La Casa Il risveglio del Male è un ritorno davvero gradito al Cinema, perché si tratta di un nuovo capitolo di una saga decisamente di culto, che, pur discostandosi parecchio dalla trilogia originale di Sam Raimi, che resta comunque come produttore, risulta ben realizzato e gradevole, più per i fan storici che per un pubblico nuovo, in verità. La scelta di proporre qualcosa di diverso è un’arma a doppio taglio, vincente per alcuni versi, ma carente su altri. Diverso, oltretutto, solo a livello di ambientazione, visto che il canovaccio di base resta il medesimo già visto in passato. Una favola nera ancora forte dal punto di vista emozionale, anche dopo oltre quaranta anni dal suo debutto. Evil Dead Rise sarà all’altezza delle enormi aspettative? Scopriamolo insieme.
Evil Dead, una pietra miliare difficile da resuscitare, anche con le evocazioni del Libro Dei Morti
La Casa Il risveglio del Male si porta sulla spalle una pesante eredità, poiché, lo sappiamo Evil Dead, da noi appunto chiamato La Casa, è uno dei più grandi horror mai creati, vero simbolo dell’orrore fisico, sanguinolento e spaventoso che negli anni ottanta e novanta ha fatto esplodere il genere splatter, a cui si sono dedicati maestri del cinema come lo stesso Sam Raimi, oltre che il compianto Wes Craven, il papà di Nightmare, lo scrittore Clive Barker con il suo Hellraiser, e persino l’insospettabile Peter Jackson, che prima di consolidare la sua fama con la saga cinematografica de Il Signore Degli Anelli, ha regalato agli amanti del genere quel piccolo gioiellino splatter di BrainDead, da noi chiamato Splatters – Gli schizzacervelli, datato 1992, oggi considerato una pellicola di culto. Si, perché se da una parte c’erano all’epoca gli horror più tradizionali basati magari su spettri, vampiri e zombie, soprattutto quelli dotati di critica sociale come quelli del Maestro George Romero, che pure in molti ascrivono allo splatter stesso, dall’altra c’erano sottogeneri basati sulla fisicità più forte. Tra questi troviamo gli Slasher Movie, portati alla fama da pellicole come Non aprite quella porta, girato nel 1974 da Tobe Hooper, l’iconico Halloween di John Carpenter del 1978 o Venerdì 13 di Sean Cunningham, nel 1980, ed appunto gli Splatter Movie, come l’italianissimo Buio Omega di Joe D’Amato del 1979 ed Evil Dead di Sam Raimi del 1981. Quest’ultimo, come avete ben capito, è quindi una della rare pietre miliari dell’intero genere horror, e come tale ha una sua importanza fondamentale. Una saga, peraltro, quella di Sam Raimi, incredibilmente poco prolifica, sebbene di culto assoluto, che nel nuovo millennio è più stata ripresa in mano davvero poco da parte dal suo creatore. Colpa dell’Uomo Ragno, diranno in molti, poiché, come sappiamo, la trilogia cinematografica dello spara ragnatele ha assorbito le forze del regista.
Ma torniamo indietro nel tempo, per ricordare i passi salienti della saga di Evil Dead. Tutto parte da un semplice cortometraggio di mezz’ora realizzato tra amici, con pochissimi mezzi, ma con una idea di base narrativamente eccezionale. Within the Woods, girato nel 1978, e che oggi potete vedere anche su YouTube, coinvolge amici e parenti, ragazzi appena ventenni col sogno di realizzare un film dell’orrore. Da quella prima prova sarebbe nato solo tre anni dopo The Evil Dead, il primo film della serie che, dal 1981 avrebbe fatto scuola. La storia racconta di una misteriosa baita nei boschi dove si trova nascosto un misterioso volume il Necronomicon, rilegato in pelle umana e scritto col sangue, grazie al quale è possibile evocare Demoni e creature dell’Oltretomba. Alcuni teen-ager in vacanza dovranno affrontare il fatto di aver, per errore, risvegliato il Male, diventando essi stessi, uno dopo l’altro corpi posseduti da demoni infernali. La trama è tutta qui, geniale, semplice ed unica. Il film viene realizzato con pochi mezzi, grazie a fondi privati, al punto che viene girato in una baita di proprietà di un membro della troupe, con scene spesso improvvisate, la vera automobile Oldsmobile del regista, che tornerà spesso nella sue opere successive, l’iconico Bruce Campebell che si ferisce davvero durante le scene, ed una bizzarra telecamera a spalla ideata dallo stesso regista, per rendere le scene più realistiche. Un film disturbante, geniale, folle, oggi di culto. Un sequel arriva qualche anno dopo, nel 1987, Evil Dead II (senza articolo stavolta), che è però quasi un remake con budget più alto. Sam Raimi inserisce poi molto più umorismo e scene slapstick, con tanto di motosega, che diventano un vero marchio di fabbrica della serie, che esploderanno in maniera dirompente in Army Of Darkness del 1992, dove Ash Williams, protagonista dei primi due film, arriva in un vero e proprio mondo horror fantasy per affrontare l’Armata delle Tenebre che da il titolo al film. La saga continua grazie ad una eccezionale e recente Serie TV, Ash Vs Evil Dead, che racconta cosa è successo dopo il terzo film. In Italia, peraltro, La Casa ha avuto moltissimi seguiti apocrifi che hanno cercato di sfruttare il marchio senza alcun collegamento reale. Risale infine al 2013 uno splendido remake firmato da Fede Alvez, diverso, strano, ma davvero ben realizzato ed ecco che oggi ci troviamo di fronte al nuovo episodio, Evil Dead Rise, annunciato due anni fa, come abbiamo detto in questa pagina. Trovate il sito ufficiale del film al seguente LINK. Il film esce fieramente solo al cinema, ignorando tutte le piattaforme streaming. Il film, chiamato La Casa Il risveglio del Male in italiano, cerca di riproporre il classico canovaccio raimiano in una nuova location urbana, inedita e forse meno affascinante della baita nei boschi originale, benché molto credibile a livello narrativo. Nuovi personaggi, completamente slegati da quelli originali, senza nemmeno il possibile cameo di Ash, di cui si era rumoreggiato, che danno però vita ad una trama praticamente identica a quella della storia originale, con un misterioso ritrovamento del Necronomicon, ed in cui, il maledetto Libro Dei Morti, nutrendosi di sangue umano e di una invocazione registrata su dei polverosi vinili diversi decenni prima, fa risorgere il Male, troppo a lungo sopito.
La Casa Il risveglio del Male, il primo Demone non si scorda mai
Un inizio bucolico, che scopriremo essere successivo ai fatti del film, ci introduce alla resurrezione di Evil Dead al Cinema. Un evento epocale, dobbiamo ammetterlo, che siamo andati a vedere con una hype davvero altissima. La trama, per quanto risicata all’osso, ce lo aspettavamo, è puramente funzionale all’azione, e questo, per molti, potrebbe essere un difetto, ma siamo di fronte ad un more of the same cinematografico con nuova location, quindi forse non sarebbe stato lecito aspettarsi di più. Libri Maledetti, Demoni dell’Inferno scurrili che possiedono corpi maciullati, sempre meno umani, ed una impostazione survival che vede in scena una Final Girl degna dei classici degli anni ottanta. Del resto è davvero così che pare essere il film, e ricorda molto l’effetto di un sequel non-sequel che cerca di dire qualcosa di nuovo, come Non aprite quella porta IV, ad esempio, o L’Esorcista II L’eretico, restando in tema Demoni. Un film realizzato con maestria e molto mestiere da Lee Cronin, un regista ben scelto da Sam Raimi, che, purtroppo, come Bruce Campbell e Robert Rip Tapert, si limita alla produzione con la sua Reinassance Pictures, assieme alla New Line Cinema, che viene ricordato da una divertente citazione sulla saga di Nightmare. Uno dei pochi momenti concessi all’umorismo, sia chiaro, perché Evil Dead Rise si prende maledettamente sul serio. Addio pazzie slapstick, purtroppo. La storia scorre veloce, velocissima, ed il senso claustrofobico che regalava l’indimenticabile baita nel bosco è ben ricreato nell’appartamento in cui avviene l’evocazione casuale. Anche il ritrovamento del lovecraftiano ed inquietante Necronomicon Ex Mortis, che nel film viene chiamato con un altro dei suoi tanti nomi, pare avvenire per caso. La Casa diventa un appartamento, forse troppo anonimo, all’interno di un edificio destinato alla demolizione, e grazie ad un terremoto uno dei protagonisti rinviene il libro maledetto. Il cast dei personaggi è esattamente quello che ci si potrebbe aspettare, ovvero una semplice famiglia, composta da una madre moderna, tatuatrice, che da poco ha rotto col compagno, tre figli, di cui due adolescenti, ed uno, forse quello meglio caratterizzato, con la passione per le console da DJ e per i vinili. Anche quelli ritrovati per caso. A loro si unisce la zia, in visita casualmente durante gli avvenimenti, che si trasforma giocoforza in una vera eroina combattente. Certo, non è Ash, non ha il suo carisma, che quasi da solo teneva in piedi la trilogia classica, ma il personaggio fa bene il suo lavoro. Dispiace che la tematica della maternità, che avrebbe potuto essere sviluppata più in profondità resti praticamente solo sullo sfondo in questo Evil Dead tutto al femminile. Come la motosega del resto, inserita nel film quasi come una citazione dovuta al fanservice. Quello che colpisce, invece, è uno spirito citazionista molto forte, che rende omaggio ai grandi autori del genere, tra cui Lucio Fulci, Brian Yuzna, John Carpenter e David Cronenberg, padre del Body Horror. Con questo non vogliamo dire che le due attrici australiane Lily Sullivan ed Alyssa Sutherland e la bimba Nell Fisher, non siano brave nei rispettivi ruoli, anzi, ma è proprio la scrittura dei personaggi a dare loro poche possibilità di approfondimento. Un horror anni ottanta, nel bene e nel male, quando i personaggi servivano solo al loro scopo. Uno sviluppo di trama e dialoghi forse troppo ingenuo, del resto non siamo più nel decennio dei Paninari, e l’intero genere si è evoluto parecchio, pensiamo ad esempio anche alla TV, dove la serie The Walking Dead ha messo in scena un vero Drama adulto e forte, con gli zombie solo di contorno. Se amate lo splatter non temete, il sangue scorrerà copioso, i demoni saranno sboccati quanto basta ed il film tiene incollati allo schermo fino alla fine. Una produzione qualitativamente buona, dotata purtroppo di poca anima.
La Casa Il risveglio del Male riporta sul grande schermo la saga cult Evil Dead di Sam Raimi con una pellicola ben girata, con ottimi effetti speciali e litri di sangue che faranno felici i fan dello splatter puro. Il tutto girato quasi con ingenuità. Forse è questo il maggior difetto del film, ottimamente realizzato, veloce, senza tempi morti, con ottimo trucco e parrucco ma con personaggi troppo stereotipati e privi di spessore. Sono solo dei corpi che servono ai deadbite come marionette, diranno i fan storici della saga, ma una maggiore introspezione psicologica sarebbe stata gradita. Un film ben realizzato, appena sufficiente però nell’ottica della saga di culto a cui appartiene.