Red Dead Redemption: il multiplayer – Anteprima hands-on PS3/Xbox 360

Ore e ore di esperienza sul mukltiplayer di RDR ci hanno lasciati con l’acquolina in bocca.

Nella modalità in singolo Red Dead Redemption darà l’idea di un West libero e selvaggio per poi proporre le solite scaramucce circoscritte nel multiplayer? Non sia mai. Così devono aver ragionato i ragazzi di Rockstar San Diego quando hanno ideato il “Free Roam Mode” per la sezione online di RDR. Di cosa stiamo parlando? Di quella opzione che consentirà a quattro bande di pistoleri (fino a 8 componenti per banda, per un massimo totale di 16 giocatori) di affrontarsi non in una classica “arena”, ma in un vero e proprio microcosmo western in cui cavalcare in lungo e in largo, affrontando le missioni che via via si schiudono nell’ordine che si vuole. E non si tratta nemmeno della stessa mappa globale della “campagna in singolo”, anche se, ovviamente, un po’ le somiglia.

In questa esperienza un po’ cooperativa e un po’ anarchica, Rockstar cercherà comunque di orientare il giocatore verso la prima caratteristica: le prime missioni a cui abbiamo potuto partecipare ce lo hanno indicato chiaramente. Nella nostra prima partita, noi e altri sette giocatori umani abbiamo raggiunto a cavallo una villa su una collinetta nel mezzo del deserto, con lo scopo di espugnarla: è stato un assalto a testa bassa, visto che non c’erano possibili postazioni da cui cecchinare. Per fortuna, però, lo scenario era dotato di recinzioni in legno (distruggibili) e massi dietro cui ripararsi. Al nostro tentativo di raid, i “gringos” computerizzati asserragliati al suo interno hanno risposto non solo con armi da fuoco portatili, ma anche con una gatling fissa piazzata “casualmente” davanti alla magione. Ma, ancora peggio, lanciavano candelotti di dinamite. E, peggio dell’ancora peggio, a un certo punto è intervenuta un’altra gang di pistoleri umani che voleva soffiarci la missione. In mezzo al fuoco incrociato, arrivare in fondo vivi è stata un’impresa epica.

La seconda missione affrontata riguardava un fortino circondato da svariate alture: stavolta non ci siamo fatti sfuggire il fuoco di precisione di copertura, e infatti la nostra “posse” si è divisa spontaneamente in cecchini e incursori, in un approccio tattico completamente differente rispetto alla prima missione.

Fatti questi due esempi, ora fate conto di poter affrontare decine e decine di missioni primarie e secondarie che offrono differenti problematiche tattiche, con la possibilità di occuparvene come e quando volete. Con la consapevolezza che se si affrontano gli obbiettivi primari con spirito di squadra è meglio, ma allo stesso tempo è salvaguardata la libertà di fare il ribelle solitario rispetto al gruppo. E, nel caso si abbracci la filosofia cooperativa, con la libertà di scegliere se essere solidale con altre posse nel raggiungimento di un dato obbiettivo o se invece infuocare lo spirito di competizione tra le varie gang.

Per comprendere davvero come il Free Roam Mode cerchi di alimentare questa discrezionalità a 360°, ci basta descrivere la natura degli altri incarichi più o meno facoltativi: che voi cavalchiate a fianco dei vostri compagni o da soli, vi troverete impegnati in battute di caccia contro pericolosi felini, nella ricerca di erbe rare, in tentativi di esecuzione di “numeri” da pistolero durante le sparatorie (far saltare via cappelli dalle teste o pistole dalle mani) o nella caccia ai ricercati (che possono essere pure umani: basta che abbiano usato violenza con la gente inerme computerizzata). Il tutto per scalare la classifica dei rank (50 in totale), con le varie “promozioni” che provocheranno, per esempio, lo sbloccaggio di armi più potenti e cavalli più veloci.

E le consuete modalità competitive che fine hanno fatto? Tranquilli, ci sono anche quelle. Abbiamo per esempio partecipato a varianti western (individuali e di squadra) di deathmatch e Cattura la Bandiera (con lingotti d’oro a fungere da obbiettivo), in mappe che denotavano anche in questo caso una certa attenzione per la varietà da parte degli sviluppatori: prima un villaggio messicano di argilla bianca con uno spiazzo centrale fatto apposta per i “faccia a faccia”, circondato da case con terrazze/tetti accessibili e utili al cecchinaggio; poi una cittadina di costruzioni in legno che era invece un labirinto di viuzze, in cui tendere agguati continui, anche dalle molte balconate presenti.

La sensazione finale è, insomma, quella di ritrovarsi di fronte a un comparto online che è davvero uno dei più vari e completi mai visti sinora: insieme alle modalità classiche di cui non ci stancheremo fino alla notte dei tempi, abbiamo una sorta di mini-MMO in cui scorrazzare (anzi, galoppare) in libertà, interpretabile anch’esso in chiave individuale o cooperativa. A livello tecnico valgono le impressioni trasmesse dal gioco in singolo: ribadiamo quanto sia suggestivo un rossastro paesaggio western desertico/montuoso così ben riprodotto, anche se nel multiplayer online la fluidità non si è palesata al momento impeccabile (ma gli sviluppatori ci hanno garantito la massima resa nella versione finale).

Dopo le prime esperienze online nel free roaming di Grand Theft Auto IV, aspettatevi quindi un gioco in rete davvero onnicomprensivo, che potrebbe far raggiungere picchi di longevità inauditi al prodotto complessivo. Se un Modern Warfare 2 vale infatti 5-6 ore di gioco in singolo e anni di gioco in rete, quanto varrà RDR con un free roaming in singolo da esplorare in lungo e in largo e opzioni online molto più numerose e sfaccettate? A questo punto l’unico dubbio per l’online è legato alla tenuta complessiva: tutte le altre missioni, quest e sotto-obbiettivi saranno tanto diversificati e coinvolgenti come quelli mostratici per quest’anteprima? Il resto della mappa di gioco offrirà la stessa qualità? I nuovi elementi di gioco sbloccati dai ranking apriranno nuove possibilità o saranno fotocopie di quelli già disponibili? Le risposte nella recensione di maggio!