Una vecchia pubblicità anni Ottanta metteva in guardia contro il turismo fa da te, ma a quanto pare anche i pacchetti organizzati hanno un lato oscuro. Dopotutto cosa puoi aspettarti dall’esplorazione spaziale a buon mercato, quella alla portata di tutte le tasche? Eppure sulla carta la proposta di quei bravi ragazzi della Uexplore pareva ottima, con la loro campagna pubblicitaria dalle tinte art déco. “Avventure spaziali senza compromettere sicurezza e comfort”, dicevano. Avrei dovuto indagare meglio, scoprire che dietro al viaggio c’erano le menti combinate di Nicklas “Nifflas” Nygren (Knytt Underground, Nightsky) e KnapNok Games, gente che con Spin the Bottle: Bumpie’s Party ha capito che il GamePad del Wii U poteva avere ben altre potenzialità che far giocare i marmocchi mentre il nonno sbraita per il possesso della TV.
STAR TREKKING…
Senza troppi preamboli, la piacevole avventura spaziale promessa sulla carta va a finire in malora immediatamente, lasciandoci alla guida di un innocuo vascello turistico su un pianeta condannato a una notte perenne, tra complessi sotterranei e robot assassini. Che poi sembrerebbe la trama di uno sparatutto qualsiasi se fosse possibile raccogliere pod, missili a ricerca e laser rimbalzanti, magari per partire alla conquista dell’impero Bydo, tuttavia mi rincresce comunicare che lo Small Craft appioppatoci è privo di qualsiasi armamentario. Fortunatamente Affordable Space Adventures (ASA, d’ora in poi) è tutto tranne che l’ennesimo sparatutto, sebbene la navicella inquadrata lateralmente e lo scorrimento multidirezionale possano inizialmente suggerire altrimenti. Anzi, mi preme sottolineare come si sia rivelato a tutti gli effetti una delle più piacevoli sorprese del 2015 grazie alla sua formula che mischia sapientemente esplorazione, stealth e puzzle.
[quotedx]lo Small Craft appioppatoci è privo di qualsiasi armamentario[/quotedx]
Ogni livello è costellato da enigmi da affrontare sfruttando la fisica ambientale e le capacità della nostra navicella, che magari non avrà il cannone a onde moventi della Yamato, ma può contare su una moltitudine di opzioni. Generatori di massa per andare a fondo nei corsi d’acqua, due diversi tipi di motori con differenti performance e rumorosità, un faro orientabile con funzione di scanner e parecchio altro, sono solo alcuni degli strumenti di bordo, rivelati progressivamente mentre si esplorano timidamente i primi livelli e si prende la mano con i controlli. Ecco, i controlli sono la chiave di volta, l’intuizione che eleva il gioco: tutto quello che ho descritto e tanto altro ancora è attivabile via GamePad, un meccanismo a metà tra il geniale e il diabolico, che ci costringerà a tenere d’occhio entrambi gli schermi selezionando questa o quella funzione, mentre nel frattempo cerchiamo di capire come uscire dall’ennesima stanza. Nulla è stato concesso al povero controller, costretto a fare gli straordinari impiegando anche il giroscopio per inclinare l’astronave.
…ACROSS THE UNIVERSE
Il meglio arriva in quei momenti particolarmente bastardi, in cui devi alternare più di una funzione, elaborando rapidamente quanto accade sulla tv per poi abbassare lo sguardo sul GamePad, configurare appositamente i controlli e sperare di aver fatto tutto bene. Ci vogliono colpo d’occhio, manualità e, perché no, spirito d’improvvisazione: lo scanner permette di sapere a cosa è sensibile il cattivo che abbiamo davanti, tra calore, elettricità e rumore, costringendoci ad agire di conseguenza. È chiaro che ci saranno momenti tali da richiedere una coordinazione da ninja, tanto da giustificare un po’ di sano trial & error, specie quando si cerca di risolvere un puzzle ambientale sfruttando meccanismi che rischiano di mettere sul sentiero di guerra nemici inopportuni, tuttavia l’allenamento si farà sentire. Oppure, se proprio da soli non è il caso, il gioco comprende una modalità cooperativa geniale, capace di trasformare un accattivante rompicapo in un generatore di insulti, pacche sulla spalla o high-five clamorosi, a seconda della situazione. Sono necessari un Wiimote e il Pro Controller per ripartirsi i compiti, tra gestione dei sistemi, scanner e guida dell’astronave, oltre a coordinazione, comunicazione con opzionale turpiloquio e affiatamento.
[quotesx]l’interfaccia sul GamePad è soggetta a riavvii e finestre che fanno il verso a Windows 95[/quotesx]
Davvero niente male, sebbene la scarsa durata media (in sei ore si finisce agilmente) non vada a braccetto con uno dei prezzi più alti tra gli indie presenti sugli scaffali virtuali dell’eShop. Venti euro circa, che comunque vengono ripagati da un’esperienza singolare, impossibile da replicare su qualsiasi altra console. Perché poi, innovazione e buone idee a parte, ASA ha stile, con il paradossale humor che scaturisce dal contrasto tra la situazione da incubo che si respira a bordo della bagnarola spaziale e tutto quello che viene propinato dalla Uexplore. Adorabili pagine tratte dal manuale della Small Craft vengono proposte tra un caricamento e l’altro, mentre l’interfaccia sul GamePad è soggetta a riavvii e finestre che fanno il verso a Windows 95: davvero affascinante e curato. Graficamente ci siamo, con un pianeta sufficientemente tetro e misterioso da richiamare la fantascienza anni Settanta, con la sua fame di scoperta ed esplorazione di mondi lontani, che comunque non preclude una chiara leggibilità dell’azione e dell’area di gioco. Peccato per il sonoro poco più che funzionale, con effetti buoni ma sporadici, senza colonne sonore che potrebbero distrarre da quanto accade sullo schermo.