Quando Brothers A Tale of Two Sons si è affacciato per la prima volta nel 2013 sul meraviglioso marketplace di Xbox 360 gremito di titoli indipendenti, ha conferito al termine “co-op” un significato inedito. Con una nuova progenie tecnologica di console a pochi mesi di distanza, gli sviluppatori di Payday 2, Starbreeze Studios, e l’estro creativo del regista Josef Fares riuscirono a conquistare l’immaginazione di pubblico e critica. Si trattava di un gioco in “cooperativa solitaria”, perfetto per chi non ama condividere spazio e responsabilità con un’altra persona, con entrambi i titolari fratelli controllati da una delle due levette dello stesso pad. Dalla durata brevissima, ma assolutamente incantevole, Brothers è rimasto una delle curiosità più amate delle trascorse generazioni. È ormai passato del tempo da quando Starbreeze ha venduto i diritti di Brothers all’editore italiano 505 Games e l’eclettico Josef Fares, ancora prima, è passato a formare uno studio in proprio che ha realizzato A Way Out e l’acclamatissimo It Takes Two per EA ma Brothers, con un’operazione volta a preservarne il ricordo e celebrare il suo decimo anniversario, torna ad affacciarsi sulle piattaforme moderne grazie ad un comparto grafico completamente rinnovato, cortesia del pregevole impiego di Unreal Engine 5 da parte del team italiano di Avantgarden, gli ex Ovosonico che nel 2017 ci regalarono lo struggente Last Day of June.
Il racconto dei due fratelli in cerca di una cura per il padre malato viene dunque reinterpretato sotto una nuova luce, dunque non resta che appurare se, al netto di qualche evoluzione marginale come la presenza di un’effettiva modalità co-op locale (già integrata nel porting su Nintendo Switch), questa rilettura sia riuscita a custodire la medesima suggestione dell’originale.
Brothers A Tale of Two Sons Remake: la riunione inaspettata
Come brevemente anticipato, dopo che il padre viene colpito da una grave malattia, il gioco segue le peripezie di una coppia di fratelli che si addentrano in un mondo bizzarro, fiabesco e spesso pericoloso, entrambi controllati di default da un singolo giocatore. Per trovare una cura, i due devono attraversare terre pericolose, affrontare nemici mortali e fare affidamento l’uno sull’altro più di quanto abbiano mai fatto prima, guidandoci attraverso una terra tanto meravigliosa quanto infida per mezzo di enigmi e ostacoli che richiedono la compartecipazione di occhio, mano e cervello in egual misura. A dieci anni dall’uscita di Brothers A Tale of Two Sons, nulla è riuscito, o si è azzardato, a replicare la miscela di comandi unici e di narrazione emotiva veicolata dal gameplay di questo gioco, pertanto l’arduo compito del remake non è soltanto rinfrescare un autentico classico moderno, ma anche di tutelare e migliorare questa incredibile esperienza rimasta unica nel suo genere.
Questo primo scampolo di avventura lascia in effetti emergere l’approccio che deve aver caratterizzato l’intero processo creativo del team di sviluppo, orientato ad una cosiddetta “manutenzione evolutiva” per tutelare ogni singolo elemento di Brothers, ogni ambiente, enigma e interazione collocato in quel punto preciso per un motivo specifico, un proprio obiettivo che contribuisce a supportare la storia a tutto tondo. Il compito svolto è stato quindi quello di modernizzare l’esperienza, pur mantenendo tutto ciò che rendeva speciale e memorabile l’originale.
Il sincero impegno riversato per ottimizzare i controlli dei due protagonisti, in modo da regalare un’esperienza intensa e senza soluzione di continuità, risulta tangibile fin dai primi passi. La risposta del controller è decisamente più reattiva e le animazioni sono state ripensate da zero per garantire movimenti precisi e transizioni naturali tra un’azione e l’altra: quando ad esempio Naia, il fratello maggiore, aiuta il piccolo Naiee a scavalcare una sporgenza, le movenze sono fluide e continue, con il modello poligonale di ciascuno dei due ragazzi che condiziona l’altro. Anche l’intelligenza artificiale che entra in gioco con enigmi e nemici è stata riscritta da capo, tenendo sempre a mente tutti i possibili margini di miglioramento rispetto a quanto era possibile e accettabile fare nel 2013, perciò affrontare ogni problematica o impedimento regala sensazioni di gran lunga più appaganti.
Per fortuna, sempre in merito alle fasi iniziali, nessuno dei rompicapo ambientali sembra essere stato modificato, e questo è un bene perché hanno da sempre fatto parte non solo della parte giocabile fine a se stessa, ma anche della narrazione vera e propria: poiché nessuno dei personaggi di Brothers si esprime in maniera intellegibile, siano essi umani oppure mostri, l’eloquenza della storia viene mostrata attraverso il modo in cui i fratelli interagiscono con il mondo che li circonda, dunque complicare tale aspetto anche solo per il gusto di proporre una sfida più impegnativa avrebbe vanificato gli obiettivi comunicativi di ogni sezione. La scelta compiuta da Avantgarden in tal senso è quindi stata corretta, e lo spirito essenziale dell’opera di Fares e Starbreeze viene colto e resta intatto anche all’interno del rifacimento.
Il viaggio di ritorno
Dai corsi d’acqua ghiacciati alle cime svettanti delle montagne, dal castello di un gigante alle grotte impervie e tenebrose, la bellezza degli scenari è pari ai pericoli che presentano per i due giovani: particolare attenzione è stata riposta anche negli straordinari ambienti che si ritroveranno, e noi con loro, ad attraversare. Quando i fratelli iniziano la loro missione, ci aggireremo nel delizioso borgo rurale in cui sono nati e cresciuti, pieno di tetti di paglia e bellissime aiuole, recinti per le pecore e ruscelli che scorrono. Poi, con repentina prontezza, lasceremo i confini sicuri del villaggio per spingerci verso una selva irta di insidie, dove cielo e atmosfere si ingrigiscono. Man mano che la storia e l’avventura si allontanano dall’idilliaco paesello, il tono e i temi del gioco si fanno via via più cupi. La fotografia generale alterna con sapienza il focus tra elementi in primo piano e dettagli di sfondo, una scelta registica che risalta soprattutto nelle scene d’intermezzo grazie all’ampia illuminazione dinamica utilizzata, uno dei cavalli di battaglia di Unreal Engine 5, assieme ad uno studio certosino della profondità di campo e al posizionamento della telecamera per rendere sempre al meglio tutti i personaggi, le strutture e gli elementi grafici ridisegnati.
La responsabilità di cui il team si è fatto carico trapela da ogni singola inquadratura, e la passione nutrita nei confronti dell’originale sembra si sia tradotta in un lavoro straordinariamente rispettoso, nel quale la singolare e ingegnosa visione di Fares trova un modo del tutto nuovo, ma al contempo familiare, per esprimersi ancora una volta con inconfondibile veridicità.
Piattaforme: PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S
Sviluppatore: Avantgarden SRL
Publisher: 505 Games
Data di uscita: 28 febbraio 2024
Se avete già giocato al gioco originale, Brothers A Tale of Two Sons Remake potrebbe contenere tanti altri nuovi particolari, piccoli e grandi, capaci di impreziosire l’esperienza. Se invece non l’avete mai provato, questa è senza alcun dubbio l’occasione giusta per sperimentare un gioco diverso da qualsiasi altro, migliorato per essere al passo con qualsiasi altra produzione moderna. In ogni caso, sarà un’esperienza che porterete per sempre con voi.