Death Stranding Director’s Cut Recensione: Bentornato Sam, anche su PC

Death Stranding

Se c’è un videogioco che nel corso degli ultimi anni ha diviso il pubblico come non mai, quel videogioco è Death Stranding. Se siete amanti di questa industria e non vi perdete neanche una singola notizia, vi ricorderete tutti l’alone di mistero che circondava il nuovo progetto di Hideo Kojima, figlio di una separazione da Konami mai digerita dal pubblico e dall’industria stessa. Alla fine quel gioco è uscito per davvero ed è stato come un terremoto: tra chi gridava al “simulatore di corriere” e chi invece lo elogiava a “gioco della vita”, il primo prodotto del game designer e autore della saga di Metal Gear Solid non è sicuramente passato inosservato. Sono però trascorsi tre anni dalla release originale ed è davvero strano trovarsi a parlare nuovamente della missione di Sam, di Entità Estintive, di Creature Arenate e della Spiaggia, ma complice la release della Director’s Cut anche su PC ci siamo, pronti a dare il giudizio sul versante tecnico, che dopo sei mesi dalla release su PS5 (qui la recensione) da domani sarà disponibile anche su Steam ed Epic Games Store.

Death Stranding Director's Cut

Il fascino della prima volta

Per parlare della Death Stranding Director’s Cut su PC occorre fare un passo indietro e bisogna tornare, per forza di cose, al progetto originale. Come accennavamo in apertura, il gioco di Hideo Kojima ha debuttato nel 2019 su PlayStation 4 e PlayStation 4 Pro, due console giunte praticamente alla fine del loro ciclo vitale. Kojima Productions lo sapeva bene e anche se è stato utilizzato il Decima Engine, motore di casa Guerrilla Games, decisamente scalabile e che ha permesso di dare vita a Horizon Zero Dawn (ancora oggi uno dei giochi più belli da vedere su console), bisognava scendere a dei compromessi, almeno sul lato tecnico. Seppur gradevole da vedere, era abbastanza chiaro che il mondo post apocalittico disegnato da Yoji Shinkawa, concept artist e “braccio destro” di Kojima meritasse una potenza hardware decisamente differente. E così, in appena sei mesi, il gioco è arrivato anche su PC, offrendoci uno spaccato decisamente diverso: i 60 frame al secondo finalmente erano per tutti, una risoluzione nativa in 4K (o Quad-HD per chi ha voluto rimanere aggrappato ai 1440p) e un dettaglio grafico decisamente più soddisfacente avevano finalmente consegnato nelle mani dei giocatori il vero Death Stranding. A dirla tutta, chi ha giocato la versione originale del gioco poteva nutrire anche un po’ di invidia: non solo perché il gioco era decisamente migliore, ma soprattutto perché una larga platea di giocatori poteva scoprire per la primissima volta la visione post apocalittica e della fine del mondo del game designer nipponico. Purtroppo, in questo caso, la stessa magia non riesce.

L‘arrivo della Director’s Cut a distanza di circa due anni dalla release originale ci impone di fare dei ragionamenti legati alla godibilità del prodotto. Se è vero che da una parte abbiamo tantissimi nuovi contenuti, dall’altra parte sappiamo anche che il prodotto è profondamente diverso rispetto a come tantissimi giocatori lo hanno scoperto. Si tratta necessariamente di un difetto? Assolutamente no. Il gioco è infatti ancora godibile, ma bisogna ovviamente scendere a dei compromessi: la fatica di Sam nelle consegne può essere abbattuta sfruttando i robot, esoscheletri e le nuove rampe di lancio. L’utilizzo della corda al posto del bastone viene meno quando abbiamo una componente shooting più approfondita rispetto al passato. Tutto ciò, comunque sia, non intacca minimamente quello che è il vero punto forte di Death Stranding, ovvero la storia, i suoi protagonisti e la sua ambientazione. Espanderlo, anche rendendolo più accessibile rispetto al passato, non significa commettere un errore ma permettere a più persone di poter entrare in contatto con un mondo che tutti noi dovremmo visitare almeno una volta.

Death Stranding Director's Cut

Un mondo di nuovi contenuti

Anche se riuscire a rimanere sorpresi davanti al gameplay come se fosse la prima volta che schiacciamo il tasto Play, in realtà ci sono diversi motivi per cui dovreste giocare Death Stranding Director’s Cut. Il primo è sicuramente l’aggiunta di nuove missioni, che si svolgono in una nuova area del gioco. La seconda riguarda anche il cambiamento di gameplay: se è vero che l’idea originale era decisamente mirata a trasmettere qualcosa di diverso, in realtà anche le novità introdotte in questa edizione speciale potrebbero risultare piacevole. La scelta è ovviamente nelle vostre mani: se avete davvero voglia di imbarcarvi per una seconda run, allora sicuramente troverete tutte le aggiunte e questo stravolgimento del gameplay un alleato importante per riportare a termine l’impresa di Sam. Uno stile di gioco più aggressivo, magari volto proprio ad una componente shooting appena abbozzata nell’originale può facilitarvi nell’impresa. Discorso ancora diverso, invece, per i nuovi sistemi di consegna. C’è effettivamente della soddisfazione nel sapere che il nostro robot è riuscito a portare a termine un delivery di cibo, medicinali o materiali di ogni genere.

Tutti queste novità, comunque sia, valgono sicuramente di più per chi non si è mai avvicinato a Death Stranding, forse anche per timore di trovarsi davanti un gioco troppo lento per i propri ritmi. Avendo già terminato l’originale nel 2019, riteniamo complesso approcciarsi con un’altra run, al di là appunto di provare con mano i nuovi contenuti aggiunti da Kojima Productions, ma è sicuramente molto soggettivo: se siete dei completisti e volete provare con mano ogni singolo nuovo aspetto, sicuramente questo aggiornamento (per giunta gratuito su PC) fa sicuramente al caso vostro.

Death Stranding Director's Cut

Sì, ma come gira Death Stranding Director’s Cut?

Arriviamo al punto fondamentale di questa review, ovvero il comparto tecnico. Appurato che il gioco è praticamente lo stesso, identico che è presente su PS5, dobbiamo necessariamente valutarlo sul lato hardware. Abbiamo testato Death Stranding Director’s Cut su un PC dotato di GPU NVIDIA GeForce RTX 3060 Ti e i5-10400F. Il porting è sicuramente uno dei migliori che abbiamo mai visto in circolazione e vista anche la natura originale dello stesso gioco, gira veramente bene.

In tutte le prove i benchmark non abbiamo mai notato un singolo calo di frame rate o bug. Abbiamo giocato in 1440p, con tutti i dettagli al massimo e abbiamo impostato NVIDIA DLSS su Qualità, senza mai notare drastiche differenze. Ottima anche l’ottimizzazione per quanto riguarda i consumi: e siamo rimasti decisamente soddisfatti nello scoprire che il gioco sia a tutti gli effetti un ottimo porting. Non siamo però riusciti a testare la tecnologia Xe Super Sampling di Intel, la risposta del produttore di CPU a Nvidia DLSS, a causa della sua mancata disponibilità, ma ci riserviamo nel momento in cui verrà implementata a tutti gli effetti.

Piattaforme: PC, PS5

Sviluppatore: Kojima Productions

Publisher: 505 Games

Ci sono diversi motivi che potrebbero spingervi all’acquisto o alla prova di Death Stranding Director’s Cut su PC. Il primo è sicuramente legato al test dei nuovi contenuti, il secondo alla voglia di esplorare nuovamente l’avventura di Sam e la visione della fine del mondo di Hideo Kojima in una versione più ricca e sicuramente diversa, il secondo invece è avvicinarsi, finalmente, ad un’opera originale. Death Stranding è unico e privarsi dell’edizione più completa significa non amare davvero i videogiochi.

VOTO: 8.9

Alessandro muove i primi passi nei videogiochi grazie a Crash Bandicoot 2 e The Curse of Monkey Island. Il suo genere preferito restano le avventure grafiche e narrative ma ama anche gli sportivi come ad esempio FIFA (dove comunque non sarà mai bravo quanto vorrebbe). Nel tempo libero impreca per i risultati dell'Inter, legge e suona la chitarra