Questa storia è più vera di quanto possiate pensare… Che la forza sia con te! Il mitico (mistico) motto coniato da George Lucas per il suo Star Wars del 1977 avrà senza dubbio influenzato fra il…
Cast: George Clooney, Ewan McGregor, Jeff Bridges, Kevin Spacey
Distribuzione: Medusa
Voto: 80
Questa storia è più vera di quanto possiate pensare… Che la forza sia con te! Il mitico (mistico) motto coniato da George Lucas per il suo Star Wars del 1977 avrà senza dubbio influenzato fra il serio e il faceto, e ci auguriamo in modo innocuo, molte esistenze. Più inquietante sapere che ne era fan appassionato Ronald Reagan, che su quella filosofia pare basasse i suoi piani di difesa stellare, finanziando inoltre ulteriori studi sulla psiche atti a formare un esercito nuovo, capace di combattere il nemico con modi davvero alternativi. Già nel dopo guerra infatti (e questa è la parte autentica della storia), l’Esercito degli Stati Uniti aveva incominciato a compiere demenziali esperimenti sfruttando percezioni extrasensoriali e telecinesi a scopi bellici (sfociati nel progetto MK Ultra), per creare dei militari condizionati a compiere qualunque azione di offesa, argomento al quale ha attinto molto cinema complottista degli anni seguenti, da Ipcress a Và e uccidi (Manchurian Candidate).
Ma grazie all’appoggio presidenziale, negli anni ’80 (e questo è il film) un uomo, Bill Django, reduce dal Vietnam, aveva fondato una divisione che avrebbe dovuto combattere il nemico con tecniche mentali mutuate dai guerrieri Jedi, la New Earth Army, una legione di Monaci Guerrieri in grado di leggere il pensiero, attraversare i muri e perfino…. fermare il cuore di una capra solo con la forza dello sguardo. Dopo anni di successi però, tutte le mistiche tattiche condite con abbondante lsd messe in atto in nome del Bene, verranno distorte verso il Male dal bieco Larry Hooper, che arriverà nel plotone con l’intento di sottrarre al pacifico Bill il suo primato. Tutta la storia dell’ascesa e della caduta di questo gruppo di “guerrieri psichici” ci verrà raccontata da Bob Winton, giornalista di provincia mollato dalla moglie, durante l’avventura che sta vivendo in prima persona. In cerca di riscatto esistenziale parte infatti per l’Iraq, desideroso di provare le emozioni dei veri inviati di guerra. Ma là fa l’incontro del destino con Lyn Cassady, sciroccato ex appartenente proprio a quei corpi speciali sui quali anni prima Bob aveva fatto un servizio.
Il solito ottimo Kevin Spacey è l’infido Larry, capace di piegare le forchette con la forza del pensiero, ma del tutto privo degli “occhi che brillano”. Alla sua prima regia troviamo Grant Heslov, già sceneggiatore di Good Night, and Good Luck, mentre la storia è tratta dal libro omonimo di Jon Ronson. L’uomo che fissava le capre non è un altro film alla Cohen sulla prevalenza del cretino, anche se la follia che pervade gli alti vertici dell’esercito assomiglia pericolosamente a quella dei capoccioni della Cia in Burn After Reading, ma è la storia scritta con humor e tenerezza di un gruppetto di pazzi falliti, di traumatizzati dalla vita, di illusi drogati, di ormai anziani post-hippie, che in questa organizzazione finalmente si illudevano di avere trovato uno sbocco “professionale” alla proprie stranezze, a causa delle quali si erano sentiti emarginati per tutta la vita, come se l’Esercito Americano fosse divenuto una gigantesca casa di cura (esilarante la rappresentazione del periodo di formazione mistico/militaresca): una commedia brillante, piena di gag e battute che, dopo averci fatto divertire con le surreali avventure dei nostri improbabili eroi, ci lascia con un bel finale capace di farci malinconicamente (e amaramente) sorridere. Il ritratto delle Forze Armate, per il sarcasmo col quale vengono descritte, non può non ricordare due capolavori del genere come Mash e Comma 22, perché la guerra genera se non mostri, perlomeno dei pazzi.