Nobunaga’s Ambition: Sphere of Influence è arrivato in Europa godendo dell’immensa popolarità che solo il lancio di una nuova console Sony poteva assicurargli. Non che in Giappone il titolo avesse difficoltà ad attecchire sul mercato, considerando come Sphere of Influence rappresenti solamente l’ennesima iterazione di un franchise che da oltre trent’anni accompagna gli appassionati di videogiochi di strategia dagli occhi a mandorla. L’evento è prettamente occidentale e Koei Tecmo ha saggiamente sfruttato la nuova console Sony per portare anche a noi il suo strategico storico, che permetterà anche agli amanti occidentali del Giappone feudale di vestire armature digitali e dedicarsi alla strategia che unirà in un colpo solo l’intero “Nippon che fu”.
Sphere of Influence è un titolo che, pur condividendo l’ambientazione storica di tanti altri franchise come Dynasty Warriors o Romance of the Three Kingdoms, tiene a ricalcarne gli eventi con assoluta fedeltà alle cronache riportate dagli storici. Bastano i primi minuti per allontanare dal gioco qualsiasi velleità anime a cui le gesta di Lu Bu e commilitoni mi hanno assuefatto. Nel gioco di strategia le battaglie vengono combattute a suon di menù testuali, abilità attivate nel momento più consono e tanto taaaanto tempo passato a gestire la provincia giapponese di cui si è rappresentanti. Il tutorial iniziale cerca in tutti i modi di presentare con grande sfarzo le molteplici possibilità strategiche che il gioco include, con risultati non sempre molto chiari e che potrebbero scoraggiare i profani. Ma niente paura, perché è molto più semplice di quanto possa sembrare!
IL DESTINO DELLO SHOGUN NON È PER TUTTI
L’azione è suddivisa in turni rappresentati dal susseguirsi dei mesi, all’inizio dei quali si è chiamati a destreggiarsi in una miriade di menù piuttosto articolati e per di più lontani da quanto visto in altri esponenti del genere strategico di stampo occidentale. Il riunirsi del consiglio all’inizio di ogni mese porta con sé la possibilità di stringere alleanze con altre famiglie nobiliari, ma anche evolvere la struttura cittadina delle proprie province o mandare in avanscoperta i propri soldati presso città appartenenti a famiglie nemiche. È possibile, insomma, agire sia politicamente che sul campo di battaglia, tenendo sempre a mente che l’unico limite allo sviluppo e all’estinzione della propria sete di potere è rappresentato dai punti azione, una cifra variabile che capeggia in alto a sinistra dello schermo nella forma di un bicipite. Ovviamente, a ogni ordine legato alla crescita delle colonie e allo sviluppo della provincia è legato un costo di punti azione che deve essere sempre tenuto in considerazione, specie se si è chiamati a far fronte a emergenze, come carestie o attacchi nemici. Non tutti i comandi impartibili hanno tuttavia un costo, come ad esempio le azioni belliche. Queste ultime possono essere guidate in tempo reale e in qualsiasi momento, potendo anche variarne la velocità. Dall’incontro di truppe nemiche nasce anche un sistema di battaglia vicino alla logica dei titoli tower defense, in cui l’abilità dei singoli comandanti giocano un ruolo fondamentale. Nel caso non ci si sentisse particolarmente votati per le campagne belliche è comunque possibile lasciare che queste schermaglie vengano guidate dalle IA dei propri soldati, magari dedicando il proprio tempo ad altre attività utili dalla rassicurante schermata, rappresentante l’intero arcipelago giapponese, in cui si passa gran parte del tempo.
[quotedx]È possibile agire sia politicamente, sia sul campo di battaglia[/quotedx]Questo miscuglio di azione a turni e comando militare in tempo reale rende ogni partita a Nobunaga’s Ambition: Sphere of Influence un vero e proprio buco nello spazio tempo che finisce, quasi sempre, a portar via ore e ore del proprio tempo libero, e non solo per i dilatatissimi tempi a cui si è sottoposti durante le prime fasi di gioco introduttive, ma anche (e soprattutto) per i siparietti narrativi e gli eventi storici che il gioco ama illustrare sotto forma di fasi in pieno stile visual novel, dove illustrazioni e box testuali riassumono gli accadimenti del 1600. Non che sia un male, anzi, ma questo valore aggiunto non fa altro che allontanare chi volesse cimentarsi nel gameplay, magari tralasciando un’ambientazione che – pur col suo fascino – risulta inevitabilmente aliena all’occidentale medio, quasi sicuramente non particolarmente ferrato negli eventi che hanno reso il Giappone il paese dalle incredibili contraddizioni che oggi tutti conosciamo. Se poi devo essere sincero, ammetto che il sistema di gioco, pur presentato come articolatissimo e pieno di possibilità, non è riuscito a stupirmi per ricercatezza o complessità. Una volta capito come – e soprattutto DOVE – agire, la mia campagna di espansione sotto le vesti di Oda Nobunaga (ah, quanti mi manchi Onimusha!) si è conclusa nel migliore dei modi, senza che mi impegnassi troppo nella lettura dei tantissimi tutorial e schermate testuali di cui Sphere of Influence è letteralmente infarcito. Probabilmente la difficoltà normale presenta una curva di apprendimento graduale e in grado di accogliere i neofiti senza risultare troppo punitiva, ma la semplificazione di alcune meccaniche – come ad esempio quelle legate agli scontri, che io ho fatto gestire alla IA limitandomi a lanciare un gran numero di soldati all’attacco – non ha fatto altro che spianare la strada alla mia ascesa come Garibaldi dagli occhi a mandorla.
SOTTO UN’UNICA BANDIERA
La mia impressione è che dietro a cavillosi menù, alle interminabili schermate testuali e alle tante statistiche che si dovrebbero tenere sott’occhio, Sphere of Influence alla difficoltà normale risulti molto più praticabile di quanto non possa sembrare di primo acchito. Chiaramente, è richiesta una buona conoscenza della lingua inglese (tranquilli, il doppiaggio giapponese è incluso!) e un certo interesse per la Storia e le gesta dei personaggi che hanno guidato il Giappone fino a oggi, ma non c’è nulla che manchi o che possa essere criticato al titolo Koei Tecmo in senso propriamente stretto. La veste tecnica è quella di un videogioco strategico non particolarmente impegnato nell’offrire il colpo d’occhio a tutti i costi, né interessato a mostrare la grandiosità degli scontri d’epoca. Insomma, niente a che vedere con i titoli della serie SEGA Total War, per intenderci, ma Sphere of Influence rimane comunque in grado di sostenere i tempi inevitabilmente morti passati durante lo dispiegamento strategico con una veste cosmetica apprezzabile nella sua semplicità.
[quotesx]non c’è nulla che manchi o che possa essere criticato al titolo Koei Tecmo[/quotesx]Ottima, invece, la colonna sonora, ricca di sonorità tradizionali e celebrata da un tema centrale composto da sua maestà Yoko Kanno, il volto dietro alla OST di quel gran pezzo di anime intitolato Cowboy Bebop. Gli extra sparsi qua e là, come la possibilità di sostituire le illustrazioni dei personaggi storici con caricature feline super deformed, non fanno altro che completare la rassegna di una produzione che potrà potenzialmente accompagnare i giocatori in oltre cento ore di gioco, fra ricostruzioni di campagne storiche e scenari romanzati. Gli irriducibili dell’autoreferenzialità possono inoltre gioire dell’inclusione di una modalità in cui si può creare il proprio generale da zero per poi buttarsi nell’unificazione del Giappone sotto la propria bandiera. Un gioco da ragazzi, insomma.