Crackdown 2 – Recensione Xbox 360

Pacific City a tinte fosche.

Il primo Crackdown di Realtime Worlds si presentò quasi in punta di piedi nei primi mesi di vita di Xbox 360, rivelandosi come una gemma preziosa poco pubblicizzata. Seppur per renderlo appetibile fu inserito un codice per partecipare alla gigantesca beta di Halo 3, il titolo fu capace di sprigionare una bellezza ammorbante, grazie a un mondo aperto alla GTA con supereroi e a una giocabilità sublime. Bissare un successo genere è un’operazione piuttosto impegnativa in condizione normali, per certi versi “proibitiva” se il team di sviluppo cambia, visto che i ragazzi di Realtime Worlds sono impegnati con il progetto APB, mentre altri sono stati dirottati nel nuovo studio Ruffian Games.

Senza giri di parole e senza aspettare la fine di questa recensione, vi diciamo subito che Crackdown 2 è un discreto prodotto, ma non quel capolavoro che i fan della serie – compresi noi – sognavano. Ruffian Games ha cercato di gestire la “patata bollente” in modo ottimale, senza stravolgere più di tanto la struttura portante del primo episodio e limandone le meccaniche di gioco.

Innanzitutto, la Pacific City dipinta in Crackdown 2 sembra lontana anni luce da quella proposta nel primo episodio: nonostante la stessa morfologia, vi basterà fare qualche salto da un edificio diroccato all’altro per restare a bocca aperta, godere di una maggiore profondità di campo e ammirare un diverso utilizzo del tanto celebrato cel-shading (ottimo per i colori sgargianti, ma secondo noi poco adatto per le tonalità spente). Diciamolo: Pacific City sembra più simile a Milano in una giornata di novembre che a New York di notte.

Per quanto riguarda il plot narrativo che fa da collante alle missioni della campagna principale, sappiate che l’Agenzia, dopo aver ripulito la città ed eliminato le tre pericolosissime organizzazioni criminose che se la contendevano, si troverà ad affrontare una nuova minaccia: i mutanti Freaks. Infatti, in una delle missioni finali del primo Crackdown si affrontavano cittadini mutanti (o zombie se preferite) contagiati dalla fuoriuscita di materiale radioattivo.

Il vostro obiettivo in Crackdown 2 sarà quello di debellare la minaccia mutante e, per farlo in modo definitivo, dovrete attivare dei nodi energetici che attiveranno una super arma. Immaginiamo già le vostre simpatiche battute su un possibile “attacco solare” (provate a indovinare di chi stiamo parlando…): peccato che la suddetta attivazione dei nodi energetici sia fondamentale per sconfiggere i Freaks, anche perché i letali mutanti riescono a rigenerarsi in “tempo zero” e sono davvero tosti da abbattere (compensando così la mancanza delle altre fazioni giocanti). Anche con un super agente potenziato si fa una fatica a tirare giù certi bestioni… garantito! Avere tre fazioni in lotta tra loro, a dirla tutta, aveva il suo fascino e garantiva un maggior equilibrio a livello giocabilità, però i ragazzi di Ruffian Games hanno scelto un approccio differente e noi ci siamo dovuti adeguare.

Per livellare il vostro personaggio (la procedura è similare a quella del primo Crackdown) dovrete fare incetta di sfere, così da accedere a un arsenale di grande spessore e, soprattutto, alle abilità speciali. Alcune sfere sono davvero divertentissime da catturare (“quelle che sfuggono”, ad esempio…), però ci aspettavamo qualcosa di più dai game designer di Ruffian Games: l’unica trovata davvero d’effetto riguarda le granate magnetiche che incollano tra loro mezzi diversi.

Il parco veicoli presenta poche novità rispetto a quelli presenti nel primo episodio, mentre le missioni che compongono la campagna principale tendono a ripetersi un po’ troppo (e la raccolta delle sfere alla lunga stanca…). E se avete giocato alla morte Crackdown vi accorgerete di quanto le situazioni di gioco proposte siano un po’ troppo simili a quelle viste nel primo episodio, così come del fatto che solo in co-op si possano completare alcune missioni, o comunque di tanti altri problemi secondari.

La possibilità di vagare per Pacific City in compagnia di altri tre amici è un gran bel “plus”, considerando anche che in ogni momento un giocatore potrà inserirsi nella partita sfruttando uno dei 50 punti di respawn previsti sulla mappa. Oltre alla modalità cooperativa ci si potrà cimentare in “deathmatch” fino a 16 giocatori, configurando ogni partita secondo i propri gusti e i canoni del gioco online. Insomma, la parte multiplayer è stata arricchita, ma basterà a placare la fame di giustizia dei fan del primo Crackdown?