I missili di Platinum Games ci hanno colpito il cuore.
Quando si parla di Platinum Games non ci si può che togliere il cappello: questi signori nel giro di due anni se ne sono usciti con dei prodotti di altissimi livello, riuscendo a coprire ogni piattaforma di questa generazione. Hanno fatto molto più di tanti sviluppatori ben più blasonati, e del resto basta ricordare che all’inizio di questo 2010 ci hanno servito su un piatto d’argento quel gran pezzo di Bayonetta, un titolo che ha davvero portato una ventata d’aria fresca nel mondo degli action-game, mettendoci quel pizzico di follia e genialità che solo i giapponesi continuano ad avere. Certo, il mercato da quelle parti non è più quello di una volta, inutile girarci attorno. Lo strapotere del Sol Levante è ormai uno sbiadito ricordo e per sopravvivere le software house storiche, da Capcom a Square Enix, hanno dovuto iniziare un lento e doloroso processo di occidentalizzazione.
Non tutti però la pensano così. Soprattutto, qualcuno è fermamente convinto che si possa piacere tanto al pubblico con gli occhi a mandorla, tanto a noi occidentali. Il team di Hideki Kamiya, che ha sempre amato le sfide, ha deciso di scendere su un terreno davvero molto insidioso, quello degli sparatutto in terza persona. Si tratta di un genere che negli ultimi anni è letteralmente esploso grazie all’uscita di Gears of War (che ha praticamente definito una sorta di standard), in particolare per ciò che concerne determinate meccaniche di gioco, come l’utilizzo dell’ambiente per proteggersi dal fuoco nemico, praticamente copiato da una miriade di produzioni similari, seppur con esiti altalenanti.
L’idea di base in quasi tutti questi giochi rimane quella di avanzare lentamente fra le fila nemiche, cercando di esporsi il meno possibile, coordinandosi magari con eventuali compagni di (s)ventura. Ecco, in Vanquish non esiste nulla del genere e del resto se vi siete giocati il demo vi sarete fatti un’idea in merito. Noi abbiamo potuto farcene una più approfondita, visto che gli amici di Platinum Games ci hanno fornito un DVD con ben tre livelli completamente giocabili.
Cominciamo col dire che quello che avete visto nel demo è davvero nulla paragonato a quanto accade negli stage successivi: il livello di frenesia e di spettacolarità generato da Vanquish è tale da lasciare davvero spiazzati a ogni passo. Se è vero che i primi minuti di gioco possono quantomeno lasciare interdetti, dopo anni di movimenti pesanti e ipertrofici omoni pieni di steroidi, una volta presa la mano è impossibile non farsi trascinare nel favoloso delirio esplosivo creato dai Platinum.
Il protagonista, un carismatico e oltremodo tamarro soldato (un marchio di fabbrica di Kamija), è una favola da controllare. La sua armatura, una sorta di esoscheletro ultrapotenziato sviluppato dalla DARPA (il braccio tecnologico dell’esercito USA), gli consente dei movimenti davvero impensabili fino a oggi: a parte la “scivolata boost”, che gli permette di spostarsi a velocità assurde, può saltare lateralmente, menare come un fabbro con calci e pugni, sparare con un gran numero di armi e, soprattutto, schivare proiettili grazie a una sorta di bullet time. Questa è sicuramente l’aspetto che rende Vanquish davvero diverso rispetto alla massa: attivando questa particolare modalità rallentata, potremo colpire numerosi nemici ma soprattutto avere la meglio su quelli più possenti.
Ovviamente questa caratteristica non è disponibile ogni volta che lo desiderate, dato che richiede un certo tempo per “raffreddarsi” e quindi divenire nuovamente disponibile. Occorre quindi utilizzarla con un certo criterio, ma in ogni caso apre a uno stile di gioco semplicemente unico.
Un’altra peculiarità è legata all’aspetto visivo: le sequenze spettacolari proprio si sprecano, con astronavi e robottoni d’ogni genere in grado di mandare in brodo di giuggiole qualsiasi fan dei mecha giapponesi. Il design delle armature è fuori di resta, ma quel che lascia a bocca aperta sono proprio i nemici: ne abbiamo visti alcuni davvero pazzeschi, simili alle “seppie” di Matrix, sempre e comunque animati in maniera perfetta e senza incertezze. Sia le sequenze d’intermezzo che il gioco vero e proprio sono un trionfo di effetti particellari, esplosioni da Oscar e, più in generale, sembra di essere dentro il più bel OAV di sci-fi che possiate immaginare. Insomma, noi siamo già in totale visibilio e davvero non vediamo l’ora di mettere le manacce sul codice definitivo!