Rise of the Ronin emerge come uno dei titoli più attesi di marzo 2024, mese comunque giĆ ricco di molte pubblicazioni (e altre ancora in arrivo). In un contesto cosƬ ricco di proposte, la scelta diventa complessa, soprattutto considerando il pubblico di riferimento di queste opere. Dopo oltre 60 ore di gioco, siamo pronti a condividere la nostra esperienza con Rise of the Ronin e a esporre perchĆ©, secondo noi, questa esclusiva per PlayStation 5 firmata Team Ninja rappresenta un’opportunitĆ persa, seppur carica di potenziale. Rise of the Ronin appare come un’opera ancora acerba, con buone idee solo abbozzate e lacune evidenti, soffocate da un passato che il team di sviluppo fatica a superare. Pur godendo nel vestire i panni della Lama Velata, ciò che emerge ĆØ un senso di sperimentazione non del tutto riuscita e un’eccessiva complessitĆ nella gestione delle molteplici idee proposte, che richiedono una migliore implementazione.
Rise of the Ronin e la sua narrazione
Dobbiamo riconoscere che l’approccio narrativo e tematico di Rise of the Ronin mi ha colpito inaspettatamente. Ć noto che Team Ninja non brilla per le sue doti narrative, ma ha sempre saputo creare mondi affascinanti grazie alla fusione tra mito e realtĆ , come dimostrato in NioH con la sua forte radicazione nella cultura orientale. In Rise of the Ronin, la dimensione esoterica e folcloristica lascia il posto a una narrazione storica più marcata e rilevante, diventando il fulcro dell’esperienza. La promessa di una storia centrale plasmata dalle nostre scelte ĆØ stata mantenuta, aprendo interessanti possibilitĆ per il futuro.
Fin dalle prime fasi, l’ambientazione del periodo Bakumatsu e gli eventi che portano all’ascesa del Ronin e alla caduta dello shogunato mi hanno catturato. Ho apprezzato l’opportunitĆ di influenzare gli eventi attraverso le mie decisioni, anche se talvolta le conseguenze non sembrano riflettersi pienamente nel gameplay. Tuttavia, l’integrazione della trama nel contesto ludico, con le abilitĆ oratorie del protagonista, aggiunge un elemento intrigante. Siamo curiosi di rigiocare, esplorando diverse scelte e scoprendo fino a che punto queste influenzano la trama.
Un mondo di gioco davvero vasto, ma…
Lāimpatto della flessibilitĆ nel plasmare la trama, che conferisce al gioco una componente ruolistica più evidente di quanto ci si potrebbe aspettare, influisce inevitabilmente sull’esperienza ludica, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle alleanze e, di conseguenza, delle missioni e delle attivitĆ disponibili. Man mano che il Ronin stringe alleanze e costruisce legami, la mappa si riempie sempre di più di indicatori e punti di interesse, seguendo il modello degli open-world tipici dei giochi di ruolo. Se inizialmente il gioco sembra richiamare i primi Assassin’s Creed, con una cittĆ da esplorare e punti di interesse da scoprire, col passare del tempo diventa più convenzionale, sebbene alcuni elementi, come le scelte morali del giocatore, tentino di aggiungere freschezza alla struttura.
L’open-world di Rise of the Ronin, tutto sommato, ĆØ un po’ come un assortimento promozionale visto di tanto in tanto nei supermercati: abbondante in quantitĆ ma un po’ scadente in qualitĆ . Lo diciamo con rammarico, essendo appassionati sia del lavoro di Team Ninja sia del genere, ma fin dall’inizio abbiamo intuito il rischio di trovarci di fronte a qualcosa di troppo convenzionale e poco innovativo, e purtroppo alla fine abbiamo dovuto constatare di aver ragione. Fin dalle prime fasi, abbiamo avvertito un senso di insoddisfazione: la struttura open-world di Rise of the Ronin non riesce a dare una spinta significativa alla produzione, ma ne costituisce piuttosto un elemento secondario. L’esplorazione risulta fine a sĆ© stessa sin dall’inizio, e col passare delle ore di gioco diventa evidente quanto sia limitata e poco in linea con le premesse iniziali. Un esempio lampante di questa “delusione” ĆØ rappresentato dal rampino: utilizzabile solo quando il gioco lo richiede, non offre mai la possibilitĆ di esplorare zone nascoste o altezze diverse da quelle predefinite. In definitiva, il mondo aperto offre ben poco!
Durante l’esplorazione ĆØ possibile trovare nascondigli di banditi o partecipare a scontri tra fazioni diverse, ma la ripetitivitĆ di queste attivitĆ diventa evidente quasi immediatamente. Lo stesso vale per le missioni e le attivitĆ secondarie. A parte alcune eccezioni, come quelle legate all’inventore Igashichi, la struttura delle missioni ĆØ sorprendentemente monotona: infiltrarsi in una base, affrontare il boss e, facoltativamente, eliminare i luogotenenti per indebolire l’obiettivo principale e… fine. Fondamentalmente, questa formula si ripete per tutta la durata del gioco, il che ĆØ un peccato considerando che si tratta di uno dei titoli con il sistema di combattimento più variegato e coinvolgente degli ultimi tempi.
Un sistema di combattimento molto “tradizionale”
Come abbiamo giĆ accennato durante le nostre prime impressioni e come si era chiaramente intuito sin dai primi approcci con il gioco, il nucleo centrale dell’esperienza di gioco rimane il gameplay e, soprattutto, il sistema di combattimento. Durante il nostro tempo con Rise of the Ronin, ci siamo trovati immersi nelle battaglie, sperimentando sia la gioia della vittoria che la frustrazione della sconfitta. Tuttavia, non abbiamo potuto fare a meno di notare l’eco di Sekiro. Ć innegabile che il titolo di FromSoftware abbia lasciato un’impronta significativa nel panorama videoludico, spingendo molte aziende a rivisitare le proprie produzioni con un focus sui principi chiave dell’avventura del Lupo Grigio. Rise of the Ronin, ancor più di altri, abbraccia pienamente questa ereditĆ , espandendola verso nuovi orizzonti. Basandosi fortemente sul sistema di combattimento di Sekiro, il gioco cerca di arricchire l’esperienza con elementi ruolistici più pronunciati e diversificati. Tuttavia, c’ĆØ un sottile equilibrio tra l’ambizione di offrire una vasta gamma di opzioni e la coerenza del design. Mentre il sistema di combattimento dell’esclusiva PlayStation targata Team Ninja offre una soddisfazione tangibile, manca di idee originali e risulta un mosaico di influenze, sia interne che esterne, che, sebbene producano un risultato vincente, rischiano di rendere l’esperienza complessiva poco innovativa.
Le battaglie in Rise of the Ronin sono complesse e tecniche, richiedendo abilitĆ e concentrazione. Tuttavia, l’eccessiva enfasi sul contrattacco, ereditata da Sekiro e da altri titoli simili, può diventare rapidamente una tattica oppressiva. Abbattere la guardia dei nemici, soprattutto quelli più forti, diventa quasi una necessitĆ per affrontarli con successo, ma ciò può risultare artificioso e limitante, specialmente nei livelli di difficoltĆ più alti. Sebbene questa meccanica spinga i giocatori a comprendere appieno il sistema di combattimento, può anche essere vista come una forzatura, soprattutto quando i nemici diventano praticamente invincibili senza utilizzare questa tecnica.
Rise of the Ronin: vasto arsenale e tanti strumenti a nostra disposizione
La tempistica riveste un ruolo fondamentale. Tuttavia, ĆØ importante tenere a mente che il gioco appartiene al panorama creativo di Team Ninja e altri elementi sono rilevanti nel suo universo ludico. In linea con il suo approccio storico, Rise of the Ronin abbandona il tipico elemento fantasy delle precedenti opere del team di sviluppo, offrendo invece un’attenzione particolare alle armi e agli stili di combattimento associati a ciascuna delle numerose armi presenti nel gioco. In questo contesto, il lavoro svolto dal team di sviluppo ĆØ notevole. Le opzioni a disposizione della nostra Lama velata sono estremamente diverse e, sebbene inizialmente possano sembrare limitate in termini di varietĆ e flessibilitĆ di approccio, con il passare del tempo diventano essenziali per progredire nella storia. Il giocatore ĆØ costantemente spinto a migliorare e ad adattarsi alle sfide che si presentano.
Rise of the Ronin offre al giocatore un vasto arsenale. Tra armi tradizionali e strumenti unici e potenti, la Lama velata può affrontare qualsiasi situazione in battaglia, inclusi strumenti speciali, armi a distanza, come pistole moderne, e l’uso strategico di elementi ambientali. Sebbene strumenti come vasi esplosivi e agenti infiammabili siano disponibili, il focus rimane sull’abilitĆ del giocatore nel parare e nel contrattaccare, soprattutto nei livelli di difficoltĆ più elevati. All’inizio, il sistema di progressione del personaggio può generare dubbi, ma con il tempo diventa chiaro e apprezzato. Il giocatore ha la possibilitĆ di personalizzare la propria Lama velata attraverso un ampio assortimento di tecniche e abilitĆ , sia tramite l’albero delle abilitĆ che attraverso l’uso delle armi. Questo ĆØ cruciale per massimizzare le competenze e sbloccare nuovi stili di combattimento. Infine, le possibilitĆ offerte nell’end-game sono ampie, ma preferiamo non rivelarle per preservare l’esperienza di gioco.
Alti e bassi nelle prestazioni, ma il DualSense…
Abbiamo giĆ evidenziato più volte come l’adozione di un ambiente open-world abbia inevitabilmente limitato diversi aspetti della produzione, e sicuramente quello tecnico e artistico ĆØ stato il più colpito. Senza girarci intorno e con una certa tristezza, dobbiamo ammettere che Rise of the Ronin risulta notevolmente arretrato e non all’altezza delle aspettative attuali, specialmente considerando il suo forte valore storico. I problemi più evidenti riguardano la parte tecnica. Dal punto di vista della densitĆ poligonale e della qualitĆ degli asset, shader e modelli utilizzati, il recente lavoro di Team Ninja esce con notevoli difetti, e risulta difficile da raddrizzare sotto vari aspetti. Considerando l’importanza data all’immersione storica e alla volontĆ di immergersi in un periodo narrativo cruciale, l’assenza di una grafica all’altezza diventa un problema crescente e fastidioso. Gli ambienti interni, per esempio, mostrano spesso una serie di asset riciclati, mentre le location esterne soffrono di una monotonia visiva, con NPC simili tra loro e una scarsa definizione poligonale, risultando nettamente indietro rispetto agli standard attuali.
Considerando che la situazione non migliora significativamente nemmeno con l’attivazione delle impostazioni di qualitĆ o del ray tracing. Sebbene con questi due preset si ottenga un’immagine più nitida e pulita, con alcuni effetti extra e shader più luminosi, il rovescio della medaglia ĆØ rappresentato da un frame rate ancora più instabile e incompatibile con la natura del gioco. Tuttavia, va notato che la modellazione dei corpi e dei volti dei personaggi principali, come i boss, gli alleati e gli antagonisti, ĆØ notevolmente curata, dimostrando la maestria di Team Ninja in questo ambito. Anche il comparto sonoro, grazie alla completa localizzazione italiana, inclusa la sincronizzazione labiale, risulta convincente, sebbene si riscontrino alcuni errori di traduzione e tracce audio non sempre contestualizzate con gli eventi in corso. Il supporto al DualSense ĆØ eccellente e personalizzabile, restituendo con precisione le sensazioni di violenza degli scontri e la tensione dell’intrattenimento nell’ombra, offrendo una esperienza soddisfacente complessivamente.
Piattaforme: PlayStation 5
Sviluppatore: Team Ninja
Publisher: Sony Interactive Entertainment
Rise of the Ronin rappresenta un interessante esperimento, ma pecca nella sua realizzazione completa. Il nuovo progetto di Team Ninja mostra un grande potenziale ludico e una trama coinvolgente, ma soffre di scelte di game design poco coerenti e, soprattutto, di gravi carenze. Innanzitutto, la struttura delle missioni ripetitive e un open world carente di varietĆ e di un level design stimolante compromettono l’esperienza complessiva. Inoltre, ci siamo trovati delusi da una grafica non all’altezza delle aspettative per un gioco del 2024, soprattutto considerando il livello attuale della next-gen. Pur presentando solide basi, Rise of the Ronin non può essere considerato uno dei migliori titoli degli ultimi anni.
