Crucible Recensione: colpi sparati a salve

Crucible

Che il colosso di Jeff Bezos fosse prolifico di novità basate sull’engagement dei propri utenti, lo abbiamo notato nel corso degli ultimi anni, grazie al lancio di piattaforme e servizi dai contenuti (più o meno) interessanti e coinvolgenti. Nulla di strano, dunque, se il desiderio di cimentarsi anche nel settore gaming si sia fatto sentire, dando vita agli Amazon Game Studios, una piccola realtà che ha finora prodotto due soli titoli e ne ha un terzo in cantiere. Se con The Grand Tour Game gli studios si sono basati su una serie originale Amazon Prime di successo, con Crucible si sono decisamente lanciati in un mondo tutto nuovo e inedito, proponendo ai giocatori della piattaforma Steam un gioco d’azione sparatutto in terza persona, a squadre e disponibile ad accesso gratuito. Possiamo forse ritenere il lavoro degli sviluppatori Relentless Studios come un esperimento, considerando la sua riuscita complessiva, a ormai due settimane dal lancio, avvenuto lo scorso 21 maggio, come vi annunciavamo in precedenza.

Crucible: si apre la caccia

A seguito di un’installazione dalle dimensioni non troppo ingenti, approdiamo in un’area di selezione del nostro avatar, o meglio cacciatore, ciascuno dei quali possiede uno stile di combattimento unico. La scelta non sarà troppo vasta: abbiamo a disposizione solo una manciata di personaggi diversi tra loro, appartenenti alla categoria umana, aliena o robot e dal concept design che li rende piuttosto stereotipati, per non dire perfino simili a quella simpatica brigata degli eroi targati Marvel, i Guardiani della Galassia. Se è vero che ciascuno di loro possiede una modalità diversa di combattimento, dobbiamo ammettere altrettanto che gli attacchi sferrati da ciascuno di loro non sono poi così nettamente distinguibili e unici, nel complesso. Le armi disponibili possono essere un robot lanciafiamme o un quadricannone, colpi velenosi e abilità tali per cui possiamo diventare invisibili, ma in ogni caso, le modalità di attacco vedranno sempre protagonisti proiettili, fiamme e simili. Inoltre, ognuno presenta una manciata di abilità con tempi di ricarica diversi tra loro e che si distinguono in rigenerative, offensive, controllo del territorio e poco altro.

Cacciatori diversi, obiettivo identico: raccogliere la cosiddetta Essenza, ossia sfere bluastre che vengono rilasciate dai nemici dopo la loro sconfitta sul terreno di battaglia e che ci consentono di aumentare di livello, oltre che poter sbloccare dei bonus utili in battaglia. Come anticipavamo, si tratta di uno sparatutto, dunque dobbiamo essere pronti al combattimento e saper destreggiare a dovere armi e abilità, prima di metterci alla prova sul serio. Durante la breve fase tutorial, ci scontriamo con una varietà di mostri gargantueschi, ma poco dettagliati: le loro forme non ci sono sembrate approfondite o particolari, considerando che i nemici, soprattutto in un genere di gioco come Crucible, sono uno degli elementi basilari e su cui è fondamentale focalizzarsi. Se l’estetica non ci ha convinto, nemmeno i loro attacchi e colpi non ci sono sembrati particolarmente ben riusciti, da un punto di originalità del concept.

Battaglie in sordina

I nemici dunque non sono riusciti a portarsi a casa un punto a loro favore, ma che dire allora dei nostri alleati? La competizione in uno sparatutto dovrebbe essere decisamente feroce, nel tentativo di vincere la partita provando le quattro diverse modalità di gioco: Cuore degli Alveari, Cacciatori Alfa, Addestramento e Controllo dei Mietitori (arcade). Si tratta di mod abbastanza coinvolgenti e dal ritmo sostenuto, dove gli scontri sono a 4 contro 4, fino a otto squadre composte da due giocatori, per sfide all’ultimo sangue, o quasi. Chiaramente l’obiettivo è la sopravvivenza, ma non solo: le vittorie portano anche punti esperienza da condividere con la propria squadra, per salire di livello e sbloccare abilità, come dicevamo poco sopra.

Le battaglie risultano abbastanza coinvolgenti e dal ritmo sostenuto, almeno all’inizio della nostra prova, non solo perché possiamo sparare a spron battuto, ma anche in virtù della possibilità di conquistare punti di controllo nell’ambiente di gioco e guadagnare  punti esperienza, ma la noia dettata dall’attesa è dietro l’angolo. La mappa di gioco è risultata di dimensioni eccessive, incappando così nel rischio di trascorrere diversi minuti aspettando che la IA generi nemici o alveari, dettando così il ritmo di gioco subisce una decisa battuta d’arresto.

Tanta l’attesa, scarsa la qualità

Ad essere eccessiva non è solo la grandezza della mappa, ma anche i tempi di attesa di respawn in caso di caduta in battaglia, motivo per cui è sufficiente essere sconfitti in un fight all’inizio dello scontro per ritrovarsi in inferiorità numerica rispetto ai nemici. Probabilmente, il problema principale di Crucible sta proprio nel lancio forse affrettato e privo di una precedente fase Alfa o Beta, che sarebbero state senza dubbio di aiuto grazie ai feedback degli utenti e a conseguenti aggiustamenti. Al momento, la cosiddetta fase di Pre-Stagione non è ancora terminata, un periodo prolungato dagli sviluppatori fino a che non verranno introdotte alcune funzionalità, anche quelle che rientrano nei desiderata degli utenti, prima fra tutte la chat vocale. Tutto questo si svolge all’interno di ambientazioni molto colorate, ma prive di personalità e carattere originali, un po’ come il resto del gioco. Osserviamo fondali e soprattutto il character design che ci riconducono in prima battuta a Fortnite, seguito da personaggi à la Avatar. In buona sostanza, niente di nuovo, tutto di vecchio. Un passo falso che non ci saremmo aspettati da Amazon. Probabilmente dovevamo già subodorare che Crucible potesse rischiare di dimostrarsi un passo falso, nel momento in cui abbiamo visto quei movimenti non del tutto fluidi e naturali nel trailer di lancio, accanto a sagome poco smussate e curate del fuoco e del lancio dei proiettili nel momento cruciale delle sparatorie. Se all’epoca ne avevamo il dubbio, ora ci è purtroppo giunta la conferma.

La saturazione del mercato può forse giustificare un risultato così sottotono e decisamente privo di mordente e originalità? In parte, ma sicuramente non del tutto; ad oggi, in attesa di sperati aggiornamenti che il team stesso ha annunciato, ma non nel dettaglio, Crucible risulta uno sparatutto sviluppato senza alcuna pretesa, proprio come un tentativo di voler far apparire il proprio nome nel mare magnum videoludico, ma piuttosto sottotono e privo di vera consistenza dei propri contenuti.

Si svezza con Medievil e Tomb Raider, cresce con Final Fantasy, matura con la scrittura di qualsiasi genere di videogiochi. Giocatrice da più di 20 anni, Francesca coniuga passione e studio in una tesi magistrale a tema videoludico e la nutre quotidianamente tra console e articoli su videogiochi, cinema e serie TV. Toglietele tutto, ma non la scrittura.

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