Another Code Recollection

Another Code Recollection Recensione: un ottimo remake in esclusiva Switch

Per il lancio di Nintendo DS, nel 2004 la casa nipponica commissionò al piccolo studio Cing un gioco che sfruttasse al meglio le caratteristiche innovative della neonata console. Fu così che a febbraio 2005 nacque Another Code: Two Memories, un’avventura grafica dalla storia accattivante, pur se breve, arricchita da illustrazioni di ottima qualità e da enigmi semplici, ma originali. Vuoi perché è stato uno dei primi giochi su una console storica, vuoi perché lo stile delle illustrazioni “da manga” era effettivamente interessante, il gioco riscosse un certo successo: niente di incredibile, ma ancora oggi è “ricordato” da molti con affetto. Il sequel Another Code: R – Viaggio al confine della memoria, che arrivò da noi nel 2009 su Wii, fece molto meno scalpore, tanto che per molto tempo nessuno sentì più parlare del brand. Almeno fino al 2023, quando a sorpresa è stato annunciato Another Code Recollection, l’oggetto di questa recensione, un remake totale sia del primo che del secondo episodio, riproposti su Switch non solo con una veste grafica tridimensionale al passo coi tempi (stavolta più anime che manga), ma anche con enigmi nuovi e diversi da quelli originali, e con un intreccio narrativo più coerente: per unire meglio le vicende di Two Memories e di Viaggio al confine della memoria. Dopo aver concluso le vicende della protagonista, possiamo affermare che Another Code è una storia ancora parecchio in forma, e un remake di grande qualità. Però, non aspettatevi un’esperienza mentalmente impegnativa: non lo è e non vuole esserlo.

Another Code Recollection Recensione

Another Code Recollection: due capitoli in uno, più uniti che mai

Another Code Recollection comprende tutti e due i capitoli della serie Cing: sia Two Memories che Viaggio al confine della memoria. Il giocatore interpreta Ashley, una quattordicenne alla ricerca del padre che credeva morto, ma che invece la contatta senza preavviso nel giorno del suo compleanno, pregandola di recarsi sulla misteriosa isola Blood Edwards. I due hanno molto da dirsi: dieci anni prima, infatti, la madre di Ashley è stata uccisa in circostanze misteriose, per difendere sua figlia e una misteriosa invenzione, chiamata “Another” dalle grinfie di una figura la cui identità resta un mistero fino alla fine di Two Memories. La memoria e i ricordi sono al centro del lavoro del padre della giovane, di quello della sua defunta madre e di tutti e due gli “Another Code”. Ma, ovviamente, Ashley non può ricordare precisamente l’omicidio e quel che ne seguì, dato che aveva solo 3 anni; la ragazza ha solo dei brevi flash rievocati da oggetti, parole o situazioni. Per poco che siano, le saranno utili a districare una matassa parecchio più ingarbugliata del previsto. 

Atterrata su Blood Edwards in compagnia di sua zia, infatti, Ashley dovrà indagare su più fronti distinti. Anzitutto, dovrà cercare il padre Richard, che non si è presentato all’appuntamento prefissato. Poi, rintracciare anche sua zia, allontanatasi per parlare proprio con Richard, e anch’ella sparita lasciando indietro solo un paio di occhiali. Infine, aiutare un giovane e inaspettato aiutante a recuperare i propri ricordi svaniti. Superate queste avversità, Recollection traghetta il giocatore verso il sequel, Viaggio ai Confini della Memoria. Di cui, però, preferiamo non rivelarvi davvero niente di specifico. Nonostante il gioco sia un remake, che quindi non modifica sostanzialmente gli eventi dei titoli originali usciti quasi vent’anni fa, riteniamo sia obbligatorio in questa sede mantenere il mistero su intreccio, personaggi ed eventi: Another Code è una serie completamente Story Driven, la cui validità ne risentirebbe molto conoscendo già quel che sta per accadere. I fan storici degli originali sanno già cosa sta per accadere, ma potranno comunque godere dei nuovi enigmi, dei nuovi collezionabili opzionali che sbloccano stralci di lore inediti, della grafica inedita e di minime, ma intelligenti variazioni ai fatti inserite come giunzione tra i due episodi. Tutti gli altri interessati, invece, faranno meglio a godersi la narrazione senza sapere molto altro rispetto a quel che abbiamo già scritto. Gli ingredienti di una buona storia ci sono tutti: personaggi ben caratterizzati, colpi di scena, una protagonista sfaccettata e in cui è facile immedesimarsi. 

Le uniche critiche che ci sentiamo di muovere alla trama, sono relative la brevità della prima porzione (Two Memories) rispetto alla seconda (Viaggio al confine della memoria): c’è un evidente squilibrio, che riflette la natura di Two Memories come gioco sperimentale per console portatile con vent’anni sulle spalle, e quella del suo sequel come titolo proveniente da un momento della storia videoludica più tendente a un modo di raccontare “prolisso”. In breve, gli eventi importanti di Two Memories sono fin troppo ravvicinati, mentre quelli del secondo capitolo potrebbero apparire per i meno pazienti, “troppo diluiti”. Comunque la bipartizione originale, come vi abbiamo già detto, è resa molto più tenue da diversi accorgimenti e aggiustamenti pensati per consolidare la consecutio tra le storie. Chi non sa dove finisce il primo e inizia il sequel, potrebbe persino non accorgersi del salto. 

Another Code Recollection: praticamente tutto nuovo!

Tecnicamente e artisticamente parlando, Another Code Recollection è davvero molto, molto bello. Le illustrazioni disegnate a mano originali presenti sia su DS (per tutti i dialoghi e le cutscene) che su Wii (solo in alcuni selezionati momenti) non sono sparite, e rimangono come intelligente metodo di rappresentare i ricordi passati della protagonista (e quindi anche i nostri, di giocatori). Lo stile 3D in engine scelto per rappresentare la storia è decisamente moderno, ma non “legnoso”, come molti temevano sarebbe stato. Anzi, i filmati più complessi in cui si dipana la storia hanno inquadrature e movimenti di camera efficaci e movimentati, quasi cinematografici, e i dialoghi più comuni sono ugualmente ripresi con dei mezzi busti dei personaggi coinvolti ben animati. Accompagnati, peraltro, da un buon doppiaggio in inglese prodotto appositamente per il remake (è opzionale, c’è anche quello in giapponese), testi riveduti e corretti e una colonna sonora ri-orchestrata fedelissima a quella originale.

Questa evoluzione tecnica è evidente anche nel sistema di illuminazione ben fatto, nella buona definizione e varietà delle texture e degli ambienti e nella summenzionata fluidità delle animazioni. Il tutto, sia in portatile che in modalità docked. Gradevolissima anche la ridefinizione delle proporzioni di corpi e volti per tutti i personaggi presenti, anche se gli amanti più fiscali di Another Code potrebbero trovarli un po’ “standardizzati” ai canoni di bellezza e gradevolezza degli anime e manga moderni e più “comuni”. Per quanto ci riguarda, la nuova direzione artistica è il giusto compromesso tra modernità e conservazione dell’originale.

Come già anticipato nell’intro di questa recensione, il rinnovamento di Another Code Recollection non si limita all’aspetto, ma riguarda anche il gameplay vero e proprio. Infatti, tutti gli enigmi sono stati modificati o del tutto sostituiti da altri diversi, la cui difficoltà si attesta sempre su livelli non troppo alti a dire il vero. Anche in originale Another Code non era un videogioco strettamente difficile. Però, in particolare su Nintendo DS, Gli sviluppatori di Cing avevano trovato soluzioni varie e in grado di sfruttare ogni parte dell’hardware della portatile. C’erano puzzle da risolvere con il microfono, altri con il touchscreen e altri ancora chiudendo a libretto la console, per trasferire dati da uno schermo all’altro ecc. Insomma, alla carenza di sfida faceva da contraltare una certa cura nel design dei momenti cervellotici. Recollection , invece, nel 90% dei casi si limita a farci girare per le mappe in cerca di oggetti da usare con elementi del fondale, o al massimo combinandoli fra loro.

È vero che a volte ci si può impiegare un po’ di più, e che sbloccare nuove porzioni di trama è uno sprone più che sufficente per avanzare di quadrante in quadrante. Tuttavia, avremmo apprezzato un impiego migliore dei Joycon e delle loro caratteristiche tecniche straordinarie, dell’HD rumble o del sensore a Infrarossi. Che invece, purtroppo, sono stati bellamente ignorati praticamente sempre, fatti salvi pochissimi puzzle che sfruttano il giroscopio. La telecamera in game, invece, è decisamente più utile e utilizzata per vari enigmi; tenete sempre d’occhio le ambientazioni, con il dito pronto sul pulsante di scatto foto…

Un’ottima, semplice avventura grafica

Another Code Recollection è un’avventura grafica misteriosa e intrattenente, con una buona storia e un aspetto accattivante, oggi più che mai. La semplicità che la contraddistingue, oggi come allora, su Switch è sia un valore aggiunto che un piccolo difetto, a seconda di chi si sta cimentando nelle indagini con Ashley. Tutto considerato, il problema non è nemmeno che il senso di sfida non sia altissimo praticamente mai, o che sia impossibile sbagliare (si possono fare tutti i tentativi che si vuole ogni volta). Semmai, è la sensazione di ripetitività degli engimi che si avverte verso la fine della seconda storia a rallentare un po’ il pacing del racconto. Che comunque, è interessante dall’inizio alla fine, in ogni sua sfaccettatura. C’è poi da dire che Another Code Recollection ha un distinto sapore “teen”: giovanile, piacevolmente simile a quello di Life is Strange soprattutto nella seconda parte post Two Memories. Simile non significa “uguale”, ovviamente: Another Code rifugge infatti la complessità morale di Life is Strange, e si concentra maggiormente sul racconto di un giallo con sfumature fantascientifiche, più leggero e, forse, adatto a un pubblico più variegato. Il pubblico di Nintendo Switch, quindi, che spazia agevolmente tra numerosissime fasce d’età. 

Piattaforme: Nintendo Switch
Sviluppatore: Cing
Publisher: Nintendo

Another Code Re Collection è un remake coi fiocchi. Il lavoro di rinnovamento che coinvolge grafica, narrazione e gameplay ha portato alla realizzazione di un’avventura grafica che non ha nulla da invidiare a molte trame importanti degli ultimi anni. Strizza l’occhio ai giovani, con una direzione artistica, una caratterizzazione psicologica dei personaggi leggermente rivista e un tono generale palesemente più accattivante per i fan degli anime. Avremmo gradito che i puzzle proposti fossero stati non più difficili, bensì più “originali”, dal momento che Nintendo Switch e i Joycon si prestano benissimo a sperimentazioni di vario genere. Tuttavia, nel complesso e considerando gli anni sulle spalle del franchise, non ci si può lamentare troppo. Insomma, in special modo se vi piacciono le storie teen a tinte gialle, e/o avete l’abbonamento a Crunchyroll, non fatevi troppi scrupoli e buttatevi in Another Code. Ashley vi conquisterà, garantito. 

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.