Sherlock Holmes e il Re dei Ladri – Recensione PC

Lupin lancia la sfida: “Cinque furti in cinque giorni!”. Bene, è ora di chiamare il Detective Conan [Doyle]!

Per ragioni legate a diritti d’autore letterari, quando Maurice Leblanc scrisse una novella ipotizzando l’incontro tra il suo Arsène Lupin e il detective ideato da Arthur Conan Doyle dovette storpiare il nome dell’investigatore londinese, chiamandolo Herlock Sholmès. La stessa sorte toccò al suo storico assistente, per l’occasione rinominato “Wilson”. Elementare! Fortunatamente per Frogwares, di anni ne sono passati talmente tanti che per questi pastiche letterari non va più di moda intentare cause giudiziarie. Uscito nel 2007 in lingua inglese, questo Sherlock Holmes e il Re dei Ladri viene ora riproposto completamente doppiato in Italiano e ci teniamo a confermarvi, fin da subito, l’ottimo lavoro di localizzazione che caratterizza il titolo distribuito dalla FX Interactive, che si dimostra ancora una volta attenta a questo tipo di particolari. Le voci degli attori sono profonde, impostate e perfettamente calate nei rispettivi ruoli. Ce ne fossero di titoli doppiati così!

LA GRAFICA NON È TUTTO
A noi avventurieri, si sa, della grafica non è mai interessato più di tanto. Vero è che nel 2010 la legnosità dei modelli tridimensionali dei personaggi, giocanti e non, lascia un po’ a desiderare. Anche il numero delle animazioni pensate per ciascuno di essi è risibile e già dopo pochi minuti inizieremo a vedere sempre le stesse, che verranno ripetute una dopo l’altra. Solo le location, grazie al buon lavoro di ricostruzione operato dagli sviluppatori, riescono a strappare una risicata sufficienza, nonostante sia le strade della città, sia i diversi luoghi chiusi che visiteremo ci trasmetteranno un senso di solitudine e abbandono, decisamente inappropriati per la Londra del periodo vittoriano. Si può trarre una magra consolazione dal fatto che, per quanto mediocre, la leggerezza del motore grafico fa sì che questo titolo possa girare anche su macchine talmente datate da essere ormai utilizzabili solamente come ferma carte. Lasciamo, tuttavia, queste misere considerazioni a chi vive di sola apparenza e veniamo al sodo di quegli elementi che caratterizzano la sostanza di ciascun punta e clicca che si rispetti: storia, enigmi e dialoghi.

PAESE CHE VAI, ENIGMA CHE TROVI
Iniziamo con il comparto narrativo, abbastanza curato da incuriosire anche chi mastica abitualmente avventure grafiche: vestiremo i panni di un Sherlock Holmes alle prese con la sfida lanciata da Arsène Lupin: questi ci comunicherà di essere intenzionato a rubare alcuni tesori da altrettante rinomate location londinesi. Il nostro compito, manco a farlo apposta, è quello di tentare di sventare i furti annunciati. Per riuscirci, possiamo muoverci attraverso una classica visuale in terza persona, con la possibilità di passare ad una in stile FPS che, tuttavia, non aggiunge nulla di significativo alla normale esperienza di gioco. La qualità degli enigmi, sempre credibili e risolvibili con la logica, rimane fino alla fine abbastanza alta, tanto da giustificare il tempo che trascorreremo nel risolverli.

È giusto segnalare che, rispetto alla versione uscita nel 2007, in questo Sherlock Holmes e il Re dei Ladri eviteremo di perdere la pazienza a causa della necessità di effettuare un pixel hunting sconsiderato, in quanto è stata inserita una comoda opzione per evidenziare tutti gli hotspot presenti su schermo. Questo sistema, se da un lato ha abbassato significativamente il livello di sfida, dall’altro ha svecchiato l’originale gameplay rendendolo più simile a quello delle avventure grafiche contemporanee, che hanno da tempo dismesso l’utilizzo della caccia al pixel come strumento per tenere vivo l’interesse del giocatore. Particolarmente comoda anche la funzione svolta dal pratico taccuino (richiamabile in qualsiasi momento), sul quale verranno annotate le moltissime informazioni raccolte nel corso delle investigazioni e che, spesso, risulteranno essere fondamentali per sbrogliare alcune delle situazioni più ingarbugliate. Grazie al taccuino, inoltre, potremo gestire attraverso una sola schermata anche l’inventario, la mappa, la registrazione dei dialoghi e i documenti archiviati. Insomma: meglio di un coltellino svizzero! Tutto questo, però, non è sufficiente a modernizzare un’impostazione che dimostra tutti gli inverni che sono passati da quando è stata concepita. Chiunque abbia abbastanza esperienza da aver giocato le principali avventure grafiche degli ultimi anni, infatti, non troverà in questo titolo nulla di innovativo o sconvolgente.

ARSENICO E VECCHI MERLETTI
La cura riposta nella sceneggiatura dei dialoghi è tale, però, da risollevarne in parte la qualità, altrimenti mediocre. Il personaggio di Sherlock Holmes, in particolare, risulta sufficientemente carismatico da convincerci che il tempo trascorso in sua compagnia non è del tutto sprecato. Leggermente in ombra, invece, la figura di Arsène Lupin, il cui fascino non riesce a prendere piede, anche a causa della necessità di mantenere misterioso e segreto il suo operato. In questo senso, la serie di cartoni animati giapponese che lo vedeva come protagonista ci aveva abituati troppo bene. Infine, parliamo di longevità e prezzo, che personalmente riteniamo aspetti essenziali per tutti i punta e clicca privi del fattore rigiocabilità. Poco meno di dieci euro per una quindicina abbondante di ore è un prezzo che può essere considerato davvero ragionevole. Peccato, però, per il ritardo con cui questa versione localizzata di Sherlock Holmes e il Re dei Ladri è arrivata sui nostri PC. Se non siete dei fan sfegatati del detective inglese, infatti, l’attuale offerta di avventure grafiche è ricca di alternative altrettanto economiche, tecnicamente più valide e meno anonime.