Death Noodle Delivery

Death Noodle Delivery Recensione: il sapore estremo del tagliolino

L’ultimo lavoro di Stupidi Pixel e Tiny Pixel, con il supporto dell’editore Troglobytes Games, è il qui presente action-cyberpunk Death Noodle Delivery, che vuole mescolare svariati archetipi del videogioco di fantascienza per creare un connubio unico dal retrogusto piccante, ma gradevole: nel corso del gioco non saremo infatti limitati alla semplice distribuzione di noodle, come vuole il titolo, ma verremo catapultati in un’estetica cyberpunk arricchita dai toni vibranti tipici del genere. Mentre per Stupidi Pixel si tratta di un autentico debutto in tale ambito, Tiny Pixel conserva già nel portfolio precedenti incursioni nel mondo della pixel art, mentre Troglobytes Games, pur avendo partecipato a diversi progetti, non ha ancora raggiunto un successo eclatante, ad eccezione del noto, e sempre italiano, HyperParasite. Cosa sarà mai nato dalla collaborazione di questi tre eclettici team? Magari l’avrete già scoperto da voi, poiché l’avventura è disponibile su Steam dallo scorso 4 aprile, ma se ancora non vi siete avvicinati a questa strampalata produzione seguiteci pure, e scopriamo insieme il risultato di cotanta sinergia creativa.

Death Noodle Delivery

Death Noodle Delivery: corse fameliche nel cuore della notte

In questo viaggio dal sapore distintamente (e intenzionalmente) alternativo impersoniamo Jimmy, un corriere che effettua rapide consegne a domicilio su un hoverboard, attraversando le strade di una metropoli futuristica e iper tecnologica. In questo scenario molto avanzato, anche se tutto sommato non troppo distopico, il nostro protagonista opta per un impiego temporaneo presso la Death Noodle Delivery, e ben presto si rende conto che la sfida più ardua non è tanto soddisfare le esigenti richieste dei clienti affamati quanto superare l’agguerrita competizione. Durante le consegne, è necessario destreggiarsi tra pedoni e veicoli distratti, assicurandosi di completare ogni ordine senza eccezioni, altrimenti rischieremo di rimetterci le penne. Non si tratta di un’esagerazione: il pericolo di morte per i corrieri è reale e amplificato rispetto ai comuni azzardi quotidiani. Se anche una sola consegna dovesse fallire, infatti, non si rispetterebbero gli standard richiesti per conservare il posto di lavoro (e la propria incolumità).

La difficoltà viene ulteriormente accentuata dalla complessità dei comandi di gioco, per i quali si raccomanda l’utilizzo di un controller per una navigazione più intuitiva del nostro alter ego. Il sistema di controllo, sebbene sensibile agli input dell’utente, può risultare ostico, specialmente per spostamenti brevi, e ancor più per quelli lunghi. La vera prova consiste nel calibrare con precisione gli input per ottenere una risposta adeguata dal sistema di gioco, evitando così una prematura sconfitta. Al termine di ogni fase, ci viene offerta l’opportunità di modificare l’hoverboard per sbloccare miglioramenti, come l’insolita capacità di scagliare felini esplosivi. Tuttavia questa funzionalità, pur essendo un’aggiunta intrigante e ben integrata nel contesto ludico, lascia un po’ desiderare per la sua limitatezza. Un’espansione delle opzioni di potenziamento avrebbe sicuramente arricchito l’esperienza complessiva.

Death Noodle Delivery

Noodle, hoverboard e tanta adrenalina

Insomma, le premesse sono esattamente quelle che avete intuito: il nostro baldo trasportatore deve eseguire il suo compito senza margine di errore, e il rischio di un’improvvisa sconfitta è costantemente in agguato durante le consegne. Come si verifica tale eventualità? In modo assai diretto, sfortunatamente: un impatto con un ostacolo, un passante o un veicolo può causare un game over tanto imprevisto quanto immediato, al quale si aggiungono persino l’urto minimo contro un dosso o una barriera. Questa dinamica, decisamente drastica, cela il bisogno di eseguire una corsa perfetta, incrementando di poco la già esigua durata di gioco. Ma non vi allarmate: evitare il fallimento non basta, poiché ritardi o consegne mancate possono condurre al licenziamento. E se sul lavoro la situazione è critica, immaginate cosa possa riservare la sfera privata.

Per Jimmy, anche il rientro a casa post-lavoro non è privo di insidie: dopo aver sfidato il pericolo in sella al suo hoverboard per raggiungere l’abitazione, ci troviamo di fronte al suo edificio, rappresentato come una sezione trasversale che mostra gli interni di ogni appartamento. Death Noodle Delivery ci presenta così dieci alloggi, ciascuno abitato da personaggi unici, appartenenti a diverse estrazioni sociali: dall’evidente lavoratrice della notte, al dipendente ossessionato dal proprio mestiere, al distributore di sostanze illecite senza scrupoli, fino alla combattente per la libertà. Questi individui, confinati nei loro spazi abitativi, aspirano a un’esistenza migliore, pur sapendo che è fuori dalla loro portata. Oltre a ciò, la rappresentazione piuttosto cliché di alcuni di loro, come la donna dalle forme prosperose o il venditore ambulante di droga dal carattere peculiare, suggerisce che i pregiudizi continueranno a persistere anche in tutte le successive interazioni. Un comparto narrante più innovativo avrebbe forse suscitato maggiore interesse, ma sembra che i preconcetti siano destinati a rimanere nostri compagni anche nel futuro prossimo.

Death Noodle Delivery

Sopravvivere in mezzo al traffico del domani

La componente che abbiamo apprezzato di più in Death Noodle Delivery è stata la sua vena creativa e artistica, a dispetto della quale il gameplay non è riuscito a replicare il medesimo livello di eccellenza. La longevità del gioco è limitata e le rifiniture tecniche lasciano molto a desiderare, amplificandosi di volta in volta mentre torniamo a vestire i panni del protagonista, Jimmy, e attraversiamo i sette giorni lavorativi che culminano nel meritato compenso. La routine quotidiana si articola in tre fasi: le consegne, il viaggio di ritorno e l’interazione con i vicini, ognuna delle quali plasma l’esperienza di gioco. Inizialmente, riceviamo istruzioni dal nostro datore di lavoro per la distribuzione dei noodles, poi ci lanciamo nell’avventura, guidati da una prospettiva isometrica che ci permette di manovrare Jimmy nella prima fase, mentre il ritorno a casa segue un percorso simile con lievi variazioni. Entrambe le fasi, in particolare la prima, avrebbero potuto essere arricchite con una maggiore varietà di scenari, poiché ogni livello tende a ripetersi senza offrire novità significative. Se l’intento era trasmettere la frustrazione derivante dalla monotonia di un’esistenza frenetica e consumistica, tale messaggio si riflette purtroppo anche nella ripetitività del gameplay, dove l’unica variabile è rappresentata dagli ostacoli e dall’interazione con essi. La palese ristrettezza del gioco diventa manifesta dopo poco, troppo poco.

Passando all’aspetto artistico, sebbene abbiamo già menzionato alcuni dettagli, un’analisi più approfondita ci ha permesso di apprezzare particolarmente tutte le sfumature psichedeliche che permeano lo stile grafico urbano, con i suoi colori e design distintivi. Di contro, la caratterizzazione dei personaggi, generalmente stereotipato e a volte sessualizzato, non è riuscita a convincerci appieno. Ad ogni modo, l’interfaccia e le finestre di dialogo, coerenti con il tono cyberpunk del gioco, risulta piacevole, sebbene alcune esclamazioni casuali durante l’azione, inserite nei balloon come in un fumetto, non siano sempre linguisticamente accurate. La localizzazione italiana è complessivamente buona, a differenza delle animazioni, che spesso risultano goffe e poco integrate con l’ambiente circostante. In conclusione, i pregi e i difetti si bilanciano, conducendo a un risultato non eccezionale, ma comunque accettabile.

Piattaforme: PC

Sviluppatore: Stupidi Pixel, Tiny Pixel

Publisher: Troglobytes Games

Il simpatico Death Noodle Delivery cerca di esplorare un universo che fonde azione e piattaforme in un contesto cyberpunk, tanto nell’ambientazione quanto come trama ed estetica. Un futuro contro-utopistico ma non troppo, dominato dall’isteria collettiva e dall’ansia di velocità è il teatro delle vicende del nostro eroe, il corriere Jimmy, che si trova a navigare tra una serie di situazioni e personaggi cliché, nonché meccaniche di gioco talvolta monotone. Lo sforzo congiunto di Stupidi Pixel, Tiny Pixel e Troglobytes Games riesce a intrattenere per un bel po’ ma, a causa della sensibilità eccessiva dei comandi agli input dell’utente e di una serie di missioni troppo simili tra loro, oltre a una cadenza ripetitiva dei livelli, è arduo non percepire una certa ripetitività nei contenuti proposti, e la noia resta in agguato dietro l’angolo. Il concetto fondamentale è robusto, ma il gioco si appoggia eccessivamente su elementi già visti in altri titoli, e presenta un profilo tecnico che non sempre risponde come dovrebbe. Data la durata relativamente breve, è un po’ un peccato che non abbiano scelto di investire in una maggiore attenzione ai dettagli e in qualche caratteristica distintiva per conferirgli maggiore unicità e originalità rispetto alle alternative disponibili sul mercato.

Si svezza con Medievil e Tomb Raider, cresce con Final Fantasy, matura con la scrittura di qualsiasi genere di videogiochi. Giocatrice da più di 20 anni, Francesca coniuga passione e studio in una tesi magistrale a tema videoludico e la nutre quotidianamente tra console e articoli su videogiochi, cinema e serie TV. Toglietele tutto, ma non la scrittura.