È introvabile, ha un design particolare e decisamente non passa inosservata. Forgiata sull’enorme successo globale degli ultimi sette anni, PlayStation 5 festeggia il primo anno di vita, minato purtroppo dalla pandemia da COVID-19. Nonostante si potesse pensare ad una ripresa quasi immediata, il settore del gaming ha subito pesanti ripercussioni che tutt’ora perdurano: la scarsità dei chip e dei semi-conduttori, i ritardi nei lavori, il rallentamento della produzione, tagli sulle scorte, insomma, per la nuova generazione di console è stato un avvio non proprio ottimale, soprattutto per il mercato dove la domanda supera di gran lunga l’offerta. Ma nonostante ciò, abbiamo in mano numeri più che sufficienti per delineare un quadro tutt’altro che pessimista, soprattutto se vogliamo gettare uno sguardo verso il futuro.
E così, per celebrare il primo anno di vita della console, noi di GamesVillage abbiamo deciso di ripercorrere tutto ciò che ha visto PlayStation 5 in primo piano, dalla console ai videogiochi e servizi, fino al domani: cosa ci attenderà sulla nuova console di casa Sony?
PlayStation 5: l’oggetto del desiderio dei videogiocatori, o quasi.
Che la concorrenza si sia infervorata non è un segreto: Microsoft con Xbox Series X e il servizio Game Pass ha realizzato un ecosistema videoludico che rende possibile giocare anche senza dover cercare disperatamente una console di nuova generazione, illustrando un futuro davvero roseo, ma per questo vi rimandiamo al nostro articolo sul primo anno del monolite di casa Redmond. E in tutto ciò, Sony e PlayStation 5 continuano a percorrere la medesima strada intrapresa durante la scorsa generazione, una strada che sembra essere molto apprezzata dai fan seppur con qualche piccola riserva. Ma la console innanzitutto, è la nuova creatura ingegneristica di Mike Cherny, un oggetto dettato da un design particolare dalle dimensioni esuberanti, mettendola persino al centro delle opere fantasiose generate dalle menti brillanti sparse per l’internet. Ne abbiamo parlato abbondantemente durante la nostra recensione, l’SSD Custom prodotto da AMD di PlayStation 5 è uno degli elementi di punta della nuova console di casa Sony, dove la velocità dei caricamenti e l’elaborazione dei dati l’hanno fatta da padrona nella comunicazione. E i suoi benefici li abbiamo potuti ampiamente assaporare nelle varie esclusive dei PlayStation Studios approdate negli ultimi dodici mesi, insieme alle versioni migliorate per PS5 che hanno ottimizzato non soltanto la caratura grafica e tecnica, ma ne ha persino snellito il peso sulla memoria interna.
Il tutto è stato accompagnato dalla costante del DualSense, che tra feedback aptico e trigger adattivi, ci ha proposto delle esperienze di gioco più coinvolgenti attraverso le esclusive. Un aspetto apprezzato ampiamente da pubblico e critica, soprattutto in videogiochi come Returnal o Astro’s Playroom, in cui venivano esibite in maniera eccellente tutte le novità del nuovo pad. Tuttavia, le funzionalità del DualSense necessitano ancora di essere sfruttate a dovere e chissà come potremo percepire le inerzie di Aloy in Horizon Forbidden West o le prodezze di Kratos in God of War Ragnarok.
Il sistema operativo ha compiuto un deciso passo in avanti rispetto a quello di PlayStation 4 in termini di stabilità e velocità, tuttavia si sente ancora la mancanza di alcune feature che facilitavano l’accessibilità. In primis, mancano ancora le apprezzatissime cartelle, le quali ci permettevano di catalogare i giochi installati nella dashboard, ora situati nella raccolta. Anche la possibilità di consultare il changelog degli aggiornamenti dei giochi PlayStation 5 è uno di quegli elementi di cui sentiamo la mancanza, sebbene le rispettive versioni old-gen ripropongono questa opzione. Tuttavia possiamo spezzare una lancia a favore dell’interfaccia utente, poco invasiva e alquanto intuitiva, con la Game Base che gestisce la nostra lista amici e i party senza dover necessariamente tornare alla dashboard. Anche l’opzione Switcher ha il suo perché, permettendoci di passare da un gioco all’altro con un semplice click, sebbene non vanti delle stesse funzioni del celebre Quick Resume di Xbox Series X|S. Negli ultimi mesi il sistema operativo ha ricevuto diversi aggiornamenti che silenziosamente introducevano ulteriori migliorie come la gestione dell’audio 3D, ma sostanzialmente l’introduzione del supporto per gli SSD M.2 è stata l’unica vera chicca per gli utenti di PlayStation 5. Con il supporto degli SSD esterni (che possono essere installati nel vano interno della console), sicuramente vengono rassicurate le preoccupazioni sullo spazio d’archiviazione disponibile, che nonostante non sfiori l’agognato terabyte, risulta essere abbastanza cospicuo se escludiamo dall’equazione titoli esosi come Call of Duty Warzone.
PlayStation 5 nonostante pregi e difetti, resta comunque l’oggetto del desiderio di tantissimi videogiocatori che altro non aspettano le nuove forniture, dove le opzioni d’acquisto spaziano tra la versione con disco e quella interamente dedicata al digital delivery. Quest’ultima in particolare, rinunciando al lettore, rappresenta un’offerta decisamente più vantaggiosa della piccola Xbox Series S, che dal canto suo rimane un’opzione alquanto valida per gli abbonati al Game Pass. E nonostante la pandemia, la nuova console di casa Sony ha siglato un lancio record, totalizzando finora ben oltre le tredici milioni di unità vendute in tutto il mondo. Ma la console non avrebbe mai potuto esibire le sue potenzialità senza i videogiochi, i quali hanno determinato l’avvio della nuova generazione.
I videogiochi e servizi nel primo anno di PlayStation 5
Tuttavia un hardware così performante necessita dei videogiochi, i quali nonostante un’annata minata dalla pandemia con ritardi e problemi di sviluppo, non sono di certo mancati. Mentre attendiamo di mettere mano ad Horizon Forbidden West e God of War: Ragnarok, PlayStation 5 ci ha dato un ottimo assaggio di ciò che ci potremo aspettare in futuro, grazie ad ottime produzioni come Returnal, Kena Bridge of Spirits o Deathloop. Ciononostante, l’avvio della nuova generazione ha visto la pubblicazione di tantissimi titoli cross-gen, i quali hanno purtroppo mostrato alcuni limiti tecnici, ma non per questo sono meno accattivanti delle nuove produzioni approdate unicamente sulle attuali console. Basti pensare all’eccelso lavoro compiuto dalle terze parti e i multipiattaforma, che hanno saputo compensare un anno davvero a rischio. Titoli come Tales of Arise, Lost Judgment, It Takes Two, Resident Evil Village o Assassin’s Creed Valhalla (tanto per citarne alcuni), ci hanno regalato delle esperienze di gioco davvero soddisfacenti, capaci di alimentare quella nostra voglia di videogiocare con storie e gameplay resi ancor più invitanti grazie ai benefici del nuovo hardware.
E Sony in questo caso ha saputo sfruttare le potenzialità della console proponendoci delle versioni migliorate dei suoi must-buy pubblicati su PlayStation 4, sfruttando non solo la retrocompatibilità, feature altamente richiesta dalla sua community, bensì proponendo nella veste di “Director’s Cut” opere come Ghost of Tsushima o Death Stranding. In questi due casi, a cui si unisce anche Final Fantasy VII Remake Intergrade, abbiamo avuto non solo un miglioramento tecnico che sfrutta le nuove possibilità offerte da PlayStation 5, come il supporto del DualSense, bensì il pacchetto comprende persino nuovi contenuti giocabili, un invito a rivivere tali esperienze sotto una nuova luce. Sebbene il rincaro dei prezzi sulle esclusive PS5 ha generato del malcontento, difficilmente possiamo lamentarci sull’effettiva qualità dei prodotti proposti quest’anno, dopotutto la loro realizzazione ha richiesto dei costi piuttosto onerosi che aumenteranno man mano che le tecnologie si evolveranno.
I videogiochi sono parte integrante dell’identità di una console, ma Microsoft negli ultimi anni ci ha abituati all’idea che anche i servizi offerti sono importantissimi. Sotto questo punto di vista, Sony ha compiuto dei piccoli passi in avanti, seppur ci sia ancora molto lavoro da svolgere. Le proposte mensili del PlayStation Plus ad esempio offrono un trampolino di lancio per quelle produzioni minori pronte a debuttare su console, e nell’arco del 2021 l’abbonamento ci ha regalato diversi titoli interessanti. Da Oddworld: Soulstorm ad Operation Tango, fino a produzioni deliranti come Bugsnax e Destruction All Stars!, il PlayStation Plus ha saputo in diverse occasioni accontentare la sua utenza con regali non indifferenti, permettendo inoltre di ampliare il proprio parco titoli su PlayStation 5 con dei lanci esclusivi come quelli sopracitati. Ancor più determinante è stata la PlayStation Plus Collection, una raccolta dei migliori titoli pubblicati su PlayStation 4, la cui qualità oltre a rasentare l’eccellenza, sono un’ottima vetrina per coloro che passeranno alla famiglia di Sony durante questa generazione.
Ma indubbiamente, il PlayStation Now è il servizio ad aver ricevuto più attenzioni da parte dell’azienda. Dopotutto, nell’ultimo anno il suo catalogo ha accolto tantissime produzioni di spicco, come The Last of Us Parte 2, God of War, Celeste, i Final Fantasy, e tanti altri ancora, dando modo all’utenza PlayStation di mettere mano anche attraverso la prova gratuita diversi videogiochi acclamati dalla critica. E mentre mancano ancora all’appello le versioni PlayStation 5 di alcuni titoli disponibili nel catalogo, la qualità con cui tale servizio si arricchisce di mese in mese è migliorata, rendendo ancor più invitante l’offerta proposta da Sony. Tuttavia vi è ancora molto da fare e nonostante un anno tiepido per le console di nuova generazione, si guarda al futuro con maggiore ottimismo.
PlayStation 5: uno sguardo al futuro, tra indie, AAA e il mercato orientale
Il primo anno di PlayStation 5 ha gettato le basi per un futuro promettente, ma ancor tutto da svelare. Le recenti acquisizioni di Bluepoint Games, Insomniac Games e di diversi team a lavoro su alcune esperienze online in arrivo prossimamente, delineano un carico di ben venticinque esclusive attualmente in via di sviluppo. I PlayStation Studios si sono espansi negli ultimi dodici mesi e le recenti dichiarazioni di Jim Ryan lasciano intendere che arriveranno nuovi acquisti, sebbene al momento Sony sulle varie produzioni first-party in arrivo. Il 2022 sarà un anno decisamente ricco in questo caso: Gran Turismo 7, Horizon Forbidden West, God of War Ragnarok saranno determinanti per il successo di PlayStation 5, seppur parliamo al momento di titoli puramente cross-generazionali. Nulla vieta ovviamente l’approdo di ulteriori videogiochi destinati unicamente sulla nuova console nipponica: dopotutto non dobbiamo e non possiamo escludere il contributo dei third-party, del settore indipendente e delle novità provenienti dall’Oriente.
In primis pensiamo alle fucine di Square Enix, che sforneranno produzioni come Forspoken, Final Fantasy XVI e i vari progetti legati alla saga di Dragon Quest, tra cui il dodicesimo capitolo della serie intitolato “The Flames of Fate”, senza dimenticare ovviamente titoli come Pragmata di Capcom o Ghostwire: Tokyo di Bethesda. Tuttavia, vi è un grande investimento verso il mercato indipendente, merito anche della divisione PlayStation Indies creata da Shuhei Yoshida. Da qui sono emersi i vari Kena: Bridge of Spirits e Chicory: A Colorful Tale, due produzioni che hanno riscosso un grandissimo successo mediatico, a cui dovremo aggiungere nei prossimi mesi videogiochi come Little Devil Inside, Stray, Sifu e Season. Certamente non finiscono qui, dato che sono ancora tantissimi i titoli attualmente in via di sviluppo presso le fucine dei PlayStation Indies, produzioni promettenti ed attesi ritorni, un panorama ottimista accompagnato da un altro settore che negli ultimi anni l’azienda ha coltivato in Oriente.
Proprio così, in Asia Sony sta coltivando diversi progetti tra Cina, Giappone e Corea, e mentre il Sol Levante si sta conquistando la pubblica piazza, le altre due nazioni stanno sviluppando diversi videogiochi interessanti, che pian piano sfonderanno il mercato occidentale. Attraverso il PlayStation China Hero Project, un programma che supporta gli sviluppatori indipendenti in Cina, Sony sta sfornando diversi titoli che si affacciano al pubblico mainstream, con diversi team a lavoro su vari action-rpg decisamente promettenti. Da Lost Soul Aside ad ANNO: Mutationemm, la Cina ha messo in cantiere una serie di videogiochi che stanno entrando pian piano nella comunicazione dell’azienda, i quali andranno ad arricchire le fila del parco titoli di PlayStation 5. E se vogliamo includere nell’appello anche prodotti come Black Myth: Wukong o Wuchang: Fallen Feathers, il quadro che ci si presenta vedrà la luce tra qualche anno, ma le premesse lasciano presagire ad un’esplosione di popolarità dal sapore orientale. Anche la Corea si sta muovendo a vista d’occhio: Project Eve, DokeV e tanti altri progetti sono in via di sviluppo per la nuova console, diradando così quelle voci che vedevano Sony sempre più lontana dal mercato asiatico.
Un futuro decisamente promettente, che passa però attraverso una comunicazione non sempre cristallina da parte dell’azienda. Gli State of Plays si sono dimostrati dei mezzi di comunicazione piuttosto efficaci, che vanno dritti al punto e lasciano parlare solamente i videogiochi, un format sicuramente più apprezzabile e che strizza inevitabilmente l’occhio ai Nintendo Direct. Ma come abbiamo già detto, non sempre il vocabolario di Sony si è mostrato alquanto chiaro, gettando confusione soprattutto sulle modalità di pubblicazione dei titoli in arrivo. Un aspetto che deve migliorare senza alcun dubbio è il modo di comunicare il proprio futuro agli utenti, che finora si è mostrato meno trasparente di quanto ci aspettassimo. I casi dei titoli cross-gen, degli upgrade a pagamento e delle esclusive temporali, hanno indubbiamente mostrato delle incertezze sugli approcci utilizzati da Sony nella sua strategia comunicativa, un problema a cui l’azienda deve prontamente porre rimedio. Con così tanti progetti in cantiere, urge da parte dell’azienda un’onestà intellettuale capace di fronteggiare un’utenza sempre più pretenziosa, una trasparenza mai disprezzabile e che metta subito in chiaro l’entità delle strategie intraprese per raggiungere o superare il successo ottenuto da PlayStation 4.