Il ritorno alle origini che un po’ tutti gli appassionati di questa serie stavano aspettando… non รจ proprio come ce lo aspettavamo.
Dopo l’ottimo successo di critica del primo divertente Tropico, acclamato gestionale “caraibico”, la sterzata imposta alla serie con il secondo episodio, Il Covo dei Pirati (niente a che vedere con Il Covo dei Ladri del recente Uncharted 2, chiaramente โ anche perchรฉ quel covo non ha niente a che vedere con nulla, dal momento che รจ solo una singolare traduzione del sottotitolo originale “Among the Thieves” del gioco di Naughty Dog, e scusate la divagazione), aveva fatto storcere un po’ il labbro superiore a molti tra gli appassionati dell’originale. Niente piรน dittatori e repubbliche delle banane, sostituiti da pirati e galeoni. Il seguito di Tropico non era neanche malaccio, ma l’ambientazione del primo episodio era talmente piaciuta che furono in molti a chiedersi il perchรฉ di un simile cambiamento di rotta: la metafora, parlando di pirati, ci sta tutta.
Ebbene, piuttosto che farci continuare a rimuginare sulle scelte del passato, Haemimont Games (gruppo di sviluppatori bulgaro), di cui abbiamo giร apprezzato l’ottimo Imperium Civitas, ci regala con Tropico 3 il ritorno della serie alle sue apprezzate caratteristiche originali. La struttura di gioco, che comunque non era stata stravolta neanche dalla divagazione piratesca del secondo episodio, รจ rimasta la stessa. Si impersona un dittatore, che puรฒ essere scelto tra una serie di leader politici esistiti o esistenti (Fidel Castro, Che Guevara, Evita Peron e altri), o costruito e modellato da zero seguendo i propri gusti. Una volta operata una scelta ci si prende cura, politicamente ed economicamente parlando, di una piccola isola caraibica. La nostra carriera di dittatore comincia dagli anni ’50 e arriva fino ai giorni nostri e, all’interno della Campagna, ovvero della modalitร principale di Tropico 3, ci vede impegnati anche su diverse isole, con obiettivi che richiedono gradualmente un’esperienza da leader sempre maggiore.
Chi รจ giร avvezzo al genere dei gestionali per PC, cosรฌ come chi ha giร giocato i due precedenti episodi della serie, non farร fatica ad ambientarsi in questo Tropico 3. Quello che ci รจ richiesto di fare, come da copione per la tipologia del genere, รจ di tenere d’occhio contemporaneamente una cospicua serie di parametri e statistiche. Chiaramente le nostre scelte (dalla creazione del personaggio a qualunque decisione presa durante la Campagna) influiscono sulle “reazioni” dell’ambiente di gioco e modificano costantemente l’umore dei nostri cittadini cosรฌ come i nostri rapporti con gli esteri. O, per lo meno, cosรฌ dovrebbe essere.
L’impressione, infatti, a volte molto marcata, รจ che in Tropico 3 molte cose accadano per semplice casualitร , in modo cioรจ totalmente randomico e non necessariamente legato alle nostre azioni. Puรฒ capitare di essere totalmente inviso a una bella percentuale della popolazione anche avendo vinto le elezioni con tipo il 90% dei voti a favore. Per non parlare del fatto che le relazioni con gli altri paesi sembrano non essere neanche lontanamente in relazione con le nostre gesta. La sensazione รจ accentuata anche dalle notizie divulgate dalla radio del posto, che sembrano venire da un altro pianeta, tanto sono slegate da ciรฒ che effettivamente succede nel gioco.
Si tratta chiaramente di difetti che inficiano non poco la possibilitร di immergersi pienamente nel ruolo di dittatore in cui il gioco vorrebbe farci calare. Ciรฒ nonostante, una meccanica divertente potrebbe ovviare al problema. Ma purtroppo Tropico 3 soffre anche di una certa ripetitivitร nelle azioni da compiere, che di certo non agevola il divertimento del videogiocatore.
Un vero peccato, tra l’altro, perchรฉ dal punto di vista tecnico il gioco di Haemimont Games non รจ affatto male. Ottimo il motore grafico, leggero, efficace e stiloso. Piacevole anche la colonna sonora, che riesce (quella sรฌ!) a farci respirare un po’ di sana atmosfera caraibica.