Si può andare a vedere un film perché è diretto da un certo regista, così come non si mancano i film degli attori preferiti. Si può anche cominciare ad andare a vedere un film perché la…
Cast: Luca Argentero, Claudia Gerini, Filippo Nigro
Distribuzione: Universal
Voto: 75
Si può andare a vedere un film perché è diretto da un certo regista, così come non si mancano i film degli attori preferiti. Si può anche cominciare ad andare a vedere un film perché la sceneggiatura è di Fabio Bonifacci, uno dei migliori autori attualmente sulla piazza (non perdiamo occasione per ricordare che non esiste un buon film senza una storia valida). Avremo la garanzia di trovare un prodotto commercialmente valido, perché di film parliamo, prodotti che devono essere venduti al mercato più vasto possibile, che sempre con leggerezza ed eleganza racconta le avventure sentimentali dei suoi personaggi, mischiandole con spirito a più seri argomenti di attualità, come già nel bel film Si può fare, in cui si parlava di “matti”.
Qui invece si racconta di altri “diversi”, ancora ritenuti tali nonostante anni e anni di battaglie civili, nonostante l’apparente liberalità dei costumi frattanto raggiunta, si racconta di gay. Ma non i gay che tanto piacciono alla nostra televisione spazzatura, i travestiti stile Platinette, o le “checche” esagitate con le quali si imbastiscono quelle litigate che pare piacciano all’audience (ma quale…). Qui si parla di “persone”, che semplicemente amano un’altra persona dello stesso sesso, ricordando in questo un altro civile film uscito di recente, Baby Love con Lambert Wilson (del quale non caso il titolo originale era Comme les autres, cioè il contrario di “diverso”).
Il protagonista è Piero, un bel ragazzo un po’ fatuo, trascurabile consigliere comunale in una città del nord-est (il film è girato a Trieste, affascinante ed insolita location) che, per i giochetti politici del suo partito di centro (sinistra non si dice più), si trova ad essere candidato sindaco, in contrapposizione ad un avversario pseudo-leghista, che passa il suo tempo ad inaugurare Muri. Piero è “sposato” da molti anni con Remo e la sua vita scorre serena, circondato da amici e parenti affettuosi, che hanno completamente accettato la sua situazione. Ma l’opinione pubblica votante della conservatrice città sarà matura per un sindaco dichiaratamente gay? Per stemperare l’impatto gli viene affiancata la temibile Adele, detta “la furia centrista”, una signora acida e intransigente, tutta chiesa (è antidivorzista), casa (vuota), famiglia (che non ha) e austeri tallieur con foulard (stile Pivetti prima del sado-maso).
Scavalcando perfino i DiCo, il film si fa portatore, sempre con un sorriso, di un messaggio ben più forte, che in epoca di tale intransigenza quale quella che stiamo vivendo potrebbe scandalizzare più del previsto. L’amore è la risposta, sempre, e se le “persone” si amano serenamente, nessuno si farà del male. E forse si potrà cominciare a buttare giù qualche Muro. Con un andamento veloce da pochade, ritmato da una bella colonna sonora, il film, diretto impeccabilmente dall’esordiente Umberto Carteni, si snoda con una vivacità che non contrasta con la riflessione, facendo uscire dal cinema (si spera) sorridendo e meditando. Claudia Gerini, che sta davvero vivendo una seconda giovinezza artistica, interpreta la rigida Adele, che si ammorbidirà al contatto con il bel Piero.
La coppia maschile è composta da due soggetti “diversamente” attraenti: Luca Argentero, clamorosamente bello, ormai interprete ideale per certi ruoli brillanti, e Filippo Nigro, dal virile fascino meno vistoso. Ben scelto anche il cast dei caratteristi di contorno, che anima soprattutto la la prima parte della storia, tutti personaggi delineati con la solita cura, composto fra gli altri dai due politici Antonio Catania e Giuseppe Cederna, dispensatori di brillanti battute di attualità, e dal sindaco uscente, un esilarante Francesco Pannofino. Per chi li volesse recuperare, segnaliamo gli ultimi titoli sceneggiati da Bonifacci, Notturno Bus, Lezioni di cioccolato, Amore, bugie e calcetto e Si può fare, storie scritte ispirandosi ad un modello di commedia lontano dalla nostra tradizione, che guarda maggiormente a riferimenti stranieri. Con ottimi risultati.