Come ho già sottolineato ampiamente nella recensione, è giusto affermare che i ragazzi di Dambuster Studios sono riusciti a superare oltremodo le aspettative con il loro Dead Island 2, per quanto l’asticella fissata dal primo gioco non fosse poi così elevata. I colori, l’atmosfera di autoreferenzialità e, naturalmente, la mattanza di zombi hanno stuzzicato i miei tratti sociopatici già ad aprile e in questi giorni, svariati mesi dopo la pubblicazione su PC e console, è stato rilasciato Haus, un’appendice scaricabile che aggiunge un nuovo scampolo di storia alle tragiche circostanze che fanno da contorno alla nostra odissea nel cuore di HELL-A. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo ma, considerato che per accedere ai contenuti di Haus dovrete prima completare la trama principale del gioco, potreste trovare qualche spoiler qua e là.
Dead Island 2 Haus: è un’opera d’arte impegnativa
Quando ho parlato del gioco base, mi sono trovato a lodarlo per la scelta dell’ambientazione e per il modo in cui le diverse sezioni della mappa facevano il verso alla pomposa ed esasperata cultura hollywoodiana. Speravo quindi che Haus scavasse ancor più a fondo simili aspetti e ci presentasse un lato di Los Angeles ancora più folle del precedente, e di primo acchito sono stato felice di constatare che per certi versi il DLC sembra imboccare una direzione del genere. Un invito inquietante ci conduce nei pressi di una singolare tenuta di Malibu, dove un ex culto della morte regnava sovrano. Ora i suoi macabri corridoi brulicano di non morti fasciati in tute aderenti di lattice e altri abiti parimenti equivoci, quasi fossero comparse di una stagione di American Horror Story, un destino piuttosto appropriato visto ciò che andavano ricercando in vita. La nuova proprietà immobiliare presenta corridoi illuminati da neon tenebrosi e stanze bizzarre che riproducono un tipico sobborgo americano e una foresta inquietante, costruiti come fossero set cinematografici. A livello puramente estetico, la location di Haus riesce a distinguersi dall’avventura originale grazie ad una surreale atipicità, che fa sembrare molto lontane le spiagge riarse dal sole e le strade costellate di negozi di Venice Beach. Qui ci muoviamo in un territorio sinistro e raccapricciante, dunque se eravate in cerca di sensazioni più macabre ne troverete a bizzeffe.
Tuttavia, anche se le prime impressioni sono positive, mi sono ben presto reso conto di quanto sia telegrafica l’intera espansione. All’interno di Haus si possono esplorare solo quattro aree, nessuna delle quali particolarmente grande, articolata o ricca di oggetti da trovare. Dato che le premesse sono incentrate su questa stravagante setta mortifera, si potrebbe pensare che ci sia qualcosa di più da approfondire, dettagli morbosi sui tentativi dei fondatori di mescolare arti necromantiche e tecnologia, ma purtroppo il fondo della tana del Bianconiglio si raggiunge con sbalorditiva rapidità e senza troppa eccitazione. Inoltre, poiché il nostro ammazza-zombi è già abbondantemente carrozzato, non mi sono mai imbattuto in uno scontro che desse l’impressione di essere al di fuori della mia portata, o in una missione dalla durata eccessiva, anche se quest’ultimo in effetti è un encomio nei confronti del bilanciamento complessivo. Se gli ultimi livelli di Dead Island 2 non vi hanno impensierito, Haus dovrebbe essere un autentico gioco da ragazzi. Confesso che avrei preferito un grado di sfida maggiore, ma da un lato è sempre meglio qualcosa di semplice e lineare “by design” che un’esperienza artificiosamente ostica e annacquata.
Eroe in arrivo!
Un DLC non avrebbe diritto di definirsi tale se non ci fossero dei nuovi giocattoli con cui perpetrare la carneficina e, per quanto anche in tal senso Haus non porti granché a tavola, il suo contributo regala qualche ora di sollazzo. La novità più importante è un particolare prototipo di balestra che infligge un quantitativo smisurato di danni ai non morti se riusciamo a colpirli alla testa. Di contro, la ricarica lenta e il basso numero di munizioni la rendono un’arma poco adatta alle battaglie frenetiche e ci spinge verso uno stile di gioco un po’ più subdolo rispetto all’andarsene in giro con una mazza da baseball a spaccare teste come fossero cocomeri maturi, perché consente di colpire gli zombi da lontano senza che questi si accorgano immediatamente della nostra posizione. L’impiego essenziale della nuova arma è quello di distruggere i cervelli nascosti nei recessi dell’abitazione che sigillano vari accessi, azione che di per sé non ha molto senso ma che almeno ci offre l’occasione di spezzare la ripetitività degli scontri con una parvenza di enigma ambientale da risolvere per proseguire. Al piccolo ma letale arco di legno portatile si affiancano altri due strumenti dispensatori di morte e distruzione, ossia l’Hog Roaster, un’ascia fiammeggiante con un piccolo pupazzetto a forma di maiale fissato sulla parte posteriore, e Isole dei Morti, una mazza che invece, a parte le statistiche, non vanta chissà quali peculiarità. Troveremo poi altre 8 carte abilità ma, in tutta franchezza, nessuna capace di stravolgere completamente le build costruite e raffinate durante le decine di ore di gioco dell’originale. Vi parlavo all’inizio di una manifesta penuria di contenuti, e l’attrezzatura a corredo non fa alcuna eccezione.
Ho impiegato circa tre ore per vedere tutto ciò che Haus mette a disposizione, missione primaria inclusa che da sola ne occupa un paio, un tempo pari a quello necessario per completare una singola area qualsiasi dell’avventura. Trattandosi di un contenuto scaricabile dal potenziale così interessante, la sua brevità mi ha lasciato un retrogusto decisamente amaro. Una durata così ristretta è del tutto inadeguata per costruire, sviluppare e risolvere un comparto narrativo soddisfacente e infatti, senza volerne svelare i punti salienti, la conclusione di questa scampagnata fra gli ex cultisti viziosi è brusca, forzata e pure abbastanza ridicola. Il danno viene aggravato dalla beffa degli sprazzi di genialità che fanno di tanto in tanto capolino: ciò che danneggia ancora di più la premessa è che lascia intravedere sprazzi di fine oculatezza, e riesce persino a collegarsi alla trama cardinale con un espediente singolare e non troppo telefonato, ma gli eventi si susseguono in maniera talmente serrata che finiscono per essere privi di qualsivoglia incisività. Se si considerano anche gli altri aspetti poco apprezzabili, è difficile non restare delusi da Haus. Non ci sono nemmeno nuove tipologie di avversari o di pericoli, ogni singolo elemento è stato preso e trasposto di peso da Dead Island 2, aggiungendo un tocco di BDSM in stile Hellraiser. Detto questo, la magione preserva un certo fascino morboso e contorto, e muoversi tra le stanze e i corridoi in cui si sono svolti un numero incalcolabile di orrori regala alcuni istanti di genuina inquietudine. Una volta tanto, fa piacere trascorrere un po’ di tempo immersi in un contesto più lugubre della scanzonata ecatombe da film horror di serie B. Purtroppo però, questo tempo non è abbastanza da giustificare il costo di quello che avrebbe potuto tranquillamente essere un incarico secondario un po’ diverso dal solito dell’offerta di base.
Piattaforme: PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S
Sviluppatore: Dambuster Studios
Publisher: Deep Silver
A conti fatti, Haus non offre abbastanza da legittimare la sua esistenza come contenuto separato, per quanto aggiunga diverse sfumature interessanti, ma non si spinge abbastanza in là da appropriarsi di un carattere distintivo. Se avete amato ciò che offre Dead Island 2, allora vi piacerà anche questo DLC, soprattutto se potrete fruirne grazie al pass di espansione. Ma chi sperava in un pasto più abbondante rimarrà a bocca asciutta, perché questo primo DLC è più che altro un assaggio utile solo a stuzzicare l’appetito.
