La febbre dei “classic-mini” non smette mai di sorprendere. Il filone è stato perfezionato nell’ormai lontano 2005 dall’Atari Flashback e da allora il settore videoludico ha vissuto un periodo d’oro fatto di nostalgia e collezionismo che, a distanza di più di quindici anni, ancora ritma le scelte editoriali di diverse aziende. Uno dei più recenti esponenti del genere è il THEA500 Mini, un lillipuziano Commodore Amiga 500, partorito dagli sforzi di Retro Games Ltd., studio britannico che si è già fatto le ossa assemblando emulatori per i titoli del Commodore 64 e del VIC-20. Abbiamo avuto modo di mettere mano sulla console in questione e provvediamo ora a spiegarvi come questa ci abbia spinto a sviluppare sentimenti profondamente contrastanti.
THEA500 Mini, “mini” di nome e di fatto
Se c’è una cosa che colpisce del THEA500 Mini è la sua presenza scenica. Per chi non avesse presente il sistema originale, stiamo parlando di una “belva” tech della fine degli anni Ottanta, un computer integrato in una tastiera di circa 50cm di lunghezza. L’Amiga 500 non era caratterizzato dalle linee d’“arredamento” come quelle esibite dalle console Atari, era un vero e proprio PC, plasmato nella tradizionale plastica color grigio chiaro dell’epoca, quella che vira al giallo man mano che si va avanti negli anni. Ebbene, l’emulatore proposto da Retro Games è contenuto in una scocca grande la metà del suo antico avo. Se siete tra coloro che passano le giornate a guardare youtuber che cucinano omelette usando stoviglie rubate alle case di bambola, il THEA500 Mini potrebbe seriamente causarvi una overdose letale di tenerezza.
La tastiera è puramente pensata in un’ottica spettacolare e, per quanto possa dispiacere, i suoi pulsanti non sono che rilievi frastaglianti un guscio di plastica. Le ragioni tecniche, economiche e pragmatiche supportano in tutto e per tutto la scelta dell’azienda, tuttavia è impossibile negare l’attrattiva di quei pulsanti minuscoli, pulsanti su cui le mani corrono immediatamente, deluse dal fatto che la pressione tattile venga contrastata da una rigida immobilità. No, la console non si comanda attraverso una keyboard, piuttosto la si naviga grazie a un controller che, non senza ironia, richiama alla memoria quello adoperato dall’Amiga CD32, ovvero uno dei controller più notoriamente disprezzati dalla comunità di gaming. In aggiunta a quanto detto, il bundle contiene anche un “tank mouse” a due pulsanti, strumento essenziale per far funzionare alcuni titoli della libreria, un cavo HDMI e uno USB che funge da alimentatore. Come spesso capita in queste situazioni, manca del tutto il charger ed è quindi necessario alimentare lo strumento appoggiandosi a una porta di connessione dello schermo televisivo o a un altro genere di soluzione esterna.
Lost into the software world
Acceso il device, si viene accolti da un menù a “carosello” che sarà pur esteticamente appagante, ma che è incapace di ottimizzare la consultazione dell’interfaccia. Per intenderci, stiamo parlando del sistema di navigazione tipicamente ricollegato a Netflix e affini, un sistema che è pensato per disincentivare l’esplorazione critica dei contenuti in favore delle scelte algoritmiche, che poco si presta a offrire uno spaccato immediato della libreria videoludica pre-caricata all’interno della console. Anche importanti predecessori quali il NES/SNES/PlayStation Classic hanno adottato approcci affini, tuttavia questi mastodonti del genere hanno sempre avuto l’accortezza di fornire ai propri clienti una guida che illustrasse in qualsiasi momento la posizione del cursore all’interno dell’archivio, una “bussola” che in questo caso è del tutto assente.
Non si tratta di un peccato capitale, soprattutto tenendo conto che i venticinque titoli su licenza messi a disposizione di Retro Games (Alien Breed 3D, Alien Breed: Special Edition ’92, Another World, Arcade Pool, ATR: All Terrain Racing, Battle Chess, Cadaver, California Games, The Chaos Engine, Dragons Breath, F-16 Combat Pilot, Kick Off 2, The Lost Patrol, Paradroid 90, Pinball Dreams, Project-X: Special Edition ’93, Qwak, The Sentinel, Simon the Sorcerer, Speedball 2: Brutal Deluxe, Stunt Car Racer, Super Cars II, Titus the Fox, Worms: The Director’s Cut e Zool) si esplorano tutti in un battito di ciglia, tuttavia questa mancanza illustra una peculiarità atipica propria di THEA500 Mini: non si tratta di uno strumento accogliente e l’esperienza dell’utente varia molto in base a quanto si sia disposti a “smanettare” all’interno del software.
THEA500 Mini è un apparecchio più complesso di quanto non sia lecito inizialmente credere, tant’è che nella confezione non è incluso il manuale, ma una guida rapida decisamente troppo sintetica. Coloro che si avvicinano al device con fare superficiale finiranno con l’incappare nelle latenze del mouse, nell’adattamento imperfetto dello schermo e nell’impossibilità di consultare i manuali dei singoli titoli (cosa che a sua volta rende impossibile saltare il video introduttivo di Another World). Già di partenza è dunque opportuno visitare il sito degli sviluppatori e recuperare lo user manual completo e la presentazione dei giochi, un’operazione estremamente semplice che però potrebbe non essere ovvia per i gamer meno navigati.
Possibilità illimitate
Sfogliando le istruzioni si rende palese l’esistenza di una “modalità per gli esperti” che altera significativamente la relazione con la console. Il raggiungere queste opzioni avanzate rappresenta uno sforzo minore per chi è abituato all’Amiga originale, ai vecchi PC o a “smanettare” con le impostazioni dei software, tuttavia non bisogna neppure sottovalutarne la complessità, se non altro perché necessita un intervento esterno al device. Per sbloccare le funzioni è infatti necessario inserire nell’apparecchio una chiavetta al cui interno sia stato installato il pacchetto THEA500 WHDLoad, scaricabile online, quindi farsi strada fino alle opzioni avanzate e attivare la cosiddetta Expert mode.
A questo punto si apre un mondo intero di nuove possibilità: si può alterare la potenza del chip di memoria, ottimizzare le performance, mimare la scansione interlacciata e mappare i pulsanti dei controller. Effettuare questo passaggio sembra quasi un prerequisito indispensabile, se si vuole godere pienamente del THEA500 Mini, tuttavia lo sforzo viene premiato anche da un valore aggiuntivo tutt’altro che secondario, ovvero la possibilità di importare nell’emulatore un archivio di titoli “extra” da aggiungere a quelli ufficialmente messi a disposizione dagli sviluppatori, potenzialmente trasformando la minuscola console nell’archivio per eccellenza dei prodotti Amiga.
THEA500 Mini non è una “mini-console“ tipica. Non è un plug and play piacione e adatto a tutti, richiede consapevolezza e un minimo di capacità tecnica perché il suo potenziale sia adeguatamente sfruttato. Detto questo, sospettiamo che gli sviluppatori di Retro Games siano ben consapevoli del bacino d’utenza che volevano raggiungere e che le complicazioni tecniche non sia d’ostacolo a nessuno tra coloro che hanno adocchiato la console. Se non volete impazzire a recuperare una vecchia Amiga, rischiando peraltro che i giochi siano ormai smagnetizzati, il THEA500 Mini potrebbe rispondere alle vostre necessità immediate.