Final Fantasy XIV Fan Festival: Day Two

Final Fantasy XIV Fan Festival

Il secondo giorno del Final Fantasy XIV Fan Festival (qui il resoconto del primo giorno) è cominciato con un panel alla presenza di Naoki Yoshida e Hironobu Sakaguchi: “A stroll with Yoshi-P”. I due hanno giocato (nei panni dei loro alter ego Lalafell) dal vivo davanti al pubblico a Final Fantasy XIV. Erano impegnati a sconfiggere dei nemici iconici della saga tra cui Golbez (da Final Fantasy IV) e lo scintillante Ex Death (da Final Fantasy V). Questo è stato uno spunto per cercare di carpire i segreti dietro la creazione di Final Fantasy, ma Sakaguchi sembrava troppo concentrato sull’azione per poter intraprendere un vero discorso in merito. Ha però spiegato che spesso semplicemente tradurre un nome dall’inglese al giapponese era di ispirazione, per questo abbiamo ad esempio i Warrior of Light e i White Mage. Un aneddoto divertente: era stata data la possibilità (ai più veloci) di unirsi allo scontro tramite codice, nella squadra è comparso uno strano individuo dal nick name Chunchunmaru Gigachad, il che oltre ad aver sollevato una risata generale ha dato vita ad una serie di gag, la più memorabile? Sakaguchi che è andato a fare “pat pat” con il comando /poke sul suo didietro!

Final Fantasy XIV Fan Festival è Eorzea che prende vita

Il Final Fantasy XIV Fan Festival  di Londra offriva moltissime attività tematiche, sullo sfondo di interi set che rievocavano gli scenari più suggestivi di Eorzea. Ho avuto la possibilità di visitarli e qui vi riporto la mia esperienza. Facendo un discorso generale bisogna però ammettere che queste attività, per quanto divertenti, avevano un difetto. Non c’era nessun premio particolare per i vincitori, tuttavia ad ogni partecipante è stata data una bellissima Goody Bag con il biglietto contente questi oggetti utili quando si va ad una convention (la foto mostra solo degli articoli rappresentativi). Una menzione speciale per l’antistress a forma di uva poligonale, prendendo spunto dal famoso meme, Square Enix è stata così autoironica da farne un gadget molto simpatico da strizzare durante le interminabili file! Ora, andiamo ad esplorare ogni area tematica.

Final Fantasy XIV Fan Festival

The Black Shroud:

Cosa c’è nel menù?: una sorta di prova di MasterChef dove bisognava completare una ricetta con gli ingredienti a disposizione (finti) nello spazio di esecuzione nel minor tempo possibile e gettarli nel calderone.

Esun-a-Morbol: una versione di “Acchiappa la talpa” in versione “Acchippa il Morbol”. La sfida consisteva nel premere i bottoni illuminati nel minor tempo possibile.

Doors of Amdapor: una semplice fuga contro Diabolos, una specie di “un due tre stella!” con un gioco di proiezioni.

Archers’ Guild Traning: il gioco del tiro delle freccette su si un tiro al bersaglio luminoso (dove la gravità non è stata a mio favore).

Bentbranch Meadows: la possibilità di fare una foto con un bellissimo Chocobo a grandezza naturale e con il suo adorabile cucciolo! Opportunità che non mi sono assolutamente lasciata sfuggire! Kwé!

Final Fantasy XIV Fan Festival

 

Thanhalan:

Miners’ Guild Training: una grotta piena di pietre preziose da raccogliere (come le altre attività) più bella da guardare che da sperimentare.

Bond of the Seventh Down: il gioco del Memory dove bisognavi ricordare le posizioni degli Scion of the Seventh Down.
Era digitale su schermo touch screen.

Hidden in Plain Sight: il gioco delle tre campanelle ma con delle pietruzze rappresentati i simboli dei Job, la persona incaricata di confondere i giocatori era molto abile nel distrarre gli sfidanti con ogni tipo di discorso specialmente incentrato sull’esperienza di gioco, era più divertente di quanto potreste pensare.

Giant Sabotender’s Cactpot: una lotteria ad estrazione a cui ognuno poteva partecipare grazie ad uno speciale biglietto incluso nella goody bag. Sullo sfondo una meravigliosa statua rappresentante un Sabotender Gigante!

Gold Saucer Chocobo Square: un gioco dove bisognava far correre gli acrilici dei Chocobo come fossero i cavallini di legno per fargli vincere la corsa! Il Gould Saucher serviva anche come area di ristoro e riposo.

Soapy Sidekick: il bowling ma morbido, per gli amanti dei Silkie che come recita la guida “non sono stati maltrattati per creare questa attrazione”. Con un enorme palla di pelo rosa, bisognava buttare giù dei birilli gonfiabili.

La Noseca:

Tatoo Parlour: si poteva scegliere un tatuaggio temporaneo con sopra dei design a tema tra le opzioni c’erano anche i minion di Final Fantasy XIV.

Dodo Egg Run: pensate sia facile correre con un uovo di Dodo su un cucchiaio di legno gigante per la Noscea? Vi sbagliate. Una corsa ad ostacoli da fare in due molto competitiva dove bisognava rispettare gli ostacoli raccogliere più uova possibili e portarli alla meta.

Wolves’ Den Pier: la possibilità di fare le foto con le armi più rappresentative di Final Fantasy XIV in una location glaciale.

Big Fish: una gara tra pescatori, con i frutti di mare sagomati di Final Fantasy XIV e delle canne da pesca vere! Una versione ingigantita della classica pesca ai pesciolini rossi delle fiere.

Bombs Away: l’incontro tra Floor is Lava e Dance Dance Revolution ma contro più avversari. Sul pavimento venivano proiettati i punti dove doversi spostare per non perdere la sfida in una stanza completamente tappezzata dai giochi di luce. Al posto della lava i Piros pronti ad “esplodere” sotto i nostri piedi!

Tra le altre attività anche una “crafting area” con la possibilità di acquistare delle monete (una sterlina per una moneta) per ottenere i materiali e costruire a seconda del numero: un braccialetto con il logo di Final Fantasy XIV, una piccola bisaccia ed un portachiavi con i simboli dei Job.

Come funziona un festival simile?

Qui sotto troverete altre info utili qualora parteciperete ad una futura edizione del Final Fantasy XIV Fan Festival:

Come funzionano i Meet & Greet?

In ogni goody bag c’è un QR univoco che permette di tentare una lotteria per poter vincere la possibilità di incontrare i talent (in diversi orari della giornata) si sceglie quale si vuole tentare senza limitazioni e un ora prima dell’orario si può ricontrollare allo stesso link l’esito. Solo in questa occasione si possono chiedere gli autografi.
Contrariamente è vietato chiedere autografi ai talent che girano la convention a meno che (come nel caso del doppiatore di Clive Rosfield, Ben Starr) non siano loro stessi a proporlo.

Come funziona l’acquisto del merchandising?

Dopo aver affrontato una coda chilometrica che può durare anche diverse ore al booth del merchandising si può acquistare ogni prodotto che viene esposto nelle vetrine visibili a tutti.
Quando un oggetto diventa “sold out” viene indicato prima così da evitare inutili perdite di tempo. La maggioranza degli oggetti in vendita è anche disponibile per l’acquisto online tramite lo Square Enix Store. Gli unici oggetti esclusivi erano t-shirt e felpa con sopra il ponte di Londra e Gilgamesh e la scritta (citazione del famoso brano musicale) “Clash on the Big Bridge” in stile cover di un fumetto occidentale e la sciapra commemerativa con sopra i simboli dei Job.

La sera, in chiusura, si sono esibiti in concerto gli esplosivi The Primals! Il gruppo rock giapponese con l’ausilio della voce di Jason Charles Miller (anche doppiatore in Cyberpunk 2077) hanno conquistato il pubblico questa volta in piedi con i glow stick luminosi ad incitarli, lo stesso Yoshida era intrappolato sulle balaustre davanti al palco a ballare con tutta l’energia possibile, specialmente sulle note del brano To the Edge il cui ritornello è stato cantato da tutti i presenti: “One brings shadow, one bing the light. Two toned echoes, tumbling through time!

Le cortine sul palco del Fan Festival di Londra si sono chiuse su una scena memorabile: Yoshida (ancora emozionato dal concerto del The Primals) ha ringraziato Hironobu Sakaguchi con questa frase “Grazie per aver creato Final Fantasy!” e in risposta ha ottenuto un significativo: “Grazie per aver fatto Final Fantasy. Yoshida è scoppiato in un liberatorio pianto di commozione, come se finalmente dopo tanto tempo avesse meritato il riconoscimento per il suo lavoro.