Navigare l’area di smistamento delle missioni, il saloon, è un piacere per gli occhi e per l’udito, si scoprono costantemente nuovi dettagli man mano che si procede con l’avventura. La presenza di un palco musicale diventa poi la scusa perfetta per introdurre organicamente tranquille tracce musicali “da lobby” che riescono a radicarsi con verosimiglianza nel mondo di gioco, in più i bizzarri ospiti della stazione spaziale si prestano a rappresentazioni caratteriali nettamente esagerate, ma in qualche modo sono tutti accattivanti e apprezzabili.
Il potere della cristalloterapia
Le prime ore di Endless Dungeon sono dedicate a scoprire sulla propria pelle – spesso con conseguenze fatali – tutti quei non detti che il tutorial consapevolmente omette. Così come la ciurma di sopravvissuti comprende progressivamente le minacce che abitano la struttura che li ha catturati, anche i giocatori si trovano a patire di un certo grado di ignoranza che viene compensato gradualmente con l’esperienza sul campo. Se c’è una cosa che viene chiarita sin dai primi minuti di gioco è però l’importanza di proteggere il Crystal Bot, un drone che ospita sulla schiena un cristallo carico di un potere di cui sia i sopravvissuti che la stazione si servono.
Sul piano tecnico, il robot non rappresenta altro che una “roccaforte” da difendere dagli occasionali assalti nemici, sia attraverso un intervento diretto che con l’ausilio di torrette assemblabili. La vena dominante del genere tower defence è evidente, tuttavia, a differenza di molti predecessori, l’opera di Amplitude Studios non si accontenta di un’impalcatura ludica tanto stazionaria e impone agli utenti di adottare approcci necessariamente dinamici. Quando non soggetti alle ondate nemiche, i personaggi devono infatti impegnarsi a esplorare corridoi spaziali generati proceduralmente con l’obiettivo di trovare un passaggio che gli consenta di raggiungere un livello più profondo dello stabilimento galattico. Una volta identificato il varco, il team deve chiamare a sé il Crystal Bot, il quale emerge dal suolo grazie alle sue zampe meccaniche per dirigersi lentamente verso la destinazione finale. Quest’ultimo rush evoca necessariamente un’ultima ondata di creature nemiche, le quali mettono alla prova per un’ultima volta le abilità tecnica dei giocatori, ma anche la loro lungimiranza nel dispiegare i sistemi di sicurezza automatizzati. Sprecare risorse per piazzare cannoni in aree inutili può infatti dimostrarsi fatale, riducendo all’osso le possibilità di vittoria della squadra.
Gestisci risorse e rischia l’osso del collo
Una volta compreso l’obiettivo del gioco, ci si può attardare a esplorare i dettagli tecnici secondari, la conoscenza dei quali si dimostra non di meno vitale al successo delle proprie imprese. La prima cosa da tenere a mente è che durante le missioni esplorative i giocatori avranno a disposizione tre tipologie di risorse: naturali, scientifiche e meccaniche. Le prime consentono di adoperare stazioni informatizzate per sviluppare nuove torrette autonome o potenziare quelle esistenti, le seconde sono utili per acquistare power-up e medikit per i personaggi, le ultime rappresentano invece la valuta attraverso cui costruire armi e generatori di risorse. Inutile dire che, essendo Endless Dungeon fondamentalmente un tower defence, quest’ultima risorsa è di vitale importanza.
I beni consumabili vengono generati ogni volta che un avventuriero apre una porta e la statistica di crescita viene fortemente influenzata dai generatori presenti nella mappa. Aprire le porte è dunque vantaggioso, oltre che necessario, ma costituisce anche un’insidia non da poco: ogni volta che si varca un uscio è possibile incappare in un bacino di generazione da cui emergono creature mostruose o robot impazziti, cosa che a sua volta aumenta esponenzialmente i punti di ingresso che gli avversari possono adoperare per assalire il Crystal Bot. Non solo, queste creature aggressive mostrano la tendenza ad assalire anche i generatori di risorse, fenomeno che impone ai giocatori di decidere in tempi contenuti quali strutture siano effettivamente sacrificabili e quali debbano invece essere difese a ogni costo.
Anche l’uso dei terminali della ricerca scientifica non sono privi di rischi. Organizzare il potenziamento del proprio arsenale evoca a sua volta un’ondata di nemici, sventura che spinge spesso a valutare di rimandare lo sviluppo tecnico a un momento più in linea con le necessità del momento. Riassumendo all’osso: ogni azione intrapresa in Endless Dungeon è caratterizzata da un beneficio chiaro che però si accompagna costantemente a un fattore di rischio difficilmente prevedibile. Fortunatamente il titolo si dimostra in tal senso abbastanza clemente, non vuole costringere i giocatori alla paranoia attraverso conseguenze punitive. Almeno fintanto che si gioca al livello di difficoltà normale.
Il loop dolceamaro di Endless Dungeon
Esplorazione, strategia, giganteschi boss di fine livello, desiderio di progredire all’interno di meccanismi roguelike: l’ultima creatura di Amplitude si immerge in tutte quelle caratteristiche virtuose che incastrano gli utenti nella perversa filosofia del “gioco solamente un ultimo turno”. Una singola partita può trasformarsi in una sessione di gioco che dura ore e ore senza che ce ne si renda neppure conto, anche perché ogni missione di esplorazione risulta accattivante e frenetica, quindi non viene facilmente a noia. Un simile loop è efficace qualora sia fruito dal giocatore singolo, ma il titolo può anche essere giocato in gruppetti di tre, occasione in cui la foga videoludica viene enfatizzata fino a raggiungere livelli di massima intensità. Non fosse ancora chiaro, Endless Dungeon è di immenso intrattenimento e ha un alto valore creativo, tuttavia la sua esistenza non riesce comunque a smarcarsi da qualche inciampo minore.
Lo staff è stato perfettamente capace di sviluppare un buon prodotto, ma la presentazione dello stesso è scialba sin a partire dal titolo, il quale non si staglia dalla massa, è poco memorabile e soprattutto non convoglia l’immagine di un roguelike dai toni sci-fi. Questo problema si estende dunque a trama e personaggi. I misteri della base spaziale e le biografie dei suoi insoliti abitanti diventano man mano consultabili nel menù di gioco, tuttavia la loro introduzione è tutto meno che organica e non è detto che l’utente medio abbia voglia di consultare pagine e pagine di testo come se avesse a che fare con una pagina di Wikipedia.
A eccezione di Swiper, gli altri personaggi non si meritano neppure una slideshow introduttiva, con il risultato che le loro peculiarità caratteriali sono relegate esclusivamente a qualche dialogo sporadico distribuito durante il gameplay vero e proprio. Questo apatico grigiume infetta a suo modo anche le meccaniche di gioco: sebbene ogni personaggio sia dotato di abilità speciali particolari, la sua presenza non si associa a classi o mestieri, con il risultato che i punti di tangenza tra protagonisti sono molti, il che mina la loro unicità. Per l’utente medio, selezionare uno o l’altro avventuriero è relativamente indifferente, quindi le originalità peculiarità dei combattenti si perdono sventuratamente strada facendo.
Piattaforme: PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S
Sviluppatore: Amplitude Studios
Publisher: SEGA
Fondere il genere rogue-like al tower defence può essere insidioso, ma Amplitude Studios è riuscito a trovare una formula tecnica estremamente efficace ed appagante, quindi l’ha accompagnata con un’ambientazione gradevole e che non viene mai a noi, quella dello sci-fi western. Endless Dungeon non può vantare il carisma e i traguardi artistici di capolavori quali Hades, tuttavia le sue qualità sono comunque sufficienti da meritarsi onore e plauso. Se siete alla ricerca di un titolo da giocare con qualche amico, volete testare le vostre abilità tattico-gestionali e desiderate ardentemente sparare a mostri alieni, questo è sicuramente il gioco che fa per voi.
