Un viaggio verso i vaporware più clamorosi di sempre: come celebrare degnamente una sconfitta!
Il vaporware è una piaga apparentemente impossibile da debellare nel mondo dei videogiochi, ed affligge l’indifesa utenza sin dai giorni ormai lontani degli home computer a 8 bit. La definizione di vaporware, ad ogni modo, è decisamente più estesa di quanto si possa normalmente pensare. Il termine, infatti, richiama sempre e comunque alla mente il concetto di gioco o macchina o periferica annunciati, pubblicizzati, mitizzati e, alla fine della fiera, mai usciti. Ma, in realtà, il vaporware include anche i ‘semplici’ fallimenti commerciali preceduti da campagne di lancio a dir poco epiche, e pure tutti quei giochi che promettono le stelle e si rivelano poi incapaci di rispettare le aspettative. In molti definiscono addirittura vaporware la maggior parte dei giochi di Peter Molyneux, vista la sua abitudine di millantare caratteristiche incredibili prima del lancio dei suoi prodotti – caratteristiche poi puntualmente mancanti o presenti soltanto in forma ridotta. Bando alle ciance, ad ogni modo, e partiamo con la nostra classifica…
DECIMA POSIZIONE!
L’ultima posizione nella classifica dei nostri vaporware preferiti spetta di diritto ad Elite 4, annunciato dal leggendario David Braben (creatore, insieme a Ian Bell, del primo Elite) nell’ormai remoto 1998 e da allora praticamente caduto nel dimenticatoio. È vero che lo stesso Braben, all’inizio dell’anno in corso, aveva rassicurato il pubblico e fatto sapere alla stampa che il gioco dovrebbe essere ancora in lavorazione, ma di prove certe di ciò non se ne sono ancora viste e tutto, al momento, tace. Tra le innovazioni promesse da Elite 4, comunque, figurano un’accurata simulazione della gravità newtoniana, una precisa rappresentazione dei sistemi stellari incrociati nel corso dell’avventura e la possibilità di atterrare su tutti i pianeti incontrati, ma ciò non toglie che nessuno abbia visto sinora immagini, disegni, illustrazioni, cartelle stampa, documenti di design o anche semplici schizzi relativi ad Elite 4, il che ne rafforza con decisione lo stato di vaporware a tutti gli effetti…
In nona posizione troviamo un grande classico del vaporware videoludico, ovvero Fear Effect Inferno. Destinato a marcare la terza uscita della controversa saga ed a traghettare la stessa da PSone a PlayStation 2, Fear Effect Inferno fu annunciato nel 2001 e venne presentato per la prima volta in forma di filmato nel 2002. Gli sviluppatori promisero agli appassionati della serie un gran numero di innovazioni rispetto ai primi due capitoli usciti su PSone, tra cui un nuovo sistema di gestione delle armi (in grado di consentire all’utente di brandire due strumenti offensivi contemporaneamente assegnandoli a diversi tasti del controller), la possibilità di sfruttare gli elementi dello scenario a proprio favore durante gli scontri a fuoco e l’introduzione di spettacolari sequenze cinematografiche interattive. Lo sviluppo, ad ogni modo, procedeva troppo lentamente, ed Eidos non ritenne opportuno investire ulteriormente nel titolo una volta scoperto quanto lo stesso fosse ancora incompleto nel 2003. Gli sviluppatori, tra l’altro, tentarono di vendere Fear Effect Inferno (probabilmente con un titolo diverso) a diversi altri editori, ma nessuna delle società interpellate volle sobbarcarsi l’onere di pubblicare un gioco ormai spacciato…
OTTAVA POSIZIONE!
Altro giro, altro gioco pubblicizzato e mai uscito: stavolta si tratta di Ultima Online 2, inizialmente annunciato nel 1999, poi rinominato con il nuovo titolo Ultima Worlds Online: Origin e infine cancellato nel mese di marzo del 2001. Cavalcando l’onda lunga del successo di Ultima Online, questo sequel avrebbe dovuto offrire una vasta gamma di migliorie rispetto al capostipite della serie, tra le quali figurava tra l’altro un rivoluzionario motore grafico tridimensionale destinato a sostituire la visualizzazione isometrica utilizzata in Ultima Online. L’avventura, inoltre, avrebbe posto l’enfasi sui gruppi organizzati di giocatori (con un massimo di 20 o 30 utenti per gruppo) ed avrebbe beneficiato di una nuovissima ambientazione di ispirazione a metà strada tra il fantasy e lo steampunk. Electronic Arts, però, preferì continuare a supportare il primo Ultima Online piuttosto che investire risorse in un seguito, e quindi finì per cancellare quest’ultimo senza riserve…