Alan Wake: The Signal – Recensione Xbox 360

La mente di Alan Wake è sempre più contorta.

Chi ha completato Alan Wake saprà che le sue vicende sono ben lontane dall’essere definitivamente concluse. Non vogliamo ovviamente svelare nulla a chi non ha ancora giocato all’ottimo titolo di Remedy, ma saranno migliaia i giocatori desiderosi di scoprire – tramite DLC – il giusto esito di quest’avventura definita dagli stessi autori “thriller psicologico”. Tra gli impazienti, ovviamente, ci siamo noi di Gamesvillage.it, decisamente incuriositi da tutti i fili lasciati in sospeso dai malvagi autori di Remedy – nei telefilm li chiamano “cliffhanger”, noi li chiamiamo “vogliamo sapere come va a finire dopo 12 ore con i peli dietro la nuca sempre alzati e l’indice ormai anchilosato a furia di sparare”!

L’oretta abbondante di questo nuovo episodio ci regala qualche emozione, ma non ci svela nulla di tutto quello che è successo dopo la fine di Alan Wake. Sebbene temporalmente avvengano dopo la fine del gioco “normale”, i fatti sono ambientati tutta nella mente di Alan Wake, che è in preda a degli incubi creati sia dalla sua fervida immaginazione, sia dagli avvenimenti ai confini della realtà vissute nelle emozionanti ore del titolo originale.

Ecco quindi che i livelli di questo DLC si svolgono in zone in prevalenza già viste, modificate pesantemente dall’inconscio del nostro eroe che dovrà attraversare i suoi perversi sogni, abitati da creature della notte desiderose di lanciarci asce o segarlo in due, oggetti posseduti che se la godono un mondo a schiacciarlo, o stormi di uccellacci d’ombra che lo attaccano da ogni direzione.

 

Si tratta di tutte cose già viste nel gioco originale, e che aggiungono poco alla gustosa pietanza già assaporata qualche mese fa. I livelli del DLC sono interessanti come visione onirica, ma dal profilo ludico il pretesto del sogno sembra un’ottima scusa per farci riattraversare livelli già visti (e già creati) per il gioco originale, così che i programmatori non si sforzassero troppo nel creare nuovi scenari. Qualche nuova zona c’è, ma è un po’ troppo abbozzata per essere convincente fino in fondo.

L’unica trovata originale è che alcuni “oggetti” sono visualizzati come lettere fluttuanti nel nulla, e il nostro Alan deve illuminarli con l’inseparabile torcia per trasformarli in oggetti veri e propri. E non tutti questi oggetti saranno vostri alleati, quindi occhio a dove puntate la luce!

Accanto all’avventura del DLC ci sono i soliti collezionabili da raccogliere (cartonati dei protagonisti del gioco e sveglie seminate un po’ ovunque) che vi spingeranno a esplorare un po’ più a fondo i livelli: tuttavia, i combattimenti sono decisamente frequenti e sovrastano sia l’aspetto dell’esplorazione che i (pochissimi) enigmi da risolvere. Gli Achievement sono legati sia alla storia che ai citati collezionabili, oltre che a particolari “performance” nel gioco, come completare lo scontro finale entro un certo tempo. Per farli vostri dovrete rigiocare il DLC almeno un paio di volte.