Quanta nostalgia di Guybrush Threepwood!
Un tempo le avventure grafiche erano molto di moda. Capolavori come Maniac Mansion: Day of the Tentacle, Monkey Island 2 e Indiana Jones and the Fate of Atlantis, infatti, erano riusciti ad affascinare l’ntero pubblico di videogiocatori. Al giorno d’oggi, però, tale genere ha lasciato spazio ad altri passatempi, come per esempio gli FPS o gli RTS. Questo non vuol dire che questi giochi siano spariti dal mercato e anzi ogni tanto capita di imbattersi in veri e propri gioielli, come per esempio il nuovo Sam & Max.
Peccato che The Hardy Boys sia di tutt’altro stampo. Si tratta di una classica avventura grafica punta e clicca in cui, vestendo i panni di un adolescenziale duo di detective (Frank e Joe Hardy, i protagonisti dell’omonima serie di libri per bambini), bisognerà fare luce su uno spinoso caso di furto, alle cui spalle si cela un intreccio di vendette, avidità e tradimenti. La trama, vero punto di forza dell’ultimo lavoro dei ragazzi di Xpec Entertainment, è lunga e complessa e vi porterà a visitare numerose ambientazioni diverse. Sfortunatamente, la narrazione della vicenda è affidata a delle sequenze di intermezzo che, non solo risultano fin troppo brevi, ma mostrano anche tutte le incertezze del motore grafico di The Hardy Boys. Le ambientazioni sono povere di particolari e anche le animazioni risultano fin troppo legnose.
Per quanto riguarda gli enigmi, si tratta di sfide spesso banali, visto che nella maggior parte dei casi si riducono all’utilizzare l’oggetto X nel luogo Y,e solo raramente si dovranno affrontare impegni più stimolanti come per esempio giochi di logica o di intelligenza. Gli oggetti da scovare, però, sono davvero numerosi e possono essere combinati tra loro per formarne di nuovi.
La difficoltà si attesta su bassi livelli e sarà improbabile rimanere bloccari su qualche enigma particolarmente ostico. In questi casi, sarà comunque possibile ricevere utili consigli dai numerosi personaggi presenti. I dialoghi sono a risposta multipla ma la scelta delle domande da porre non influirà sul quantitativo di informazioni che potrete ricevere dal vostro interlocutore. Sarà sempre possibile, infatti, affrontare tutti gli argomenti.
La longevità si attesta su buoni livelli e un utente di media esperienza riuscirà a venire a capo del mistero in una quindicina di ore. Si tratta, però, di un’avventura molto lineare che, anche a causa di una grafica poco curata e di un sonoro mediocre, rischia di annoiare ben prima della sua conclusione.
Peccato che The Hardy Boys sia di tutt’altro stampo. Si tratta di una classica avventura grafica punta e clicca in cui, vestendo i panni di un adolescenziale duo di detective (Frank e Joe Hardy, i protagonisti dell’omonima serie di libri per bambini), bisognerà fare luce su uno spinoso caso di furto, alle cui spalle si cela un intreccio di vendette, avidità e tradimenti. La trama, vero punto di forza dell’ultimo lavoro dei ragazzi di Xpec Entertainment, è lunga e complessa e vi porterà a visitare numerose ambientazioni diverse. Sfortunatamente, la narrazione della vicenda è affidata a delle sequenze di intermezzo che, non solo risultano fin troppo brevi, ma mostrano anche tutte le incertezze del motore grafico di The Hardy Boys. Le ambientazioni sono povere di particolari e anche le animazioni risultano fin troppo legnose.
Per quanto riguarda gli enigmi, si tratta di sfide spesso banali, visto che nella maggior parte dei casi si riducono all’utilizzare l’oggetto X nel luogo Y,e solo raramente si dovranno affrontare impegni più stimolanti come per esempio giochi di logica o di intelligenza. Gli oggetti da scovare, però, sono davvero numerosi e possono essere combinati tra loro per formarne di nuovi.
La difficoltà si attesta su bassi livelli e sarà improbabile rimanere bloccari su qualche enigma particolarmente ostico. In questi casi, sarà comunque possibile ricevere utili consigli dai numerosi personaggi presenti. I dialoghi sono a risposta multipla ma la scelta delle domande da porre non influirà sul quantitativo di informazioni che potrete ricevere dal vostro interlocutore. Sarà sempre possibile, infatti, affrontare tutti gli argomenti.
La longevità si attesta su buoni livelli e un utente di media esperienza riuscirà a venire a capo del mistero in una quindicina di ore. Si tratta, però, di un’avventura molto lineare che, anche a causa di una grafica poco curata e di un sonoro mediocre, rischia di annoiare ben prima della sua conclusione.