Ho scelto te, un orso per amico…
Non abbiamo capito come e perché, ma a qualcuno a un certo punto deve essere venuto in mente che realizzare un gioco stile Manhunt con gli orsi di peluche potesse essere una bella idea. Ma bella bella, eh. Una di quelle cose che quando ti presenti al consiglio di amministrazione della software house per la quale lavori, la gente non solo non ti prende a calci, ma addirittura ti rifila una pacca sulla spalla e ti fa i complimenti. Chissà cosa mettono nell’acqua da quelle parti…
Il concetto di Naughty Bear, ricalcato in una quantità industriale di trailer, è molto semplice: voi siete l’orsetto cattivo, quello con l’orecchio smangiucchiato, con la schiena ricucita malamente, un po’ sporco anche. Gli altri orsetti per questo motivo vi ghettizzano, vi trattano male e soprattutto non vi invitano mai alle loro feste. Un po’ come alle medie insomma, dove non c’era simpatia e tanto meno l’ampio parcheggio all’ingresso (cit.).
Naughty Bear però non è un soggetto che ama essere trattato a pesci in faccia (essendo un orso poi…), quindi farà di tutto per vendicarsi dei suoi schernitori, possibilmente utilizzando i metodi più sadici che mente umana abbia mai concepito.
ORSO YOGHI MUST DIE
Diciamo che le premesse non erano poi così malaccio: con la scusa di un mondo tutto colorato e teneroso, i game designer hanno messo in piedi una storia fatta di dolore e crudeltà, senza mezzi termini. Il fatto che però non ci sia una goccia di sangue, una decapitazione e/o amputazioni assortite, fa sì che il tutto posso essere giocato anche dai soggetti più facilmente impressionabili. Rimarranno delusi, invece, quelli che si aspettavano un qualcosa di paragonabile a Happy Tree Friends: siamo proprio anni luce da quei livelli, sia chiaro. Anche se le azioni compiute dal nostro peloso protagonista sono tutt’altro che amichevoli, non si arriva mai a provare del vero fastidio: una sensazione invece ben presente quando si prova a completare un livello per la decima volta di fila… i problemi di questo titolo, difatti, sono tanti, troppi veramente, e ben presto l’effetto novità viene spazzato via dalla ripetitività dell’azione e dalla frustrazione generata da un gameplay a dir poco imbarazzante.
L’ORSETTO MALEDETTO
Naughty Bear propone diverse modalità di gioco, anche se di base il vostro obiettivo riguarda sempre l’eliminazione degli altri orsetti. Le uniche varianti sono generate dalle modalità previste per un determinato livello: se in “Killer” dobbiamo semplicemente ammazzare tutti, in “Follia” dovremo riuscire a far sbroccare gli altri peluche, facendoli spaventare a tal punto da non desiderare altro che una morta immediata (potrebbero arrivare anche a suicidarsi). “Corsa Veloce”, manco a dirlo, consiste nel finire un livello entro un determinato tempo limite, mentre “Invisibile” vi costringerà a far fuori i nemici senza farvi mai vedere.
Qui già emergono le prime magagne, soprattutto per quanto riguarda il bilanciamento della difficoltà, tanto è vero che alcune modalità sono smodatamente ostiche rispetto ad altre. In particolare, le prove dove tocca far impazzire gli orsetti risultano mortalmente complicate ed eccessivamente legate alla casualità. Dovremo stare attenti che gli orsi non chiamino aiuto, che non salgano in macchina o in barca tentando di fuggire, senza contare il continuo cambio di armi, onde evitare che si abituino troppo alle nostre sevizie. Il tutto stando bene “all’occhio” a non ucciderli, pena rifarsi tutto il livello da capo. Succede lo stesso anche con modalità come Intoccabile dove, grazie a una telecamera davvero orrenda, diventa fin troppo facile finire con l’essere colpiti, decretando il fallimento dello stage in corso.
Il peggio però è la mancanza di un level design decente: non solo le mappe sono poche e piccole, ma ci vengono riproposte con lo stesso schema (o quasi) in ogni episodio. Andrebbe bene se questo fosse un gioco da Live Arcade o PSN, ma così davvero è improponibile.
A poco servono le varianti notturne con gli zombie o l’introduzione dei soldati armati e dei ninja… sono solo una complicazioni in più, punto. Quel che davvero influisce più o meno efficacemente sulle missioni sono i costumi: appena si sbloccano quelli che vi permettono di camminare in mezzo agli altri orsi senza dare nell’occhio (tipo quello da poliziotto), le cose si semplificano un filo. Non si trasforma in un gioco facile, ma almeno si riesce a portare a termine qualche risultato in più, anche perché l’unico modo per avanzare da una missione all’altra è accumulare sempre più punti, terrorizzando, uccidendo e portando a termine determinati obiettivi (tipo bruciare tutti i regali o sparare alle “fuffalegre”). Tradotto, dovrete rifarvi ogni livello un botto di volte tentando di portare a casa trofei d’oro e d’argento, necessari per sbloccare gli stage avanzati. Sadismo? Poco ci manca…