Another Code: R – Viaggio al Confine della Memoria

La serie di Another Code prosegue su Wii con un secondo episodio strettamente legato al primo, soprattutto dal punto di vista narrativo.

La serie di Another Code, dopo aver esordito ai tempi del lancio del DS, prosegue su Wii con un secondo episodio strettamente legato al primo, soprattutto dal punto di vista narrativo. Sembrano passati solo pochi mesi dal nostro ultimo incontro con la carinissima Ashley Mizuki Robins e invece, come accennato, sono trascorsi già alcuni anni. Nel mondo di Another Code, per la precisione, ne sono trascorsi due. La giovane Ashley, che ai tempi di Another Code per DS aveva quattordici anni, è ora una vera e propria signorina. Ashley si è “trasformata” in una sedicenne lanciata a tutta velocità verso l’età adulta. Disgraziatamente, però, questo periodo di passaggio è costellato di mille dubbi, tante malinconie, troppe paure. Nonostante tutto, Ashley pare comunque avere una marcia in più: ha imparato a suonare la chitarra, flirta con un ragazzo (o, almeno, così si dice) e lavora pure come commessa in un negozio di dischi. Ashley si è fatta grande, insomma, anche se suo padre ancora non se ne è reso conto. Suo padre (eh sì!), a cui già nel primo capitolo della serie toccò il ruolo di “motore” dell’intera avventura. Anche questa volta, proprio come in Another Code: Two Memories per DS, è proprio lui a dare il “la” all’intero gioco. Ashley infatti si trova costretta a raggiungerlo sulle rive del lago Juliet (un’amena località turistica dove trova sede anche uno spaventoso centro di ricerca scientifica) così da passare con lui un intero fine settimana. Niente di più noioso, a livello teorico, per una ragazzina innamorata e un po’ ribelle. In realtà, come si scoprirà telecomando Wii alla mano, questo week-end apparentemente banale prenderà ben presto una piega più affascinante e particolare.

Come ogni avventura grafica che si rispetti, anche Another Code: R – Viaggio al Confine della Memoria è costruito su salde fondamenta narrative. Proprio per questo motivo, per essere goduta appieno, richiede la conoscenza degli eventi (e dei personaggi) tratteggiati nel primo episodio. Sono infatti tantissimi i punti di contatto tra Another Code: R e il suo predecessore: protagonisti, gingilli elettronici e spaventosi esperimenti scientifici già intravisti su DS fanno capolino anche in questo seguito, causando qualche mal di testa di troppo ai semplici “curiosi” (magari attratti dall’elegantissima copertina del gioco o dalla vivace presentazione grafica) ma, naturalmente, facendo la felicità di chi Two Memories su DS l’aveva veramente apprezzato fino in fondo.

Sia per gli uni che per gli altri, comunque, la “lettura” questo romanzo interattivo non è ostacolata da un’interfaccia di controllo complessa e spigolosa. Per vivere Another Code: R basta infatti il telecomando Wii, da usare come un semplice puntatore nel corso delle esplorazioni e in modo decisamente più curioso per risolvere alcuni enigmi. Questi ultimi sono uno dei punti di forza dell’intero gioco, visto che spesso brillano per originalità andando strizzare l’occhiolino alle bizzarrie di Kojima (e chi ha orecchie per intendere, intenda). Per risolverli, come accennato, bisogna di tanto in tanto utilizzare il telecomando Wii in maniera assai peculiare (impossibile dire di più senza guastare l’effetto sorpresa!). Peccato che gli enigmi in questione siano veramente pochi, come sono pochi i momenti realmente “interattivi”. Così come il primo episodio, anche questo seguito lascia ben poco spazio di manovra ai giocatori, chiamati più che altro ad accompagnare “emotivamente” la giovane Ashley nella sua lunga avventura sulle rive del lago Juliet, avventura che può essere portata a termine in una dozzina di ore.

Per arrivare alla conclusione e scoprire tutti i misteri del lago Juliet ai giocatori toccherà esplorare diversi scenari, dialogare con una manciata di personaggi più o meno improbabili (tutti ben caratterizzati, ma anche un po’ “sottili”), leggere pagine e pagine di testo (ben tradotto in italiano, per fortuna) e, soprattutto, utilizzare al meglio le poche risorse a disposizione di Ashley. Queste risorse sono dei gingilli elettronici chiamati DAS e TAS: il primo è un’evoluzione di una console portatile che si era già vista in Another Code: Two Memories, mentre il secondo è un misterioso oggetto sagomato come un telecomando Wii. A cosa serviranno mai questi due strumenti?

L’unico modo per saperlo è utilizzarli come chiavi d’accesso al mondo di Another Code, un mondo regolato da una narrazione rigida e marziale (tutta l’avventura è divisa in capitoli della durata di un’ora e mezza circa) e dove c’è poco spazio per il gioco vero e proprio (ogni capitolo ospita tre/quattro veri enigmi, non di più). Un mondo comunque affascinante e ricco d’atmosfera, che però potrà essere apprezzato solo da chi ha amato alla follia Another Code: Two Memories.