Realm of Ink

Realm of Ink Provato: inchiostro, dunque esisto

Un interessante roguelite esistenzialista denso di folklore cinese: Realm of Ink è un indie da tenere d'occhio.

Un interessante roguelite esistenzialista denso di folklore cinese: Realm of Ink è un indie da tenere d'occhio.

Seguiamo costantemente (e con piacere) l’evoluzione del genere dei rogue-like/rogue-lite, sempre più amati e di conseguenza proposti in varie salse nel corso degli ultimi anni. Una tra le più succulente proposte dell’ultimo lustro è l’ormai imprescindibile Hades di Supermassive Games, che ha dato vita a un filone di cui è, a distanza di diverso tempo, ancora il caposaldo, con frotte di fan che aspettano spasmodicamente una data d’uscita per l’annunciato (ma ancora fumoso) secondo capitolo. Leap Studio e Maple Leaf Studio, ad ogni modo, provano ora a dire la propria sul genere con Realm of Ink, action rogue-lite che prende le mosse dal capolavoro basato sulla mitologia greca portandoci, però, nelle atmosfere leggendarie dell’Antica Cina.

Realm of Ink

Realm of Ink: Nero su Bianco

Il tema esistenziale, tanto caro ai giochi densi di cicli di morte e rinascita (e ne abbiamo visti parecchi, negli ultimi anni, anche a livello di grosse produzioni: ad esempio Deathloop e Returnal), qui è declinato in maniera non solo intelligente ma anche originale, dato che la guerriera protagonista, Red, diviene consapevole di essere un personaggio di fantasia, imprigionato in un’antologia di racconti leggendari da cui deve capire come affrancarsi.

Nel corso della sua disavventura affronterà un periglioso viaggio attraverso quattro reami (corrispondenti ad altrettanti romanzi) insieme ad altri due eroi per caso (il cacciatore paranormale Wang Ding e il “giudice volpe” Ning Ye), sfruttando i poteri di nove armi ancestrali nonché quelli delle mistiche Gemme d’inchiostro, elemento centrale della lore del titolo ma anche del suo sistema di gioco. Nella demo che abbiamo avuto la possibilità di esplorare erano tre le armi a nostra disposizione: uno spadone scarlatto dotato di attacchi pesanti e a largo spettro, un paio di doppie lame dagli attacchi vorticanti e delle daghe di luce in grado di attaccare dalla distanza.

 

La quantità di tecniche disponibili rende il gameplay abbastanza vario, soprattutto perché va a combinarsi con il resto dell’equipaggiamento, in special modo con i poteri elementali delle Gemme e quelli del nostro companion animale, che a seconda dei poteri con cui viene messo a contatto evolve a mo’ di Digimon garantendo abilità di supporto e attacco sempre diverse e, dunque, una gran quantità di build con cui sbizzarrirsi a seconda delle proprie velleità e delle necessità del momento. Quella del famiglio è una dinamica inusuale e ben pensata, data la mole di possibilità che reca con sé nella dinamica delle trasformazioni, mutando un elemento quasi accessorio in qualcosa di fortemente caratterizzante e al contempo importante per il gameplay e il gameplan, dato che naturalmente non ci si potrà tuffare a testa bassa caricando qualunque avversario con la forza bruta, ma sarà utile (se non fondamentale) sfruttare caratteristiche, punti di forza e debolezza propri e delle nostre nemesi.

Ogni stanza in cui metteremo piede, ovviamente, andrà approcciata con un minimo di strategia, e a ogni repulisti completo avremo accesso a nuove risorse per migliorare il nostro arsenale, cercando di andare un po’ più avanti nella nostra ricerca di una via d’uscita da quest’incubo di carta e inchiostro in cui ci ha intrappolato il misterioso Spirito del Libro. E se il sistema di gioco è sufficientemente vario e divertente, anche il contorno tecnico non è da meno, mostrando una certa cura nella riproduzioni di ambientazioni e creature: le scenografie, ad esempio, sono reminiscenti dell’immaginario folkloristico classico della Cina, antiche statue dagli occhi di giada incluse. Bambù, ninfee e fiori di loto saranno immancabili, così come creature leggendarie quali draghi e volpi mistiche.

Piattaforme: PC (Steam), Console (TBA)

Sviluppatore: Leap Studio, Maple Leaf Studio

Publisher: Leap Studio, Maple Leaf Studio

Data di uscita: TBA

Realm of Ink è un titolo derivativo, ma questo non vuol dire che sia un clone senza qualità o personalità, e la demo, in quanto saggio dimostrativo di qualcosa in divenire, è in realtà già piuttosto promettente: il segno grafico è pulito, c’è una direzione artistica ben precisa e il gameplay è dinamico funzionale. Oltretutto, abbiamo notato la volontà degli sviluppatori nel mettersi costantemente in gioco e, nel brevissimo lasso di tempo che è passato tra l’uscita della prima demo che abbiamo provato e quella nuova approntata per la Steam Next Fest sono state implementate già diverse nuove possibilità per le build, ritoccato il bilanciamento, inserito un livello di difficoltà aggiuntivo e altre piccole chicche. La basi sono buone: forse non sarà un gioco che lascerà il segno o sorpasserà la sua musa ispiratrice, ma promette di essere un meritevole diversivo.

Toumarello è il nickname che si porta appresso ormai da anni, ma non chiedetegli di spiegarvelo: è un tipo logorroico e blablabla. Per vivere (in ogni senso) scrive e descrive, in particolare di roba multimediale, crossmediale, transmediale... insomma, gli interessa il contenuto ma spesso resta affascinato dall'utilizzo del contenitore. Ama Tetris e le narrazioni interattive.