La velocità fragorosa e distruttiva di Black Rock è finalmente tra noi.
Questa è la storia di Pepito Sbazzeguti. Il suo sogno più grande era quello di partecipare a un reality e diventare così ricco e famoso. Nel 2009 fece i provini per entrare nel reality delle donne nude: un programma televisivo in cui un uomo deve spartire la casa con 12 modelle sempre come mamma le ha fatte. Scartato. Poi fu la volta del reality dell’Olimpo: un ragazzo impersona Zeus e ha al suo servizio decine di servitrici in abiti succinti e disponibili a soddisfare qualsiasi suo desiderio. Scartato. Giunse la volta del reality chiamato “Diventa ricco se ci riesci”: vengono dati a un ragazzo 10 milioni di Euro e li deve spendere come li pare. Scartato. Disperato per essere sempre stato scartato come un bambino davanti a Maradona, Pepito provò con un reality che non gli procurava né soldi, né notorietà, ma che probabilmente lo avrebbe fatto finire accartocciato sotto a un palazzo: il reality si chiamava Split/Second: Velocity. Preso.
E fu così il buon Pepito si ritrovò a bordo di auto da sogno all’interno di enormi set cinematografici: città in miniatura che, però, hanno la peculiarità di essere costellate di esplosivi, pronte a saltare in aria al passaggio di uno degli otto concorrenti in gara. Questo è Split/Second: una gara tra gente fuori di testa che per arrivare prima al traguardo non solo deve possedere non comuni doti da pilota, ma anche conoscere alla perfezione il tracciato per stabilire con assoluta precisione quando è il caso di attivare i detonatori e levarsi quindi di dosso gli avversari. Attenzione: far saltare roba a casaccio potrebbe risultare controproducente, perché il palazzo che avete fatto crollare potrebbe semplicemente cadere sul vostro crapino, con tanti saluti alla vittoria finale.
Ma come fare per far saltare ponti, strade e palazzi? Semplice: usando dei power up (che nel gioco vengono chiamati Power Play) che si renderanno disponibili come conseguenza di una guida allegrotta, caratterizzata da derapate, sportellate e scie. Sotto alla vostra allegra vettura c’è una barra che contiene al massimo tre power play: finché ce ne sono due, si possono far saltare in aria piccole porzioni di tracciato o, più in generale, elementi di “contorno”; quando, invece, la barra si riempie potrete disporre di un “ultra bomba della gran devastazione” che, al prezzo di tutti i power play, sarà in grado di modificare radicalmente la conformazione della pista, creando da zero un circuito del tutto nuovo.
Il modello di giuda appare fin da subito molto buono e le vetture si controllano nel complesso in maniera pienamente soddisfacente. Le macchine si dividono in tre principali categorie: “Supercar”, “Muscle Car” e “Pick Up”. Ogni vettura è diversa dall’altra e ogni categoria possiede degli caratteristiche peculiari. Le Supercar sono leggerine (e quindi verrete un po’ sballonzolati per la pista per via dell’onda d’urto delle esplosioni), ma sono veloci e dotate di buona tenuta. Le Muscle Car sono la classica via di mezzo, mentre i Pick Up sono più massicci ma meno veloci delle macchine presenti nelle altre due categorie. C’è da dire che sul piano estetico le livree non sono prese da vetture realmente esistenti, ma ci vanno molto vicino: è molto facile, infatti, rivedere in alcune Supercar delle Lamborghini o delle Ferrari.
Venendo alla giocabilità, posso dire di essere soddisfatto, anche se non del tutto. Per carità… scorrazzare per i tracciati è divertente, e il pensiero che da un momento all’altro possa caderti in testa un palazzo porta a una condotta di giuda molto guardinga, ma anche adrenalinica. Di contro, è stato portato all’estremo l’effetto elastico: per fa sì che l’azione rimanga sempre ai massimi livelli è stato deciso che sia quasi impossibile distanziare gli avversari. A prescindere da quanto possa essere pulita la vostra giuda a quanti disastri riusciate a scampare, in un modo o nell’altro vi ritroverete sempre alle costole qualcuno che tenterà di fermarvi. Come detto, da un lato questo fa sì che non ci sia mai un attimo di respiro, ma dall’altro rende un po’ avvilente prodursi in tanti sbattimenti per far crollare roba addosso agli avversari per poi ritrovarseli di nuovo tutti lì a far danni dopo manco mezzo giro. Nel multiplayer, invece, l’effetto elastico è stato fortemente ridimensionato (anche da parte degli avversari comandati dalla CPU), premiando quindi maggiormente chi sa davvero tenere l’auto in pista.
Divertenti e ben studiate le numerose modalità di gioco: in Split/Second oltre alla classica gara “a chi arriva prima” sarete chiamati a disputare varie competizioni in solitaria. Vi toccherà, infatti, compiere un giro per i fattacci vostri cercando di uscire indenni dalla totale distruzione del circuito, oppure schivare delle mine sganciate da un elicottero, o ancora evitare i bidoni esplosivi che un allegro camionista lascia cadere. Anche se sulla lunga distanza anche queste modalità risulteranno un po’ ripetitive, è indubbio che Black Rock ce l’abbia messa tutta per proporre qualcosa di alternativo alla classica tipologia di gara “a podio”.
Graficamente il titolo in qustione se la cava molto bene. I livelli (pur non molto numerosi) sono estremamente curati e ricchissimi di dettagli. Niente da dire nemmeno sulle moltissime esplosioni e devastazioni assortite che condiscono le gare più accese. Non mi ha entusiasmato, invece, il cielo, che appare un po’ troppo “appiccicato” al soffitto e restituisce un po’ troppo la sensazione di posticcio.
Il motore che muove la baracca è più che discreto: nonostante qualche piccola esitazione nel frame rate che affligge soprattutto la versione per PC. Con buona pace del nostro Pepito.