Samba de Amigo Party Central

Samba de Amigo Party Central Recensione: (ri)comincia la fiesta

Il marchio di SEGA è bene impresso nelle menti di tante tipologie di videogiocatori, e una di queste è quella degli appassionati di videogiochi musicali: i rhythm game proposti dalla casa giapponese si sono sempre dimostrati coinvolgenti, spesso originali e in grado di settare uno standard o un trend, anche “solo” visivo. Dai mille titoli con Hatsune Miku protagonista a Space Channel N.5, di note ne abbiamo macinate tantissime in sala, su Dreamcast o, più recentemente, su PlayStation, PC o Nintendo Switch, che vede ora l’inatteso ma graditissimo ritorno di un’altra icona, Amigo, con questo pseudo-remake del classico del 1999 dal titolo Samba de Amigo: Party Central.

Samba de Amigo Party Central: Maracas’ shake!

Non si tratta, a differenza dei precedenti porting per Dreamcast e Wii, di una nuova versione dello stesso titolo, ma non possiamo neanche pensare che sia un vero e proprio sequel, date le limitate innovazioni alla formula, che più che evolversi in questo caso si è non solo attualizzata ma anche notevolmente espansa. Come da tradizione del genere (la cui versione originale ha contribuito a consolidare) saranno a disposizione del giocatore numerose canzoni all’interno di un’ampia playlist: in questo caso abbiamo una quarantina di brani, a cui vanno aggiunti i vari titoli che si andranno a sommare lungo un ricco calendario di otto aggiornamenti spalmati nei prossimi mesi.
Ogni canzone potrà essere affrontata con una serie di modificatori: i due principali sono il livello di difficoltà e il sistema di controllo. A differenza della maggior parte dei giochi concorrenti, difatti, Samba de Amigo: Party Central potrà essere giocato sia tramite semplice pressione dei tasti del pad che tramite motion control dei Joy-Con, divenendo in pratica due giochi in uno, perché da un lato conteranno maggiormente riflessi e coordinazione occhio-orecchio-mano e dall’altra anche le doti “ginniche” dei giocatori, che dovranno imbarcarsi in una serie di coreografie e pose con le maracas che coinvolgeranno salti, rotazioni, piroette e pose plastiche. Di base avremo sei punti nevralgici in cui smuovere i joy-con/maracas: alti, mediani e bassi nelle direzioni destra e sinistra. Il controller di movimento registrerà le nostre performance e, con esso, il relativo punteggio. Naturalmente ci saranno note più semplici e altre più ostiche, poiché arrivano in contemporanea, o più velocemente, prevedendo anche estensioni ritmiche più marcate. La precisione nei controlli è più che discreta, ma c’è bisogno di un po’ di pratica iniziale per cogliere la giusta posa da tenere durante il gioco, soprattutto per le note basse, più a rischio di “miss” involontari per via del sistema di puntamento, che generalmente ha una finestra di conseguimento piuttosto ampia (soprattutto nei momenti “strike a pose” e nei minigiochi) ma risulta a volte spietato con i tamburellamenti bassi. Purtroppo, giocare col pad lo rende uguale a tanti altri titoli simili, perdendo le sue unicità che, anzi, col pad non brillano rispetto ad altre soluzioni pensate appositamente per i controller classici in altri giochi. Si tratta, dunque, di una modalità di ripiego, per cambiare aria e provare qualcosa di nuovo.

Fiesta sin fin

Un elemento interessante da considerare è la selezione di titoli presenti al lancio: quaranta canzoni non sono né poche né molte e ci vorrà parecchio tempo per diventare dei maestri in tutte; rispetto all’originale, però, ci sembra si sia strizzato maggiormente l’occhio al pop (e addirittura al rock) internazionale. Ci sono immancabili ritorni come “The Cup of Life” ma il sound latino-americano diventa meno preponderante, ed è un po’ un peccato viste le basi della IP. Il ritmo da maracas suona bene su canzoni più caciarone come “Karma Chameleon” ma decisamente meno su “You Give Love A Bad Name” o “I Will Survive”, per dire. Ad ogni modo non mancano anche hit recenti (ad esempio “TiK ToK” by Kesha) o classici SEGA come “Escape From The City” da Sonic Adventure 2. Elemento curioso poi la presenza di brani presentati dalla “concorrenza”, in particolare fa un po’ strano ritrovare, guarda caso, “Just Dance” di Lady Gaga, tra mille possibili canzoni, come se fosse una sorta di scherzo ai “danni” del notissimo titolo Ubisoft. I successivi DLC proporranno tre canzoni a testa al costo di 4,99 euro, un prezzo relativamente onesto considerando che il titolo di base costa 39,99. Anche se il fatto che l’edizione Deluxe, a dieci euro in più, comprende già, oltre a varie cosmetiche, due DLC, di cui… uno in uscita il giorno stesso del gioco, dedicato ai fan di Sonic. Come già detto in occasione della rece di Final Fantasy Theatrhythm Final Bar Line, troviamo “poco elegante” di fatto invitare alla scelta quasi obbligata di acquistare l’edizione Digital Deluxe per avere il roster completo di canzoni già pronte al lancio: in questo caso, ad ogni modo, il sovrapprezzo è decisamente minore e più vantaggioso.

Molto bene, ad ogni modo, sul versante delle modalità di gioco: oltre al classico Arcade (per il quale sono presenti numerosi trofei e la possibilità di sbloccare tantissime cosmetiche) abbiamo una modalità VS che presenta anche tre bizzarre e irresistibili varianti: Duello (in cui ci si sfida in popolarità davanti al pubblico virtuale e chi perde paga pegno), Prova d’amora (in cui bisogna cercare di sincronizzarsi col partner) e Mini Games (ricca di folli trovate ma attivabile solo con due coppie di Joy-con). Basterebbe questo per intrattenere debitamente il suo pubblico, ma SEGA ha deciso di lanciarsi sia nell’online “competitivo” con le sessioni World Party a eliminazione in cui guadagnare titoli e rispetto e il singolare StreamiGo!, una modalità fintamente online in cui ci si reimmagina come tiktoker alla ricerca di follower, da conquistare a suon di colpi di maracas.

Piattaforme: Nintendo Switch (disponibile in concomitanza anche su Apple Arcade, e in autunno su Meta Quest)

Sviluppatore: SEGA

Publisher: SEGA

Data di uscita: 29 agosto 2023

Samba de Amigo Party Central è rhythm game dall’anima classica ma svecchiato nel modo giusto, senza snaturarsi. Accattivante (ma non rivoluzionario) sul fronte artistico, presenta un buon parco musicale senza guizzi di sorta e con un’anima meno sudamericana e più cosmopolita del previsto, di cui guardiamo la prossima espansione con curiosità. I controlli sono buoni e abbastanza reattivi, anche se perfettibili; la possibilità di giocare anche in modalità pad poi è un’aggiunta che accogliamo con benevolenza, anche se si tratta a conti fatti di un ripiego poco soddisfacente. Quel che conta, ad ogni modo, è che il gioco è davvero, davvero divertente, giocabile sia dai neofiti (il livello Normal delle canzoni è invero piuttosto semplice e incline alle “S”) sia da chi, invece, ama consumare centinaia di calorie a sessione… e vi assicuriamo che a livelli alti è impegnativo. Le modalità di gioco aggiuntive, inoltre, aggiungono pepe e spezzano l’inevitabile routine che si viene a creare in questo genere di giochi. Dunque, consigliato ai fan del genere, a chi cerca un party game di coppia danzereccio e ai fan di SEGA.

Toumarello è il nickname che si porta appresso ormai da anni, ma non chiedetegli di spiegarvelo: è un tipo logorroico e blablabla. Per vivere (in ogni senso) scrive e descrive, in particolare di roba multimediale, crossmediale, transmediale... insomma, gli interessa il contenuto ma spesso resta affascinato dall'utilizzo del contenitore. Ama Tetris e le narrazioni interattive.