MXGP 2020 Recensione PS5: salti migliori con il DualSense

MXGP 2020

Tutto avrei mai pensato qualche tempo fa, tranne che la maggiore differenza tra la versione “old” e quella “next” di MXGP 2020, l’ultimo titolo della serie dedicata al motocross di Milestone, fosse tutta nella bontà del sistema di controllo. In fase di test, abbiamo avuto la possibilità di mettere le mani sul gioco nella sua incarnazione Playstation 5 e, quindi, su quel DualSense che sì, tutto vero, cambia in maniera sensibile l’esperienza. D’altro canto, il titolo, tutto sommato, resta sempre lo stesso. Ovvero il solito e “duro” simulatore dedicato ad una disciplina peculiare, non per forza apprezzata, in forma videoludica, da un’utenza distratta e un po’ oziosa.

MXGP2020: salti e cadute

Da ormai più di un lustro, Milestone sforna a cadenza annuale i titoli su licenza del campionato Motocross aggiungendo, edizione dopo edizione, piccoli passi avanti nella ricerca della simulazione perfetta. Da un punto di vista contenutistico, l’aggiornamento porta in dote tutti i piloti , le moto e le livree della nuova stagione.

La licenza ufficiale ha insomma permesso, ancora una volta, di riprodurre fedelmente il mondo del Motocross, per una modalità carriera che, prevedibilmente, ricalca le sequenze e la struttura della stagione. Una volta creato il proprio alter ego tramite un editor piuttosto semplice, il passo successivo sarà quello di affidare le nostre ambizioni ad un team ufficiale piuttosto che fare tutto da soli, aiutati dal nostro primo sponsor. Ci sono delle richieste da soddisfare per guadagnare contratti migliori, ma, di fatto, il titolo resta strutturalmente ancorato ad una concezione molto classica, per non dire vecchiotta. Una sequela di gare, con protagoniste  senza un racconto o un particolare contesto, dove la progressione è scandita dal raggiungimento di podi e vittorie. A rendere unica l’esperienza in singolo è, banalmente, l’approccio scelto. Affrontare la carriera facendo affidamento su aiuti alla guida e fisica semplificata d vuol dire optare per un feeling di guida decisamente più “leggero”. Al contrario, giocando in modalità Realismo, la sfida si alza notevolmente, rendendo necessario un attento studio della fisica che governa il gioco, la moto e lo stesso pilota che, con il suo peso e la sua postura, resta un’entità praticamente separata dallo stesso bolide. D’altro canto, il Motocross resta una disciplina particolare, che ha poco a che spartire con le classiche gare da Turismo o Moto Gp. Diciamo pure nulla. Tra salti, rampe e tante cadute, difficilmente la velocità di crociera supererà gli 80 KM/H. Tolto quindi dall’equazione il fattore “V”, quel che resta è tutto nel fattore “S”.

S come salti. Frequenti, non sempre di facile lettura, nelle prime gare quasi impossibili da gestire. Almeno fino a quando non si capisce che, con l’analogico destro, è possibile gestire il peso del pilota e, quindi, favorire il disegno del tracciato e delle curve. Salto dopo salto, insomma, il nostro rider è chiamato quasi ad una sorta di danza che richiederà tempismo, ritmo e, perché no, un po’ di fortuna, per quanto l’improvvisazione, in MXGP 2020, sia poco tollerata. Colpa, anche, dei piloti avversari che, purtroppo, continuano ad essere gestiti da routine di IA poco “elastiche” e per nulla recettive nei confronti dello stesso giocatore. Come a dire che, mentre ci si barcamena con le asperità del tracciato, è un po’ avvilente passare gran parte delle prime gare ad inseguire una sorta di “carovana” uniforme che, anche ai livelli di difficoltà più bassi, sembra sempre troppo veloce. La situazione migliora col tempo, con l’esperienza e con la costanza. Quando si riescono a metabolizzare tutte le leggi che governano l’universo fisico riprodotto da Milestone, il divertimento sale. Anche grazie al nuovo controller.

Lo dicevamo in apertura: al netto delle performance del gioco sul nuovo hardware, la differenza più evidente tra old e next gen è nel sistema di controllo. Il nuovo DualSense in dote a Playstation 5 riesce, grazie alle sue specificità tecnologiche, a modificare radicalmente il gameplay o, se si preferisce, i “sensi” restituiti alle dita del giocatore. Siamo pronti a scommettere la paghetta: pochi altri titoli, nei prossimi mesi, sfrutteranno meglio di MXGP 2020 le caratteristiche del nuovo pad che riesce a “leggere” in maniera piuttosto sorprendente ogni asperità del tracciato e quindi del terreno. Pozzanghere, fango, pietre. Persino il motore che, in fase di salto, va su di giri. Quasi ogni situazione e quasi ogni contesto valgono un tipo di “vibrazione” diversa, con i due “grilletti” che, pure, restituiscono di volta in volta resistenze diverse. Insomma, a prescindere dalla forza bruta nascosta dalla vistosa scocca della console, a rendere MXGP 2020 un gioco migliore su PS5 è proprio il DualSense. D’altro canto, neppure il nuovo controller riesce a superare una storica carenza della serie che, in tema di collisioni, resta ancorata a due generazioni fa. Il “contatto” fisico con gli altri piloti è banalizzato da routine eufemisticamente poco avanzate, mentre il “fuori pista”, nei fatit, non è neppure contemplato, visto che molte “sbavature” vengono risolte con un riposizionamento automatico della moto al centro della carreggiata. A risentirne è il realismo, evidentemente ingabbiato in una concezione antiquata. Ecco, dal prossimo MXGP vorremo vedere passi in avanti proprio in questa direzione. Si è in patte evoluto, invece, l’editor dei tracciati: più complesso e più completo, con creazioni condivisibili con la community, nel tempo dimostratasi piuttosto frizzante sul tema.

MXGP 2020: fascino norreno

Lo scorso anno, fu la Provenza. Questa volta, a fare da sfondo alla modalità Playground sono i suggestivi fiordi norvegesi, inedita cornice per l’open world che, da qualche tempo, impreziosisce la produzione. In Playground, anche grazie alle possibilità offerte dal Waypoint, è possibile tanto girare liberamente nell’ampia mappa, quanto creare percorsi e sfide specifiche, dove la creatività del giocatore trova terreno fangoso e pure fertile. In questo senso, le buone prestazioni in termini di fluidità e dettaglio offerte dal Unreal Engine hanno beneficiato del nuovo hardware. MXGP 2020, su Playstation 5 non fa certo gridare al miracolo, ma gira a 60 fotogrammi al secondo costanti, burrosi e scolpiti nel 4K. Rispetto alla versione PS4, inoltre, il gioco sembra beneficiare di un potenziamento del sistema di illuminazione, godendo di un dettaglio sicuramente superiore. Basti pensare al “movimento” delle tute dei piloti che, nel loro colorato sfarfallio, aggiungono un tocco di realismo visivo che non può certo dispiacere. Impossibile, al momento, valutare il comparto online. Il compito toccherà proprio ai giocatori che, nei prossimi mesi, anche a fronte di un’incredibile mole di elementi personalizzabili, dovranno testare le modalità messa a punto da Milestone. La casa promette prestazioni migliori grazie ai server dedicati e un supporto post lancio importante, grazie all’aggiunta della co-op in Playground e all’aggiunta di una coreografica Race Director. Staremo a vedere.

Insomma, nessuna rivoluzione: MXGP 2020 è la “solita” simulazione dedicata al Motocross sfornata annualmente da Milestone. Rispetto al passato, anche quello più recente, il titolo gode di una situazione tecnica sicuramente migliore su console e, soprattutto, delle “meraviglie” del nuovo controller. L’apporto fornito dal DualSense, a nostro giudizio, è importante e cambia, in maniera sensibile, il feeling di guida. Allo stesso tempo, è possibile che la nuova feature possa non piacere a tutti. In quel caso, è possibile “annullarla” via menu e tornare sui tracciati in maniera tradizionale. Tra fango, rampe, salti. E tante, tante cadute.

VOTO: 7.6

Michele Iurlaro è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti e dei praticanti professionisti. Scrive molto. Scrive troppo. Da troppo tempo