Stabilire quale sia la miglior avventura grafica di sempre è un lavoro duro: qualcuno al primo posto del podio metterebbe senza dubbio The Dig, mentre altri non esiterebbero a eleggere…
Stabilire quale sia la miglior avventura grafica di sempre è un lavoro duro: qualcuno al primo posto del podio metterebbe senza dubbio The Dig, mentre altri non esiterebbero a eleggere l’altrettanto ottimo Grim Fandango. E fra i tanti concorrenti non mancherebbe Monkey Island, uno di quei pochissimi videogiochi ai quali è praticamente impossibile rivolgere una critica. Probabilmente, i programmatori di Jolly Rover non avrebbero dubbi nell’indicare come miglior AG uno qualsiasi dei titoli aventi come protagonista Guybrush Threepwood, almeno a giudicare dal loro gioco, che non solo strizza l’occhio alle esilaranti avventure piratesche che ci hanno tenuti incollati allo schermo vent’anni fa, ma cerca di scimmiottarne un po’ tutti gli aspetti.
Escludendo il fatto che i protagonisti sono dei cani, tutto sembra preso di peso dai lavori di Ron Gilbert, partendo dallo stile grafico, fumettoso e colorato, per arrivare ai dialoghi, divertenti, scanzonati e completamente fuori di testa. Lo stesso dicasi per gli enigmi, che pur non particolarmente complessi (per lo meno per un avventuriero esperto) richiedono un minimo di fantasia per essere risolti: non tutti gli oggetti sono quello che possono sembrare, e per venire a capo di alcuni puzzle sarà necessario cercare di ragionare fuori dalle righe.
Jolly Rover, diciamocelo, è alla fine una scopiazzatura, fortunatamente fatta con molta intelligenza: graficamente, pur nella sua estrema semplicità, è un gioco molto curato, e chi adora la pixel art non potrà che rimanerne colpito (la Special Edition di MI è una spanna sopra, ma in questo caso l’affetto per l’originale gioca sicuramente un fattore importante). I cani protagonisti, per quanto possano apparire un po’ troppo fanciulleschi nel disegno, hanno carisma da vendere e non perderanno l’occasione di sottolinearlo ogni volta che parlano. Anche il linguaggio scimmiotta l’approccio voluto da Ron Gilbert, grazie all’utilizzo di termini tipici dell’inglese arcaico e freddure surreali. Chi conosce a fondo l’inglese lo apprezzerà di sicuro, mentre la comprensione potrebbe rivelarsi più ostica per chi non padroneggia la lingua di Albione, anche perché certi vocaboli non si trovano facilmente sul dizionario.
Una volta iniziata l’avventura si avrà la voglia di giungere alla fine, e i meno pazienti saranno felici di sapere che non rischieranno di rimanere incastrati in qualche strana situazione: nell’inventario è presente un simpatico pappagallo che, interrogato, potrà dare alcuni indizi (non troppo facili da intuire, naturalmente) su come proseguire. Peccato solo che alla fine si trovi veramente poco di originale: per quanto ben fatto, Jolly Rover è solo un buon clone di Monkey Island, e non riesce a superare il suo maestro da nessun punto di vista. Segnaliamo infine il supporto a Steamplay: compratelo su PC, e lo avrete a disposizione anche su Mac.