God of War Collection – Recensione

La God of War Collection ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta per Sony: ciò che sembrava una pezza sulla questione retrocompatibilità, si è trasformata nel giro di poco tempo in un vero e proprio trend, quello dei remaster/remake in HD delle vecchie glorie appartenute alla precedente generazione.

E dire che ai tempi pareva quasi un’operazione nostalgia, oltretutto affidata alle mani degli (allora) sconosciuti Bluepoint Games, un team che nel corso degli anni si è così tanto specializzato nei porting (vedi ICO, Shadow of the Colossus e Metal Gear Solid 2 e 3), da convincere Electronic Arts ad affidargli la difficile conversione di Titanfall su Xbox 360.

In ogni caso la trasposizione su PS3 dei primi due God of War è e rimane uno dei migliori esempi del genere, un lavoro davvero eccellente, che ha ulteriormente impreziosito la furia iconoclasta di Kratos. 60 frame al secondo, 720p, multisample antialias 2x e zero tearing: insomma, a volergli trovare un difetto, magari le sequenze video potevano essere renderizzate con una qualità superiore (erano semplicemente upscalate), ma parliamo davvero di un’inezia rispetto a tutto il resto.

Passano gli anni, ma Kratos rimane sempre un bell'uomo. E provate a dire il contrario, se avete il coraggio.
Passano gli anni, ma Kratos rimane sempre un bell’uomo. E provate a dire il contrario, se avete il coraggio.

Da allora, come ben sappiamo, di prodotti similari ne sono usciti a bizzeffe, alcuni riusciti, altri molto meno. È anche apparsa, neanche troppo tempo fa, una seconda collection dedicata alla saga di God of War, e in particolare i due titoli usciti su PSP, davvero dei piccoli miracoli di programmazione. Gira persino voce che God of War: Ascension potrebbe presto sbarcare su PS4, quindi quale migliore occasione per rimpolpare la (non certo vastissima) libreria di PS Vita, ripescando proprio la prima raccolta in assoluto? Ottima idea, anche per quelli che ai tempi se l’erano comprata in digitale su PS3, visto che possono tranquillamente scaricarsela in versione portatile senza tirare fuori un euro, grazie al cross-buy.

Perché in fondo i God of War, tanto il primo quanto il secondo, rimangono dei capolavori nel loro genere e avere la possibilità di giocarseli dove si vuole e quando si vuole, è davvero oro colato. In teoria, almeno. Già, perché in tutta onestà questa conversione non si può certo annoverare fra le migliori di sempre. Nonostante sia stata sviluppata da qualche team interno a Sony, è difficile non intravedere una certa superficialità nel lavoro di adattamento, che si riflette su non pochi aspetti del gioco. Ovviamente il primo impatto, per un titolo che ha fatto della grafica spettacolare un vero e proprio marchio di fabbrica, rimane piuttosto impressionante, a patto però di non aver mai provato le versioni originali, tanto su PS2 quanto su PS3. Nel caso siate già avvezzi alle gioiose avventure del Fantasma di Sparta, noterete immediatamente un dimezzamento nel frame rate, limitato a 30 fps su PS Vita. Sarebbe già motivo di scoramento, non fosse che il gioco non di rado tende a scendere sotto quel livello, compromettendo non poco anche la giocabilità.

Anche da questa immagine è possibile notare una mancanza di definzione piuttosto evidente.
Anche da questa immagine è possibile notare una mancanza di definizione piuttosto evidente.

Per una produzione che ha fatto della velocità e della risposta ai comandi quasi un’istituzione, è un bel passo indietro. Questo non significa che non si riesca comunque a giocare, ma quando si parla di action game sappiamo bene quanta differenza possano fare gli fps, ben più che in tanti altri generi (proprio per una questione di timing delle mosse). Altro aspetto non proprio stellare è la risoluzione: non ci vuole un occhio di falco per rendesi conto che siamo sotto la standard nativo di PS Vita. Lo si nota dalla scarsa definizione, che tende ad appannare il quadro generale, regalando al tutto un aspetto decisamente poco pulito. Gli sviluppatori avrebbero dovuto anche impegnarsi per adattare la palette dei colori allo schermo OLED della console, ma evidentemente avevano qualcosa di meglio da fare. Il risultato è una generale quanto esagerata saturazione dei colori, aggravata da una scarsa luminosità. Magari il problema non si verificherà sulle nuove versioni di PS Vita (quelle con il display LCD), ma anche se fosse, sarebbe una magra consolazione.

Per il resto, i comandi sono stati implementati in maniera abbastanza intelligente, con la touchpad posteriore che viene tirata in ballo solo per interagire con determinati oggetti (ed è un bene che sia così!). Rimane il fatto che fosse lecito attendersi una conversione di ben altro livello, ma sfortunatamente questa God of War Collection dà l’impressione di essere stata realizzata con una certa frettolosità e noncuranza, non proprio un bel biglietto da visita per un titolo ufficiale Sony.