Banishers Ghosts of New Eden

Banishers Ghosts of New Eden Recensione: a caccia di spettri

Banishers Ghosts of New Eden è il nuovo ed interessante titolo proposto da Focus Entertainment sviluppato dallo studio francese Don’t Nod, che abbiamo apprezzato per il brillante Remember Me dell’epoca PlayStation 3. Un titolo europeo che ci dimostra, ancora una volta, che le opere del vecchio continente hanno sempre quel fascino accattivante che a volte manca nelle loro controparti statunitensi, e che ci rende, per questo, campanilisticamente orgogliosi. Un gioco che, pur rientrando a pieno negli Action RPG all’occidentale, riesce a caratterizzarsi in maniera molto personale ed è un degno seguito, perlomeno spirituale, per l’acclamato Vampyr, titolo rilasciato nell’ormai lontano 2018. Abbiamo testato l’ultima fatica dello studio parigino con mano nella sua versione per Xbox Series X|S con risultati, anticipiamolo subito, notevoli. Andiamo insieme a scoprire il titolo.

Banishers Ghosts of New Eden

L’avenir appartient à ceux qui se lèvent tôt (Il futuro appartiene a chi si alza presto), la via francese al medium videoludico

Banishers Ghosts of New Eden ha tutte le carte in regola per diventare un piccolo classico moderno per chi ama il genere ruolistico occidentale e ci dona un’ennesima conferma della bravura dello sviluppatore Don’t Nod, con sede a Parigi. Questo sviluppatore, come abbiamo detto nel cappello della recensione si è fatto conoscere al grande pubblico grazie all’indimenticabile Remember Me, datato 2013 ed all’epoca pubblicato da Capcom, che trovate in questa pagina. Lo studio in realtà è più antico, essendo stato fondato già nel 2008 col nome di Dontnod Entertainment da cinque artisti provenienti da diversi campi dell’intrattenimento, tra cui spiccano lo sceneggiatore e scrittore fantascientifico Alain Damasio, precedentemente attivo nel campo letterario e televisivo, e Oskar Guilbert, professore universitario di informatica col pallino della scrittura creativa che, dopo aver collaborato per anni con Ubisoft Paris, ha deciso di fare il grande salto creando un proprio studio di sviluppo, di cui è attualmente CEO.

Dalla sua fondazione il team di sviluppatori non ha praticamente sbagliato un colpo, piazzando sul mercato diverse opere parecchio apprezzate da pubblico e critica, il già citato Remember Me, piccola perla sci-fi con un buon doppiaggio tutto in italiano, l’ottimo Life is Strange, Avventura Grafica episodica a tema fantascientifico dalla forte componente narrativa del 2015, che ha generato interessanti sequel, tra cui True Colors, sviluppato però esternamente negli Stati Uniti, che trovate qui, oltre a Vampyr del 2018, che si avvicina ai temi cupi dell’horror, e che abbiamo recensito qui, gioco tecnicamente retrò, lo ammettiamo, ma dal fascino eccezionale. La formula del gioco narrativo ad episodi, tanto cara al team, è stata riproposta anche nel più recente Tell Me Why del 2020, che trovate in questa pagina. Con simili premesse, sembra ormai chiaro, le aspettative per l’ultima grande opera di Dontnod Entertainment, che nel frattempo ha cambiato nome in Don’t Nod, sempre palindromo, ma più breve, sono decisamente alte. Presentato al Summer Game Fest 2023, finalmente il titolo arriva nelle nostre mani.

banishers ghosts of new eden

Banishers Ghosts of New Eden: la vita appartiene ai vivi, la morte spetta ai morti

La location è l’immaginaria cittadina di provincia statunitense di New Eden, divisa tra semplicità rurale di tutti i giorni e terrificanti apparizioni spettrali, temporalmente collocata alla fine del diciassettesimo secolo, nell’Anno del Signore 1695. Pare che alcuni inquietanti segreti del passato si celino nella storia della città. Banishers Ghosts of New Eden sembra amare parecchio la dicotomia, come dimostrano i suoi protagonisti, un uomo ed una donna, e come ci ricorda costantemente il baratro invalicabile tra la vita e la morte, che fa da scenario oscuro all’intera trama del gioco, in un viaggio quasi onirico sospeso tra forza dell’amore ed enormi sacrifici. I due personaggi che andremo ad interpretare sono infatti due celebri banisher, ovvero degli esperti cacciatori di spettri che si trovano stavolta ad affrontare e, si spera, sconfiggere, le forze del male unite da una antica e nefasta maledizione che sta minacciando il mondo terreno e rischia di distruggerlo definitivamente, facendolo cadere nell’oscurità della notte perenne. Red ed Antea, questi i nomi dei nostri eroi, sono disposti a tutto pur di fermare la maledizione che sembra aver colpito la tranquilla cittadina di New Eden. Lo slogan del duo “vita ai vivi, morte ai morti” del resto è semplice quanto esaustivo nelle intenzioni.

Fin qui tutto nella norma per una trama in bilico tra avventura storica e temi del terrore, c’è però un piccolo problema, ovvero che la ragazza è stata uccisa, ed ora si trova nello status di spettro, ovvero proprio una delle entità a cui, in vita era solita dare la caccia. Ironia della sorte, ci verrebbe da dire, ma l’amore può essere capace di sopravvivere anche alla morte. Il passato di Red, che ci viene raccontato a tratti nella trama, è legato oltretutto alla persecuzione da parte delle anime dei defunti, poiché prima di diventare cacciatore di spettri è stato un mercenario e tutte le sue vittime sono rimaste imprigionate in un limbo tra la vita e la morte, tornandogli davanti senza dargli pace. La redenzione, cosa molto romantica, gli proviene proprio dal grande amore di Antea. Sua compagna per la vita, ma anche per la morte. L’evento tragico della sua scomparsa dopo una missione finita male, ovviamente, pone l’eroe davanti ad un bivio insanabile, essendo ormai lui un “esiliatore” (ovvero un epuratore di spettri), ma liberare l’anima della sua amata diventa una vera priorità, per non condannarla ad un limbo infinito. Anche Antea, del resto, si trova in una condizione poco felice, costretta a riapparire come spettro, pur volendo lo stesso aiutare il suo amato, rimasto ormai l’unico in vita, da solo per sempre. Il tema dell’Amore impossibile torna ancora una volta.

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Fino a che punto possiamo spingerci per salvare l’amore della nostra vita?

Banishers Ghosts of New Eden, è bene comprenderlo subito, fa delle scelte il punto focale della narrazione interattiva. Ogni azione ha una conseguenza, e questa potrebbe cambiare completamente le carte in tavola. Anche quando sembra che nulla sia mutato, dopo qualche tempo la scelta errata può tornare a perseguitarci. Ogni spirito tormentato che incontriamo, del resto, è davanti a noi proprio per ricordarci che la vita è fatta di scelte, di amori, di tradimenti e, soprattutto, di sofferenza. Persino risparmiare delle vite di particolari PNG, cosa che sembra a volte sensata, potrebbe influire negativamente sul piano astrale, quindi ogni scelta va ponderata al massimo. Il gameplay stesso si basa sulla dicotomia tra i due personaggi, e permette, in determinate situazioni, di passare dal vivo Red alla non-morta Antea, preferibilmente per usare le caratteristiche peculiari di entrambi i personaggi. Le armi principali e secondarie sono numerose e possono essere anche reperite durante l’esplorazione, con l’opzione di potenziamento per le stesse e per i personaggi nel tradizionale Albero delle Abilità (Skill Tree). Lo scambio tra Red ed Antea può ricordare, sommariamente, il passaggio tra piano materiale ed astrale visto nella saga di Legacy of Kain. Antea, infatti, può anche vedere cose invisibili agli occhi umani di Red, cosa che spinge parecchio all’esplorazione nelle due modalità.

Come facile intuire, le specialità di Red sono più fisiche e terrene, come l’uso di armi vere e proprie, come un semplice ma efficace coltello per il combattimento ravvicinato, che può essere usato di continuo, senza tempi morti, benché infligga pochi danni, oltre che un grosso fucile, efficace, certo, ma più lento e con la necessità di ricaricarlo lentamente, restando indifesi per un piccolo periodo. Red ha a disposizione anche una utile torcia per illuminare le aree meno visibili. Antea, come puro spirito, può invece vedere anche al buio, ed usare speciali poteri spettrali, che però consumano la sua energia ectoplasmatica, rappresentata da una flebile barra di energia vitale. Quest’ultima è in verità ricaricabile, ma solo effettuando delle combinazioni con Red stesso. Saper padroneggiare al meglio i due personaggi in sinergia è la chiave per riuscire a proseguire nell’avventura. Le location del titolo sono tutte molto evocative e, soprattutto, sono divise in piccoli e grandi compartimenti stagni, come dei classici stage, allontanandosi parecchio dal concetto di open world tanto di moda adesso. Una scelta che però, ai fini del gameplay, si rivela efficace e coinvolgente. Ogni “stage” ha anche una sorta boss finale, nei panni impalpabili di spettro che infesta la location. Incluso un terrificante ragno gigante spettrale che pare provenire direttamente da Diablo. La durata totale del gioco, esplorando ogni angolo e seguendo la trama principale si attesta sulle trentacinque ore circa, una buona media per il genere a cui appartiene, anche se il titolo è meno complesso dei mosti sacri del settore, come ad esempio The Witcher 3.

Banishers Ghosts of New Eden

Il comodo menu a disposizione, strutturato in maniera canonica da O-RPG aiuta a tenere tutto sott’occhio, dai parametri classici di forza, destrezza agilità etc, fino a tutti gli oggetti nell’equipaggiamento, oltre che fisicità e poteri spettrali. La parte narrativa, chiaramente, è il vero punto forte del titolo, come del resto aveva chiaramente fatto capire Philippe Moreau, il director del gioco, ma anche esplorazione e combattimenti svolgono un ruolo molto significativo. Un’ultima citazione per la realizzazione tecnica, davvero notevole, con ottimi modelli poligonali dei personaggi ed ambienti ricchi di dettagli, fisici ed ambientali, con una buona diversificazione tra loro, sempre con una impostazione dark adatta al contesto. Del resto il motore utilizzato è l’ottimo Unreal Engine 5, ultima versione del prodigioso engine grafico realizzato dal leggendario Tim Sweeney nel lontano 1998. Anche i nemici principali sono ben realizzati e dotati di una buona intelligenza artificiale, che rende i combattimenti mai troppo meccanici e credibili. I pattern di comportamento dei nemici minori, invece, a volte appaiono abbastanza semplificati, rendendoli facilmente memorizzabili.

Piattaforme: PC, PlayStation 5, Xbox Series X|S

Sviluppatore: Don’t Nod

Publisher: Focus Entertainment

Presentato al Summer Game Fest 2023, Banishers Ghosts of New Eden è in arrivo sul mercato il 13 febbraio, disponibile per PC, tramite Steam, PlayStation 5 ed Xbox Series X|S, la versione da noi testata. Il titolo, realizzato dallo studio di sviluppo francese Don’t Nod, è un eccezionale RPG d’azione di stampo occidentale con una componente narrativa parecchio intrigante e dalle tematiche horror molto coinvolgenti che si svolge in un setting affascinante, sempre diviso tra vita e morte, e in cui ogni scelta può essere determinante. Seguiremo insieme le vicende della coppia di cacciatori di spettri Rod ed Antea, anche amanti nella vita, e soprattutto nella morte, per scoprire che, a volte, l’Amore riesce a superare i limiti terreni. 

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.