Ambientazione ideale per un add-on? Beh, l’isola. Nemici ideali per un add-on in uscita nel periodo di boom di Left 4 Dead 2? Beh, gli zombi.
Ambientazione ideale per un add-on? Beh, l’isola. Nemici ideali per un add-on in uscita nel periodo di boom di Left 4 Dead 2? Beh, gli zombi. Deve essere stato proprio questo il “piano” degli uomini di Gearbox, gente che ha ormai abbondantemente dimostrato di volerci saper fare con i videogiocatori, anche se una piccola critica – proprio da questo punto di vista – la meritano, e la muoveremo più avanti. Se Borderlands era un ottimo concentrato di idee provenienti da svariati sottomondi dei videogiochi (il reame dei GdR, le arene degli FPS, le vaste lande del multiplayer), il suo primo DLC non poteva che seguirne la natura.
Disponibile per Xbox Live (800MP) e PlayStation Network (7,99 euro), L’Isola degli Zombie del Dottor Ned offre agli appassionati di Borderlands la possibilità di trascorrere qualche altra oretta in compagnia del gioco e degli amici con cui hanno esplorato le altre regioni di Pandora. Noi l’abbiamo fatto e vi diciamo subito che ci siamo divertiti molto, anche se per poco. Il più grande difetto di questo add-on, infatti, è la sua scarsa longevità, almeno se si punta tutto sulla trama principale, che io e il mio compagno di avventure abbiamo completato in tre ore scarse, preoccupandoci anche di portare a termine qualche quest secondaria nel frattempo. C’è da dire che abbiamo affrontato il DLC con due personaggi già arrivati al livello 50 con il gioco base, e che i poco amichevoli abitanti dell’Isola erano tutti intorno al livello 45 (42-47 era più o meno il range, con l’espansione giocata dall’interno della Partita 2, ovvero la modalità più difficile che si sblocca dopo aver finito almeno una volta la trama principale di Borderlands). Le cose potrebbero essere quindi un pelo diverse per chi ancora non avesse raggiunto il massimo livello con il gioco base. Diverse e anche molto utili. Supponiamo che vi troviate intorno al livello 36, ovvero immediatamente dopo aver finito la trama del gioco originale: affrontare l’Isola in Partita 1, completandone tutte le quest e tutte le sottoquest, può permettervi di guadagnare un 4-5 livelli, se non addirittura qualcosa in più. Lo stesso vale per chi sta giocando Partita 2 ed è intorno al livello 42-43. Cominciare da lì l’Isola può essere un simpatico e piacevole boost per la scalata al livello 50. Insomma, paradossalmente, sono un po’ fuori target proprio quelli che hanno già completato il gioco in tutto e per tutto. Questa è fondamentalmente la critica a cui accennavamo prima. Ci fosse stato un nuovo cap per i livelli (chessò, il 55), magari con annesso Achievement/Trofeo, e magari con un livello di difficoltà adatto a personaggi di livello 50 (tradotto: l’Isola con nemici dal 50 al 55), questo DLC sarebbe stato l’add-on perfetto per tutti i giocatori di Borderlands. Così, rischia di essere eccezionale per chi ancora non ha finito la main quest e solo “bello” per chi è già arrivato al livello 50.
Detto questo, L’Isola degli Zombie del Dottor Ned è probabilmente il “pezzo” migliore di Borderlands. Dal punto di vista grafico, il matrimonio tra l’ambientazione tetra, tipica dei luoghi infestati da undead, e lo stile fumettistico di Borderlands è qualcosa di strepitosamente gustoso. Chi ama i film di Tim Burton (o anche chi ha giocato gli undead in Warcraft o World of Warcraft) probabilmente apprezzerà ancor di più il connubio tra tetro e cartoonoso che caratterizza in maniera inequivocabile l’estetica di questo DLC.
Le quest e la trama dell’Isola mantengono, inoltre, l’ottimo umorismo già presente nel gioco base, stavolta forse ancora più intriso di citazioni assortite. “Night of the Living Ned”, “Ned’s Undead, baby”, “House of the Ned” sono solo alcuni dei richiami al mondo del cinema, dei videogiochi e della figaggine in generale.
E poi, ragazzi, affrontare zombi è sempre una figata spaziale, non è che dobbiamo stare qui a sottolinearlo. Quelli del DLC di Borderlands sono gli zombi classici, quelli lenti e stupidi, quelli dei primi Resident Evil, quelli che hanno trovato il loro massimo splendore in Dead Rising. Non quelli veloci dei film più moderni o di Left 4 Dead. La cosa non ci è affatto dispiaciuta, anzi. Personalmente, poi, io adoro proprio quel tipo di zombi, e vederli avanzare lenti verso il mio personaggio, pronto a far scoppiare teste con lo shotgun, è stato estremamente piacevole. A proposito di far scoppiare teste! Dobbiamo assolutamente darvi un suggerimento fondamentale. Come noterete molto presto, un headshot su uno zombi può far sì che quest’ultimo “droppi” un cervello. Bene. Non raccogliete i cervelli degli zombi finché non avete una relativa quest che vi chiede di farlo! Raccoglierli prima, equivale a sprecarli. Per entrare in possesso di questa quest, dirigetevi nell’angolo a Sud Ovest della mappa Hallow’s End e… non vi diciamo altro per non spoilerarvi troppo.
Oltre agli zombi, l’Isola è piena di altri grandi richiami ai classici dell’horror, sempre presentati con il gusto ormai caratteristico di Borderlands, e che non vi riveliamo per non rovinarvi troppo la sorpresa. No, dai, però un po’ di roba ve la dobbiamo dire: ci sono gli Skag Man[cut], i Frank[cut], le zuc[cut]…