Spider-Man: Dimensions – Recensione PS3/Xbox 360

L’Uomo Ragno si moltiplica per quattro.

Spider-Man: Dimensions ruota attorno a una fantomatica tavola di pietra (chiamata “dell’Ordine e del Caos”) dotata di enormi poteri e in grado di incrementare a dismisura le abilità di chi ne entra in possesso. Tutto è iniziato col tentativo da parte di Spidey di sottrarre la tavola al malefico (Ray) Misteryo, beccato mentre se la stava portando a casa; l’uomo aracnide durante la colluttazione rompe la tavola, il che fa sì che i frammenti si spargano per il mondo e per tre universi paralleli creati dalla distruzione del manufatto.

Spider-Man: Dimensions è quindi diviso in quattro mondi o, per meglio dire, dimensioni. La dimensione “canonica” è quella che tutti conosciamo, dove Spider-Man è Peter Parker e indossa il classico costumino rosso e blu. Abbiamo parecchio apprezzato l’idea di caratterizzare ogni dimensione con uno stile grafico peculiare. In uno dei mondi paralleli impersonate Ultimate Spiderman, cioè Peter Parker, con addosso il costumino del simbionte (che porterà poi alla nascita di Venom, ma questa è un’altra storia): grazie a questo costume, il nostro eroe sviluppa una forza sovrumana, può andare in modalità “berserk” e può allungare le braccine. Nel terzo mondo parallelo viene raffigurato uno Spider-Man del passato, in una New York degli anni ’40. Lo stile grafico è prettamente noir e per certi versi ricorda il gioco Saboteur: in questa dimensione è l’azione stealth (anche se all’acqua di rose) a farla da padrone. Il costume di questo Spidey è favoloso e il nostro supereroe dai sensi di ragno potrebbe benissimo essere scambiato per un Watchmen: la maschera in pelle con gli occhialoni da motociclista gli conferiscono un carisma ineguagliabile. In ogni caso, in questo universo urge muoversi nell’ombra, immobilizzando i nemici e evitando di entrare nel loro campo visivo in pieno stile Batman: Arkham Asylum.

L’ultima dimensione è quella del futuro: in una New York del 2099 lo sviluppo verticale dei palazzi è portato all’estremo, al punto che non giungerete mai alla base degli edifici ma vi muoverete tra vari livelli… insomma, una sorta di Città Est di Nathan Never. Il costume dell’Uomo Ragno è iper tecnologico, il classico azzurro è sostituito dal blu e le fibre che lo compongono trasmettono in maniera convincente l’idea che si tratti di un tessuto avveniristico… ma, soprattutto, il ragno sulla maschera è particolare e ricorda vagamente il teschio di The Punisher.

Nel complesso grazie ai quattro universi, la varietà delle ambientazioni è assolutamente garantita, tanto più che nel mondo “classico” l’azione non si svolgerà solo in città, ma anche nella jungla, in cave di sabbia, cantieri, e via di questo passo. Se a ciò si aggiunge che ogni personaggio ha un proprio stile di combattimento e mosse speciali peculiari, sul piano della varietà l’obiettivo è pienamente centrato.

I boss presenti sono davvero parecchi, uno per ogni frammento di pietra, quindi una dozzina. Ogni boss va affrontato in modo diverso e non sempre sarà facile capire il sistema corretto per arrecargli danno. In ogni caso, nell’eventualità che non riusciate a cavarne un ragno (appunto) dal buco, accorrerà in vostro aiuto una tizia chiamata Madame Web, che vi suggerirà come muovervi e, nel corso del gioco, farà un po’ da cicerone, spiegandovi i vari perché e percome.

Entrando brevemente nel dettaglio di quello che dovrete fare, si tratta sostanzialmente di affrontare a più riprese il boss di ogni livello. Dopo ogni fase nella quale gli farete un mazzo tanto, verrà introdotta una sessione in cui si devono affrontare gli sgherri del cattivone. Così per due o tre volte, fino a giungere allo scontro finale. Nel corso della partita verranno fornite delle sotto missioni da portare a termine (tipo uccidi 20 nemici, salva tot persone, ecc), il completamento delle quali farà ottenere dei punti da utilizzare nelle schermate dei potenziamenti.

Terminata la fase descrittiva, veniamo alla valutazione del prodotto.
Sotto il profilo estetico il lavoro fatto dai Beenox è più che soddisfacente: le ambientazioni sono belle a vedersi, anche se il livello di dettaglio è altalenante (gli stage ambientati nel futuro sono scarsini), mentre non sono affatto male le caratterizzazioni dei personaggi, così come le eccellenti animazioni degli uomini ragno; in particolare, come anticipato, il mondo meglio riuscito, assieme a quello “contemporaneo”, è quello ambientato nel passato. Nulla da eccepire anche per quanto concerne i boss, riprodotti in maniera fedele sia nelle fattezze che nello stile di combattimento. Infine, sono molto ben fatti i numerosi filmati di intermezzo proposti. Insomma, Spider-Man: Dimensions, nel complesso, è un bel gioco da vedere.

Sul piano del divertimento, siamo di fronte a un gameplay piuttosto lineare. La struttura di gioco è grossomodo la stessa per tutti gli universi paralleli: le sessioni di botte indiscriminate si alternano agli scontri con i boss. Tutto fila via abbastanza liscio tra acrobazie e scazzottate, a parte quando la telecamera impazzisce e decide saltuariamente di focalizzare la visuale su punti assurdi, ingannandoci e inducendoci a spostarci nella direzione errata. Le mosse a disposizione dei vari Spider-Man sono davvero tante (alle quali vanno aggiunte quelle speciali diverse per ognuno), il che aggiunge varietà ai combattimenti ma solo fino a un certo punto, visto che, per comodità, alla fine vi concentrerete su alcune combinazioni particolarmente dannose e bon. Variegati e divertenti risultano i combattimenti contro i boss. Ognuno va affrontato utilizzando tecniche diverse, ed è piacevole perdere qualche minuto cercando di capire il modo migliore per tirarlo giù. Ci sono però alcuni boss (uno su tutti, Sandman) che risultano particolarmente ostici non tanto per la loro caparbietà, ma piuttosto perché il mirino di Spider-Man ha il vizio di agganciare oggetti inutili presenti sullo schermo piuttosto che il nemico da abbattere.

Tirando le somme, Spider-Man: Dimensions è un gioco divertente e longevo, pieno di mosse e cose da fare. Niente di clamoroso – intendiamoci -, ma sicuramente uno dei titoli più interessanti dedicati a questo super eroe.