Ghostbusters – The Video Game

“Perché preoccuparsi? Ognuno di noi porta sulla schiena un acceleratore nucleare non autorizzato.”

Se a distanza di 25 anni dall’uscita nei cinema del primo lungometraggio dedicato agli Acchiappafantasmi siamo ancora qui a parlarne, un motivo valido dovrà pur esserci. La realtà dei fatti è che si tratta di un brand che è ben lungi dallo sfiorire e, sebbene la visione dei due film prodotti negli anni ‘80 possa suscitare oggi poco più di qualche sorriso se si guardano gli effetti speciali, è innegabile come il logo del fantasma nascosto dietro al divieto sia ben stampato nella memoria di chi scrive e nella stragrande maggioranza di voi che leggete. I Ghostbusters sono sempiterni, alla stregua di Trinità, i Goonies e i Blues Brothers. Poteva mancare all’appello un nuovo videogioco a loro dedicato?

MI SENTO DI UN FETIDO…
A dirla proprio tutta, di prodotti ludici legati agli Acchiappafantasmi ce ne sono stati parecchi nell’arco degli anni, anche se quelli più significativi vanno ripescati davvero indietro nel tempo. Il primo Ghostbusters fu un videogioco su licenza pubblicato quasi contestualmente alla distribuzione cinematografica e progettato da quel mattacchione di David Crane (Pitfall), mica pizze e fichi! Qualche anno dopo (1987) fu la volta di The Real Ghostbusters. Si trattava di due titoli di sicuro spessore, in grado di catturare abbastanza fedelmente il feeling del film al quale erano ispirati. Tutti i prodotti pubblicati successivamente non sono più riusciti a replicarne le fortune, ma non è questa sicuramente la sede più opportuna per analizzarne i motivi.Quello che conta è che il prossimo giugno potremo finalmente giocare a Ghostbusters: The Video Game (GTVG, d’ora innanzi), che si preannuncia come un ritorno in grande stile per gli Acchiappafantasmi newyorkesi.

IL PLOT A DUE MANI
Atari e Terminal Velocity ci hanno invitati per un aperitivo e abbiamo potuto mettere mano a una versione molto avanzata dei codici per tutte le piattaforme. La prima cosa da dire è che le penne che stanno dietro alle vicende narrate in GTVG sono le stesse che si sono occupate dei due film, vale a dire Dan Aykroyd e Harold Raims, peraltro già protagonisti all’epoca come attori principali. Il fatto di appoggiarsi a un plot narrativo di tutto rispetto (collocato temporalmente due anni dopo il secondo lungometraggio) ha costretto gli sviluppatori a rispettare rigidamente un susseguirsi di eventi, il che significa che le missioni proposte dovranno essere affrontate l’una dietro l’altra, senza alcuna variazione sul tema. Se questa limitazione può sembrare anacronistica, soprattutto in tempi come questi dove free-roaming e multiple-road sembrano essere condizioni necessarie per avere successo, dall’altra aiuto non poco l’immedesimarsi e il sentirsi parte di una storia che ha un capo e una coda, per lo meno quando ci si accorge di come molti accadimenti del gioco siano legati a doppio filo con la trama dei due film.

NEXT-GEN!
Le versioni PS3, Xbox 360 e PC girano sotto un engine proprietario e si palesano come action in terza persona. Durante le diverse missioni ci verrà chiesto di individuare la presenza di esseri ectoplasmatici (e non) in diverse ambientazioni e, susseguentemente all’identificazione, operarsi assieme ai propri compagni di squadra per catturarli nella classica trappola a risucchio. Ogni entità avrà le sue caratteristiche peculiari, il che significa che ogni situazione richiederà un minimo di studio e analisi degli ambienti. Questi ultimi non solo concorreranno a fornire il luogo dell’agire, ma saranno parte integrante del gameplay, visto che il motore grafico consente di distruggere praticamente tutto quello che si vede a video. Ad aumentare ulteriormente la sensazione d’immedesimazione concorre un HUD ridotto ai minimi termini, con quasi tutte le indicazioni necessarie che saranno allocate come segnali luminosi sullo zainetto nucleare del nostro protagonista, esattamente come avviene, per esempio, nell’ottimo Dead Space. La cosa davvero bella di GTVG in versione next-gen sarà comunque il divertimento assoluto che si prova a utilizzare in maniera massiccia tutta una serie di armi e gadget davvero simpatici e goduriosi, a cominciare dal fucile plasmatico (stando attenti a non incrociare i flussi!) fino ad arrivare a sparare una sorta di sostanza verde e viscida che servirà a incollare un’entità a un oggetto qualsiasi del fondale.

OLD-GEN?
La scelta davvero saggia da parte degli sviluppatori: la versione Wii è tutta un’altra roba. Se la trama è più o meno la stessa, il comparto tecnico è stato completamente ritoccato, tanto che sembra davvero di trovarsi di fronte a un prodotto totalmente differente. La controparte per Wii avrà un look clamorosamente più cartoonesco e si avvarrà di ambienti e situazioni adeguati all’uso del telecomando, il che la rende un “fatto diverso” e quindi next-gen quanto le sorelle maggiori per PS3, Xbox 360 e PC. Se la piattaforma PS2 (!) sarà null’altro che un porting di quanto visto e testato su Wii, un altro prodotto ancora sarà il contenuto della cartuccia per DS, laddove inizialmente GTVG si trasforma in un micro-manageriale nel quale gestire il gruppo e le sue finanze. Le missioni vere e proprie saranno invece caratterizzate da una parte di “trasporto” dove ci si dovrà muovere in macchina per la città (questa volta sì… l’appoggio al free-roaming è palese) e da un’altra più spiccatamente action, il tutto con la consueta inquadratura a “volo d’uccello”.

Insomma… non possiamo certo nascondere quanto Ghostbusters ci abbia già convinti della propria bontà, anche se è palese quanto sia necessaria una più attenta e lunga fase di testing copn un codice in nostro possesso prima di sbilanciarci ulteriormente. Certo, se il buongiorno si vede dal mattino…