Un platform immaginifico da vivere in punta di Telecomando.
Lanciarsi all’avventura, lo sappiamo bene, non è mai troppo facile. Oltre all’occasione giusta, infatti, serve anche un gran bel coraggio. Le cose si fanno più facili se si può contare sul supporto di un amico, naturalmente. Magari un amico di quelli speciali, disposti a tutto pur di darti una mano. Se poi l’amico in questione è pure uno di quei tipi in gamba con un paio di assi nella manica, tanto meglio. Diciamo che un amico come quello del protagonista di A Boy and his Blob sarebbe assolutamente perfetto: del resto chi non vorrebbe avere al suo fianco una dolce e morbidissima gelatina antropomorfa?
A Boy and his Blob, che è una sorta di seguito spirituale dell’edizione per NES ideata da quel gigante di David “Pitfall!” Crane e pubblicata nel 1989, è a tutti gli effetti un classico platform in due dimensioni. Non aspettatevi però un gioco dal ritmo frenetico come Super Mario Bros. Wii o Wario Land: The Shake Dimension. Questi titoli, in confronto a A Boy and his Blob, sembra che abbiano l’argento vivo addosso. A Boy and his Blob vanta un ritmo più lento, pacato e riflessivo: se avete in mente il passo di LostWinds o del suo brillante seguito da poco arrivato su WiiWare (Winter of the Melodias, di cui potete leggere la recensione di GamesVillage proprio qui) siete sulla buona strada. Proprio come LostWinds, anche A Boy and his Blob è un gioco di piattaforme costruito su tanti, tantissimi puzzle, enigmi e trabocchetti “architettonici”. Risolverli non sarà affatto facile. Sebbene l’illustrazione di copertina, i favolosi bozzetti grafici e il dolcissimo stile grafico possano far pensare il contrario, questo è infatti tutto tranne che un gioco per bambini e per fanciulli.
Sebbene lo stile grafico possa far pensare il contrario, questo è tutto tranne che un gioco per bimbi e ragazzini.
Dietro alla facciata morbida e gommosa, infatti, A Boy and his blob cela un’anima sul diabolico andante, con un pizzico di problemi a livello di sistema di controllo a peggiorare le cose. Le funzioni dei tasti del telecomando Wii e del Nunchuk sono state infatti “mappate” un po’ a casaccio e, inoltre, lanciare le caramelle in giro per gli scenari con la giusta precisione non è affatto semplice.
Caramelle? Certo, caramelle! Per risolvere gli enigmi di cui abbiamo accennato, infatti, bisogna fare affidamento sul classico sacchetto di bon bon che ogni ragazzino che si rispetti si porta sempre dietro nello zainetto. Dando in pasto al blob una caramella piuttosto che l’altra, infatti, lo si può spingere a mutare forma e a trasformarsi, nel giro di un attimo, ora in un trampolino elastico, ora in una scala a pioli, ora in una pesantissima incudine. Sono le trasformazioni del blob, insomma, le chiavi per aprire i lucchetti “enigmistici” messi a punto dai ragazzacci di Wayforward (quelli che su WiiWare si sono fatti notare con l’interessantissimo Lit e che su DS, invece, se ne sono venuti fuori con Contra 4). Assieme al nostro nuovo amico gommoso, e vestendo i panni di un giovincello tutto pelle e ossa (un eroe veramente lontano dagli stereotipi dei tempi moderni, ne converrete), dovremo quindi lanciarci in un’avventura decisamente più grandi di noi, ovvero quella di salvare il pianeta natio del blob, Blobonia, da tempo governato con piglio dittatoriale e tirannico da un imperatore malvagio. Un’avventura più grande di noi, si diceva, tra l’altro messa su schermo in maniera semplicemente deliziosa. I fondali e i personaggi disegnati a mano sembrano presi di peso dai migliori cartoni animati dei tempi passati, mentre sotto il profilo immaginifico si orbita attorno a un universo sognante, tiepido e un goccio malinconico. Sebbene la struttura di gioco richieda di tornare a un hub centrale dopo aver superato ogni livello per scegliere la destinazione successiva su una piccola mappa, si ha comunque la sensazione di essere nel bel mezzo di un viaggio fantastico. Paesaggi esotici e misteriosi, boschi scuri come la notte, spaventose caverne sotterranee e altre meraviglie fantastiche sono sono alcune delle ambientazioni che dovremo esplorare in compagnia del blob. La grande varietà scenografica ha dato agli sviluppatori la possibilità di giocherellare con alcune soluzioni stilistiche decisamente d’impatto, come ben testimonia l’immagine che trovate qui sotto.
Alcune coraggiose scelte grafiche sono da applausi a scena aperta.
Un gran gioco, quindi? Senza dubbio. Se non fosse per qualche problemino nel sistema di controllo, e se non fosse per il ritmo fin troppo “spezzettato” dell’avventura (ritmo spezzettato dalla necessità di passare sempre dal proprio rifugio dopo aver risolto un livello), si potrebbe addirittura parlare di un mezzo trionfo. Ma è anche vero che questi problemini sono comunque poca roba, niente che possa rovinare un’avventura dolce, gentile e piuttosto impegnativa, soprattutto per i meno esperti.