Thanksgiven Recensione: Eli Roth realizza gli incubi di Tarantino

Thanksgiven di Eli Roth è un film destinato a far impazzire i fan di Quentin Tarantino, e più in generale gli appassionati dello slasher estremo d’autore. Un film dissacrante, citazionista e ricco di umorismo nero, dove tutto è esagerato, classico e post moderno allo stesso tempo, scritto e diretto in maniera volutamente manieristica e consapevole del passato storico del genere horror intero. Una storia da classico serial killer delle feste, in cui Il Giorno del Ringraziamento, tra le più importanti celebrazioni statunitensi, si trasforma nel Giorno del massacro, prendendo spunto dalla smania consumistica legata ad un altro evento commerciale, ovvero il terrificante Black Friday. La gente è disposta ad uccidere per una griglia da waffle in regalo! Il visionario e controverso regista aggiunge un nuovo tassello alla sua eclettica carriera di colto artigiano del terrore che dimostra ancora una volta di amare in maniera viscerale (è proprio il caso di dirlo) l’horror. Sedetevi a tavola per la festa, stavolta la portata principale siete voi!

Thanksgiven, dall’idea di un altro regista! Finto trailer e premesse storiche

Sul flyer di Thanksgiven capeggia fiera la scritta “dal regista di Hostel e Cabin Fever non citando, da tradizione, il nome dell’autore ma solo le sue opere più note. Eppure sarebbe più corretto, come direbbe con ironia lo stesso Eli Roth: “dall’idea di un altro regista“. Thanksgiven è infatti un film fatto da uno studioso del genere horror, da un attento cultore cinefilo per cinefili altrettanto curiosi ed amanti della storia del genere, è importante ribadirlo. La pellicola andrebbe quindi letta in questo modo, come una sorta di tesi storica su come si realizza uno slasher vecchio stile. Oltretutto l’opera è divisa in quattro segmenti visivi ben precisi, Antefatto (massacro del Black Friday), Fenomenologia del Mostro (dichiarazione e caccia al killer), Scena Madre (banchetto a base di carne umana), Epilogo (spiegazione finale). Sembra quasi di essere all’Università del Cinema! Nonostante questo, il film è apprezzabile anche da un pubblico più generalista, magari meno avvezzo ad estremismi visivi da 80s Opera, che può trovare un buon horror, magari poco adatto a stomaci deboli. Per farne comprendere l’efficacia shockante basti citare il fatto che, durante la nostra anteprima, abbiamo visto spesso una collega seduta vicino a noi coprirsi gli occhi terrorizzata dalle scene troppo rothiane e fare versi di disgusto… Mentre gli appassionati del genere ridevano di gusto. Già, il film è ricco di momenti ironici e battute da umorismo nero, ben intessute nel canovaccio narrativo, ma anche l’esagerazione stessa dello splatter senza freni porta spesso alla risata. Corpi dilaniati, teste mozzate o bruciate nella friggitrice, budella che volano con poliziotti sbigottiti che tengono in mano resti umani, e molto altro, tutto mostrato con lucida e beffarda follia durante il film. Al solito, nel momento clou, la situazione si ribalta, e torna la dicotomia umorismo vs serietà, in cui il banchetto umano, con tanto di persona cotta al forno e servita come un tacchino, diventa improvvisamente serio, ricordando le atmosfere estreme da Torture Porn dell’opera più nota del regista, ovvero il dittico Hostel. Il genere, di cui il regista è considerato uno dei massimi esponenti, è stato capace anche di regalare piccoli capolavori filosofici come Martyrs, discussa opera del 2008 del regista francese Pascal Laugier, che vanno letti in maniera metaforica, alienandosi dal genere stesso. La capacità di Eli Roth di passare da atmosfere demenziali e ironiche a quelle più seriose è uno dei motivi per cui amare le sue pellicole, Thaksgiven nasce come studio cinematografico, e non può quindi essere permeato dalla mano pesante di opere come The Green Inferno del 2013, che cita i Cannibal Movies ed il martirio alla ricerca dell’estasi del film appena citato, o Hostel stesso, ma proprio grazie alla sua ironia potrebbe diventare un classico delle feste al pari del carpenteriano Halloween.

Il pur disturbante Thanksgiven di Eli Roth non nasce infatti come opera dell’ingegno indipendente, ma come realizzazione di un sogno, ovvero creare davvero uno dei film pubblicizzati dai leggendari fake trailer ideati proprio da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez per il loro dittico Grindhouse, che potere ammirare durante la visione del film stesso o visionare su YouTube al seguente LINK. Come già accaduto per Machete, diventato un vero film, oggi di culto, con Danny Trejo, con tanto di sequel Machete Kills, in origine tutto nasceva dagli esilaranti fake trailer di improbabili future pellicole in uscita al cinema. Del resto Eli Roth si è sempre autodefinito un artigiano del cinema (citando a sua volta la definizione ideata per se stesso da Lucio Fulci) piuttosto che un regista tradizionale, e la sua opera più iconica, il truculento Hostel, datato 2005, è stato prodotto proprio dal grande amico Quentin Tarantino, da lui ammirato in maniera “viscerale”. Le opere di Eli Roth sono da molti considerate “derivative” dei grandi maestri, ma in realtà l’approccio da studioso e cultore del cinema è proprio la marcia in più del regista del Massachusets. Peraltro l’ambientazione del film Thanksgiven è proprio legata al suo stato di origine, nella città di Plymouth, nota per la storia dei Padri Pellegrini, fondatori nel 1620 della nota colonia statunitense, seconda in ordine di tempo, ma unica ancora abitata, da cui è derivata la festività del Giorno del Ringraziamento. Il regista ha al suo attivo anche l’eccezionale docuserie History of Horror, che analizza in maniera precisa e filologica l’intero genere del terrore cinematografico a lui così caro, e che vi consigliamo di vedere assolutamente.

Thanksgiven, un giorno di festa può trasformarsi in un giorno di tragedia

Pur partendo dal divertente fake trailer, la trama del film è completamente inedita ed è scritta in maniera molto efficace dallo sceneggiatore Jeff Rendell. La storia parte da un evento “gioioso” ovvero le grandi offerte del Black Friday nel Giorno del Ringraziamento, in cui, un centro commerciale della città di Plymouth ha deciso di regalare una piastra da waffel ai primi cento clienti. Durante la notte si forma una ressa assurda, con migliaia di persone in coda che premono per entrare contro le fragili pareti di vetro e che, vedendo la figlia del proprietario entrare in anticipo con degli amici, si scatena in maniera incontrollata, con la gente che impazzisce, e finisce per uccidere alcune persone durante il momento di follia. Un anno dopo, mentre girano ancora sul web i video della serata, un misterioso personaggio di nome John Carver promette vendetta, tramite un misterioso account online. Il folle si veste da Padre Pellegrino, con tanto di maschera del religioso inglese colonizzatore di cui indossa la maschera. Chi ci sarà sotto la maschera? Tutta la città potrebbe essere coinvolta, come dimostrano i filmati (nascosti dal proprietario) delle telecamere di sicurezza. La realizzazione del film è molto lineare, scorrevole ed appassionate, e, pur presentando un cast principale fatto di liceali, per riprendere la tradizione degli slasher storici, ovviamente, non scade nel semplice Teen Horror Movie, restando sempre una spanna al di sopra. Nel film c’è un notevole citazionismo registico, come lecito aspettarsi, con telecamere fisse, ambienti vuoti, per creare la giusta suspense, contrapposti a scene incredibilmente colme di personaggi, veloci, con scene corali, che citano consapevolmente l’assalto degli zombie al centro commerciale di Dawn of The Dead, opera seminale di George Romero del 1978, da noi giunta col titolo Zombi ed un eccezionale montaggio di Dario Argento con tanto di colonna sonora dei Goblin. L’analitico ed esperto del mestiere Eli Roth, ammettiamolo, non fa altro che citare apertamente i suoi artisti e film preferiti di sempre, come farebbe un qualunque grande appassionato del settore. E la scritta dei prezzi tagliati “Price Slash 59 ¢” nel cestone delle offerte è una geniale battuta che già ci catapulta nel folle universo narrativo del film.

Thanksgiven, oltre alla trama logica, coerente e da vero Crime Movie, poliziesco come si dice dalle nostre parti, offre anche scene splatter esagerate in stile anni ottanta e folli, con trovate talmente assurde da renderle divertenti. Eli Roth si diverte a citare, nell’esecuzione della pellicola, i grandi maestri del genere a lui cari, come il compianto Lucio Fulci , con enormi punte di ferro che squarciano allegramente teste umane, e Peter Jackson. Hey, un momento, cosa c’entra adesso la saga de Il Signore degli Anelli? Diranno i meno attenti. Ebbene, sappiate che il regista neozelandese ha iniziato la sua carriera proprio come produttore di pellicole horror fortemente splatter, con film come Bad Taste del 1987 e Splatters Gli Schizzacervelli del 1992. ovviamente tra i preferiti di Eli Roth. Il personaggio principale del film, ideato, lo ricordiamo da Quentin Tarantino, è semplice e geniale allo stesso tempo, proponendo un semplice uomo vestito da Padre Pellegrino, con tanto di maschera a tema. Una notevole nuova maschera del terrore, simile concettualmente a Michel Myers, protagonista della saga di Halloween ideata da John Carpenter, nel 1978, quando, con pochi mezzi economici e senza digitale, il regista faceva addirittura dipingere le foglie verdi del colore autunnale, trasportandole da un set all’altro, girando nella torrida estate per far uscire il film in tempo per la festività a lui legata. Eli Roth dimostra la sua ammirazione spasmodica per l’opera carpenteriana con alcune inquadrature che citano pedissequamente il monster originale, inizialmente silenzioso, e letale, salvo poi ritrovare la parola, in maniera quasi logorroica nella “scena madre del film”, ovvero il banchetto del Giorno del Ringraziamento composto da portate umane, che altro non sono che i colpevoli della strage dell’anno precedente, con una dicotomia estrema tra silenzio e parola, classico del regista. Il tutto, in maniera decisamente attuale ripreso via Instagram con una diretta seguitissima da tutti, poliziotti inclusi. Anche qui vediamo la contrapposizione tra classicità e modernità, uno slasher senza freni, in stile anni settanta, ma dotato della tecnologia di adesso. Un film di ottimo livello, da vedere però con l’idea che si tratti di un filologico e divertente omaggio al genere slasher, senza le pretese di fissare una nuova pietra miliare dello stesso, ma di celebrarlo, rendendo un vero film uno dei fake trailer di Grindhouse.

Nessuno uscirò vivo, l’ascia di John Carver è pronta ad entrare in azione!

Lasciamo per ultimo il cast attoriale, che vede alternarsi attori noti ad altri meno famosi, su cui spicca Gina Gershon, che ricordiamo per il lesbo thriller cult Bound: Torbido Inganno del 1996 dei Fratelli Wakowsky, e più di recente per la partecipazione alla zombie serie Z Nation, di cui parliamo qui. L’attrice ha un ruolo brevissimo nel film, quasi un cameo, ma che ricopre molta importanza ai fini narrativi. Assieme a lei ci sono Patrick Dempsey, che il regista ha adorato in Scream 3, guarda caso una delle sue saghe preferite, e che spicca nel ruolo dello sceriffo, Milo Manheim, protagonista della trilogie Zombie di Disney Channel nel ruolo di Ryan, la tiktoker Addison Rae, al suo primo film di rilievo e Rick Hoffman, che molti ricordano nel ruolo del cliente americano di Hostel. Non pago di fare citazioni cinefile durante tutto il film, Eli Roth delizia i suoi fan anche con il  video finale dei credits, che cita lo stile e la grafica degli Exploitation Movie degli anni settanta. Non alzatevi ai titoli di coda, mi raccomando, c’è anche una simpatica scenetta extra. Completa il quadro la brillante colonna sonora di Brandon Roberts, a cui si aggiungono alcuni brani di repertorio utilizzati in varie scene. Il film è prodotto da Spyglass Media Group per TriStar Picture, una società del gruppo Sony, e giustamente il regista la cita con una vecchia radiolina Sony anni settanta ascoltata dal serial killer! La sua genialità sta anche in questi piccoli particolari.Se amate l’istrionico regista, o se semplicemente volete un film horror che sia dannatamente splatter, come ai bei tempi degli anni ottanta, ma anche divertente, l’appuntamento al cinema è per il 16 Novembre.

Il grande “Artigiano del Terrore” è finalmente tornato dietro la macchina da presa, per far diventare realtà una delle tante prese in giro di Quentin Tarantino, ovvero uno dei fake trailer dedicato al Giorno del Ringraziamento presente nel dittico Grindhouse, realizzato a quattro mani con Robert Rodriguez. Due dei più grandi amici di Eli Roth, citati nei titoli di coda. Un regista che ha sempre unito la sua passione filologica per la storia del genere horror alla divulgazione documentaristica, alla citazione plateale ed all’unione apparentemente inconciliabile tra splatter estremo, umorismo demenziale e reiterazione degli schemi classici del settore. Una trama volutamente non troppo originale, per un film appassionante, divertente e che intrattiene senza troppe pretese, con la possibilità, meritata, di diventare un piccolo cult delle feste a cui si riferisce. In Italia il film è distribuito da Eagle Pictures. Eli Roth è un regista senza mezzi termini, o lo si ama o lo si odia. E noi decisamente siamo nel primo schieramento.

 

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.