EPOS H3PRO Hybrid Recensione: il prezzo dell’ecletticità

EPOS H3PRO Hybrid

Da un po’ di tempo a questa parte, EPOS si sta avvicinando al rilascio delle cuffie da gaming definitive ma, ogni volta che ha lanciato prodotti come le H3 o le GTW 270 Hybrid, ci sono sempre stati un paio di problemi più o meno marginali che li hanno tenuti a freno. Ora, l’azienda è tornata con un aggiornamento dell’headset arrivato qualche mese fa: le EPOS H3PRO Hybrid, disponibili da fine aprile anche nelle colorazioni Ghost White e Racing Green, sono in grado di soddisfare praticamente tutte le esigenze di connettività e includono una manciata di funzioni extra a corredo di un hardware eccezionale.

EPOS H3PRO HybridEPOS H3PRO Hybrid: parola d’ordine, versatilità

Le EPOS H3PRO Hybrid sono le ultime esponenti della linea di cuffie da gaming H3 della casa danese, nata da una joint venture tra Sennheiser e il gruppo Demant, e continuano a portarne avanti la buona nomea, anche se esteticamente si avvicinano più ad un incrocio tra le precedenti H3PRO e le H6PRO. Se non altro, l’ottimo microfono rimovibile con funzione “flip-to-mute” rappresenta già una cospicua miglioria rispetto alle normali H3. Come le altre cuffie EPOS che ho avuto modo di provare in passato, la qualità costruttiva è eccellente ma del resto, considerato il prezzo di vendita di 279 euro, non mi aspettavo nulla di meno. Le H3PRO Hybrid sono robuste e confortevoli dove serve e nessuna delle sue componenti restituisce una sensazione di fragilità al tatto, nemmeno quelle in plastica. Tutto quel che è asportabile, come i cuscinetti auricolari e il suddetto ricevitore, può essere facilmente sganciato e rimesso al suo posto senza timore di rompere qualcosa o di esercitare una pressione eccessiva: ciò vale in particolar modo con l’asta del microfono, dotata di una straordinaria aderenza magnetica, che si può sostituire con una copertura altrettanto facile da applicare quando non la si utilizza.

L’ultimo punto si è rivelato più importante del previsto, perché le cuffie possiedono un’acustica fenomenale anche per la musica. Grazie all’ampia estensione in frequenza ed alla qualità del suono, le funzionalità wireless le rendono piacevoli da utilizzare non solo per videogiocare, con il volume configurabile su livelli davvero elevati senza inficiare la resa finale. La rotellina laterale per controllare quest’ultimo torna utile per i ritocchi granulari, così da riuscire a cogliere anche suoni e rumori più deboli che altrimenti potrebbero sfuggire durante il gioco, il semplice ascolto di musica, audiolibri o podcast, e mi azzarderei ad aggiungere anche la creazione di contenuti audiovisivi, sia con l’utilizzo cablato che via Bluetooth. Le cuffie sono sufficientemente leggere e comode per lunghe sessioni di gioco o per gli spostamenti sui mezzi pubblici, merito soprattutto delle imbottiture che rivestono l’archetto metallico ed i padiglioni, e il fatto di non essere costretti a tenere il microfono agganciato di lato è un grande vantaggio. Dato il prezzo non indifferente, scegliere di renderle fruibili per una vasta gamma di utilizzi si è rivelata un’ottima idea perché, in termini di polivalenza, le H3PRO Hybrid sono davvero difficili da battere. I suddetti padiglioni chiusi offrono una vestibilità comoda e avvolgente sulle orecchie, che qualcuno forse potrebbe trovare eccessiva, ma che garantisce un isolamento del suono quasi totale. Di sicuro sono un passo avanti rispetto a quelli montati sulle classiche H3, che risultavano piuttosto scomode da indossare a causa delle casse circumaurali davvero troppo strette. È possibile aumentare ulteriormente il grado di schermatura dalle interferenze esterne mediante la cancellazione attiva del rumore, che sembra fornire anche uno slancio maggiore ai bassi. Una volta attivata, tuttavia, ho notato che la batteria tendeva a scaricarsi più rapidamente.

EPOS H3PRO HybridComfort e innovazione, ma occhio al portafogli

Tornando nel nostro habitat naturale, ossia i videogiochi, la qualità audio resta comunque impressionante: i brani riprodotti durante il gameplay di vari titoli (Final Fantasy VII Remake, Ori and the Will of the Wisps, Animal Crossing: New Horizons, Cyberpunk 2077 e persino Dragon Ball Z: Dokkan Battle, giusto per sottolineare come le H3PRO Hybrid possano essere utilizzate senza problemi su PC, console o smartphone) sono corposi, ben bilanciati e cristallini, tanto che mi è capitato di cogliere diversi passaggi che con altri dispositivi tendevano a perdersi nell’orchestrazione generale. Gli effetti sonori risultano a loro volta parecchio appaganti, in particolar modo nei titoli in cui l’audio posizionale fornisce utilissime indicazioni sulla provenienza dei nemici o la direzione da imboccare come gli episodi più recenti di Doom e Resident Evil. Il software consente di passare dall’audio 2.0 a quello 7.1 a seconda di ciò che si adatta meglio alla situazione, e permette anche di modificare i decibel per le diverse frequenze: ho giocherellato con questo settaggio solo per avere un’idea del suo funzionamento in fase di test, ma ammetto che per me il ritorno acustico era encomiabile anche senza intervenire in maniera minuziosa sulla sua regolazione, tuttavia quest’ultima sarà di certo gradita a quanti desiderano calibrare i propri device secondo necessità specifiche. La connessione wireless è un grande vantaggio delle EPOS H3PRO Hybrid: essendo predisposte per il Bluetooth, possono associarsi a numerosi dispositivi in modo nativo e sono dotate di un dongle per l’utilizzo su PC. Inoltre, sono anche collegabili via cavo alla maggior parte dei controller per console. Vivendo in una casa con un bel po’ di pareti e corridoi, non mi è mai capitato che andassero fuori portata restando nel limite dichiarato, al contrario della maggior parte delle cuffie wireless che mi è capitato di provare in passato. Quando sono agganciate al telefono e al PC contemporaneamente, posso giocare a qualcosa ascoltandone la gamma completa di suoni e passare automaticamente al telefono quando squilla, altra caratteristica molto comoda da avere.

EPOS H3PRO HybridIl microfono è forse l’unica debolezza del pacchetto hardware, e in realtà non è nemmeno così male, ma la sua qualità è decisamente inferiore rispetto al resto. Beninteso, non avrete problemi a parlare al telefono o in chat con i vostri amici, e la voce risulta comprensibile anche qualora doveste usare le cuffie per le vostre sessioni di streaming. Ho fatto anche una prova attivando il plug-in RTX Voice di NVIDIA per contrastare il mio ventilatore: quantunque gli spettatori mi sentissero perfettamente, il suono mancava di pienezza e risultava un po’ metallico, lasciando intendere senza ombra di dubbio che si trattasse di un trasduttore montato su un’asta orientabile. Se possedete già un microfono dedicato, non lo abbandonerete di certo per quello delle H3PRO Hybrid (pardon, quelli, dato che le cuffie sono dotate anche di un ricevitore integrato qualora l’asta vi risultasse scomoda a prescindere), sebbene quest’ultimo sia in grado di svolgere il suo dignitoso dovere per tutte le esigenze ludiche e telefoniche. Il vero tallone d’Achille del prodotto resta comunque il prezzo: come già ribadito, 279 euro per un paio di cuffie da gioco sono un investimento sostanzioso, anche se la loro estrema adattabilità potrebbe giustificare la spesa. Le ho messe alla prova con un vasto assortimento di connessioni e dispositivi, ottenendo ogni volta risultati soddisfacenti. Volendole considerare come un’unica soluzione per tutte le vostre esigenze acustiche, allora forse il boccone amaro del loro costo potrebbe farsi un po’ più digeribile.

In conclusione, se avete il budget necessario e state cercando una delle migliori cuffie da gaming a tutto tondo, capace di offrire prestazioni eccellenti anche per altri utilizzi come l’ascolto di musica o le videoconferenze, le H3PRO Hybrid potrebbero davvero fare al caso vostro: comode, robuste e poliedriche, la proposta di EPOS centra in pieno l’obiettivo di interfacciarsi senza problemi con la totalità dei dispositivi in vostro possesso, a volte anche più di uno contemporaneamente, mantenendosi sempre su ottimi standard qualitativi.

VOTO: 8.7

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.