Shadow Warrior 3 Recensione: Lo Wang è tornato

Shadow Warrior 3

Vi ricordate quando Shadow Warrior metteva le sue prime radici sul mercato? Era il lontano 1997 e 3D Realms insieme a GT Interactive realizzarono questo interessante gioco. Dopo aver pubblicato sugli scaffali dei negozi la produzione per PC, Shadow Warrior ricevette due espansioni: Twin Dragon e Wanton Destruction, le quali ampliarono notevolmente l’esperienza di gioco offerta, nel quale l’utente interpretava Lo Wang, un ninja assunto come guardia del corpo per la Zilla Enterprises. Del videogioco non si seppe poi più nulla, almeno fino al 2013, perché Shadow Warrior rinacque in una nuova forma smagliante tramite un reboot decisamente interessante, sviluppato da Flying Wild Hog e pubblicato dagli stravaganti Devolver Digital che, in seguito alle loro apparizioni all’E3, non hanno decisamente bisogno di presentazioni. Subito dopo debuttò sul mercato il secondo capitolo della serie ed è proprio in questi giorni che l’azienda è finalmente riuscita a consegnarci in tempo l’atteso terzo capitolo, ossia Shadow Warrior 3. Questo sequel vede nuovamente lo stravagante Lo Wang impegnato in una missione piena di nemici, ostacoli e battute taglienti. Siete pronti ad immergervi in questa nuova avventura? Noi vi proponiamo la nostra recensione dell’opera targata Flying Wild Hog. Buona Lettura!

Shadow Warrior 3: spara, affetta e corri

L’incipit di Shadow Warrior 3 è piuttosto bizzarro, anche se utilizzare questo aggettivo a mio modo di vedere diventa molto riduttivo. Lo Wang ritorna in forma smagliante: vediamo il protagonista parlare con quello che una volta era Hoji attraverso un discorso letteralmente bizzarro e ai confini dell’imbarazzo. Basti solo pensare che il personaggio principale indossa dei boxer e una canottiera decisamente ridicoli! Ed è qui che entra in gioco Orochi Zilla, primo nemico del protagonista e solo successivamente diventato suo amico, con entrambi che hanno una missione da portare a termine: catturare l’antico drago liberato per errore proprio dal protagonista e far ammenda del suo errore. Diciamo che, seppur la scrittura non sia al massimo dell’originalità, in un contesto quale Shadow Warrior 3 siamo riusciti a passarci sopra e crediamo alla fine che il risultato non sia venuto niente male alla fine. Però, se puntate questo gioco per lo storytelling, vi porto cattive notizie: Shadow Warrior 3 purtroppo pecca enormemente su questo aspetto, perché se da un lato abbiamo una caratterizzazione dei personaggi ben delineata, la storia d’altra parte è priva di mordente, dato che viene un po’ trascurata proprio dalla caratterizzazione del Ninja eccentrico e non solo. Diciamo che una produzione del genere non fa della narrazione la sua portata principale, ma bensì fa emerge un fattore decisamente importante nei videogiochi: il gameplay. Per darvi un’idea più chiara, sarebbe come acquistare un DOOM o DOOM Eternal per la storia, mentre sappiamo benissimo che l’intento del giocatore è fare fuori quanti più demoni possibile grazie all’armamentario disponibile per il Doom Slayer con un gameplay fuori di testa, dove la componente narrativa funge prettamente da contorno all’intero fulcro dell’esperienza.

Ritornando a noi, parlando proprio della componente ludica appena citata, bisogna ammettere che il gameplay del titolo è tutta un’altra storia. Quest’ultimo è stato realizzato con cura e risulta essere abbastanza divertente da vivere sulla propria pelle, grazie ai movimenti e alla libertà offerta al giocatore. Sarà possibile sbizzarrirsi in diversi modi: dalle uccisioni ambientali, dato che l’utente potrà sfruttare una determinata area e capovolgere gli scontri a proprio favore, oppure andare diretto contro i nemici con le bocche da fuoco disponibili nel gioco. Seppur siano effettivamente poche le armi in nostro possesso, a queste ultime è stato fornito un sistema di potenziamento nel quale l’utente potrà ulteriormente diventare un vero ninja carnefice. Si parla ovviamente dal classico armamento, il quale comprende la pistola, doppie mitragliette, fucile a pompa e tanto altro. Ovviamente l’utente sarà anche incentivato ad utilizzare la propria arma bianca e, ovviamente, ritorna la nostra katana più letale che mai, dotata pure questa di abilità decisamente interessanti. Comunque, nonostante ciò, questo first-person-shooter che potrebbe passare come una sorta di titolo ereditario legato a DOOM, ha avuto delle aggiunte piuttosto interessanti, come l’introduzione delle mosse finali o finisher ai danni dei propri avversari. Ovviamente ci sarà un numero limitato di volte che potremo effettuare tale azione indicato chiaramente dall’interfaccia utente, e questo potrà essere a sua volta recuperato durante gli scontri a fuoco, ma la cosà più interessante tra questi è che ogni demone avrà delle peculiarità che potrà sfruttare il giocatore, come ad esempio una trivella gigante o potremo congelare alcuni nemici in un’area ben definita. Oltre a questo, c’è da considerare la novità apportata grazie al rampino, il quale fornisce un gameplay ancora più verticale ai limiti della freneticità lasciandomi parecchio soddisfatto nel complesso. Però, se devo essere sincero, una critica al gameplay vorrei farla e mettere in chiaro alcune cose. Parlando prettamente del gunplay dell’opera, le uccisioni contro i demoni non mi hanno lasciato particolarmente contento: diciamo che ho avuto la sensazione di non sentire per niente i colpi ad ogni uccisione, e questo a parer mio, è un peccato per la produzione stessa, seppur stiamo parlando alla fine di uno sparatutto in prima persona di stampo prettamente arcade, ma che ad ogni abbattimento dovrebbe lasciare estasiato, mentre qui non mi ha lasciato nulla proprio al livello emotivo.

Shadow Warrior 3Quando le battute feriscono più di una Katana

Parlando invece dal punto di vista del level design, sono rimasto piacevolmente soddisfatto, con ogni cosa che è messa al suo posto dal punto di vista progettuale del gioco. Ovviamente non mancano momenti dove il giocatore potrà sfruttare il wallrun (corsa sui muri) per raggiungere l’obiettivo dal punto A al punto B. Anche gli oggetti utili per rifornirci i nostri HP e munizioni sono stati collocati in modo che il giocatore possa raccoglierli immediatamente, in modo tale da non star lì a pensare a troppe cose insieme ad un enviroment ben studiato. Anzi, prima parlavo proprio delle somiglianze con DOOM, ma adesso mi è venuto in mente che Shadow Warrior 3 potrebbe rappresentare una sorta di fusione tra lo sparatutto di id Sofware e Bulletstorm, FPS targato People Can Fly, sviluppatori del recente Outriders. Inoltre, troviamo degli oggetti che sono collocati in maniera strategica dai developer, in modo tale da invitare i giocatori ad esplorare quanto più possibile l’ambiente circostante, dando modo di progredire con tutte le abilità del protagonista.

Dato che abbiamo avuto tra le mani la versione PC della produzione, tecnicamente parlando, il titolo si difende piuttosto bene. Non fraintendete: il comparto grafico di Shadow Warrior 3 non è certamente superlativo e capace di reggere il paragone con produzioni di recente uscita come Horizon Zero Dawn o Elden Ring ma, tutto sommato, devo dire che fa la sua degna figura. Ovviamente, la versione in questione si dimostra essere un tantino più performante rispetto alle versioni console solamente per l’introduzione della tecnologia DLSS targata NVIDIA, una vera e propria implementazione ben congeniata dalla società statunitense, dove oltre 150 giochi la supportano attualmente e permettono all’utente di ottenere più prestazioni e avere allo stesso tempo una qualità d’immagine ben definita. Dato che ci siamo soffermati ad analizzare il comparto estetico della produzione, volevo anche esprimere qualche parola sulla direzione artistica del titolo. Qui è palese come gli sviluppatori si siano ispirati ad alcuni significati simbolici come il drago, che in Cina ha un significato culturale e ben delineato, oltre ai vari elementi significativi e tanti scorci da togliere il fiato al giocatore. In più, non solo c’è qualche riferimento alla Cina ma possiamo buttarci ad ammirare il folklore giapponese presente nell’opera firmata Fyling Wild Hog, costituito da incantevoli edifici e con alcune sessioni di parkour potremo osservare e venire letteralmente ammaliati dalla bellezza che offrono quest’ultimi. Insomma, la direzione artistica del progetto è abbastanza ispirata e piena di peculiarità che anche la persona più scettica non potrebbe tessere le lodi a cotanta bellezza estetica.

Piattaforme: PC, PS5, Xbox Series X/S, PS4 e Xbox One

Sviluppatore: Flying Wild Hog

Publisher: Devolver Digital

Shadow Warrior 3, dopo tanto tempo d’attesa, è finalmente qui: un titolo capace di regalare parecchie soddisfazioni dal punto di vista del gameplay, grazie anche la possibilità di sfruttare l’environment per uccidere i nemici. Anche il sistema di potenziamento delle armi e del protagonista è ben delineato, capace di invogliare il giocatore ad esplorare l’area di gioco in cerca degli oggetti che potremo utilizzare per spendere i nostri punti e potenziarci notevolmente. Peccato per la presenza di una storia non esattamente il massimo e un gunplay che, nonostante potrebbe risultare piacevole ai più, personalmente mi ha dato la sensazioni che manchi qualcosa di ben definito da renderlo più coinvolgente e divertente. Da apprezzare anche la caratterizzazione di Lo Wang molto accurata, dovuta alle numerose battute taglienti e non solo del protagonista. Se state cercando un titolo pieno di combattimenti, violenza e volete affettare qualche nemico, Shadow Warrior 3 è un titolo che non vi lascerà certamente delusi!

VOTO: 7.8

Appassionato di videogiochi all'eta di 4 anni. Mattia entra nel fantastico mondo del gaming durante l'anno 2001 quando per la prima volta provò il suo primo gioco di strategia Empire Earth, da quel momento in poi non abbandonò più i videogiochi. Sempre in cerca di generi come Fps, Tps, RPG e platform, ma non si fa scrupoli per provare ogni tipo di videogioco.